Occorrono urgenti rimedi per contenere i pericoli del Po di Remo Lugli

Occorrono urgenti rimedi per contenere i pericoli del Po Un convegno a Torino dagli esperti della Val Padana Occorrono urgenti rimedi per contenere i pericoli del Po Tecnici e amministratori di quattro regioni discutono l'importante problema - Come si può evitare il ripetersi delle alluvioni Ogni anno, al monte o al plano, 11 Po straripa, rompe gli argini, allaga terreni fertili, distrugge case e altri beni, a volte uccide anche uomini. E' un tristo, doloroso fenomeno che si va ripetendo sempre con maggiore frequenza e in misura più grave. E ai danni causati dal grande fiume si aggiungono quelli dei suoi affluenti: rii, torrentelli, torrenti, fiumi, ognuno di essi sembra in gara per allungare la catena dei disastri e dei dolori. I problemi Idrografici del bacino del Po sono molti e complessi ed esigono provvedimenti impegnativi ed urgenti. Ieri questi problemi sono stati discussi in un convegno promosso dall'Unione regionale delle province piemontesi in collaborazione con il Comitato nazionale per lo studio dei problemi derivanti dalle alluvioni. Amministratori e tecnici delle provinca piemontesi, lombarde, venete ed emiliane si sono riuniti nell'aula magna della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Torino e ad essi ha porto il suo saluto il prof. Giuseppe Grosso presidente della provincia torinese e dell'Unione regionale delle province piemontesi. Avevano mandato telegrammi di adesione i ministri Togni, Gonella, Colombo e Medici. Il ministro Togni era anche rappresentato dal provveditore alle OO.PP. di Bologna ing. Piccoli. Il programma comprendeva quattro relazioni degli ingegneri Giorgio Romiti, Giuseppe Merla, Pietro Colombo e Giulio Supino rispettivamente sui problemi Idrografici delle regioni piemontese, lombarda, veneta ed emiliana. Le piene hanno aspetti diversi da regione a regione: nei suol 700 chilometri di lunghezza il Po muta via via il suo volto. Il suo arco, dalla sorgente alle foci, pare l'arco di una vita: inizia con la baldanza giovanile del torrente, termina con l'imponenza del grande fiume. E come sono diverse via via le manifestazioni del lungo corso fluviale, così devono essere differenti i provvedimenti da adottarsi per contenere l'irruenza, l'esuberanza delle acque. Ma le cause che provocano 1 turbamenti di regime dei corsi d'acqua hanno origine dall'alto: nel territori montani è la sede del disordine idrogeologico. Qui gli elementi sono in continua trasformazione per opera soprattutto degli agenti meteorologici e di ingenti masse di acqua enei defluiscono disordinatamente in superficie. Il terreno viene scalzato, sciolto, portato via dalla forza della corrente. Il Po trasporta in sospensione una grande quantità di sostanze sabbiose-limose che, nella media annuale, oscilla intorno a 13 milioni di tonnellate a Piacenza ed a 18 milioni di tonnellate a Pontelagoscuro. E' questo materiale che, insieme con quello trascinato sul fondo, produce il continuo incremento del delta nella misura media di 80 ettari all'anno. S'innalza l'alveo del fiume e s'innalza, dì conseguenza, il livello idrometrico in regime di piena; se un tempo erano necessari venti giorni di pioggia perché il Po raggiungesse un determinato livello, ora, a parità di intensità di precipitazione, di giorni ne bastano 15, se non meno. L'erosione dipende da un fattore fisico e da un fattore umano: gelo, disgelo, piogge violente da una parte, inconsulti disboscamenti e irrazionali sistemi di coltivazioni agrarie dall'altra. In Piemonte, purtroppo, il fenomeno della erosione ha luogo con intensità rilevante sia nei bacini alpini, sia in quelli appenninici e collinari, con gravi conse guenze, naturalmente, lungo tutto il corso del fiume. Nella regione lombarda tutti 1 grandi affluenti del Po attraversano un lago; questi laghi permettono una regolazione naturale delle piene. Un esempio: in occasione della grande piena del 1951 le portate al colmo degli emissari dei laghi sono state di 1997 me tri cubo al secondo nel Tici no, dì 620 metri cubi al secon do nell'Adda, di 298 metri cubi al secondo nell'Oglio; per con tro la Sesia ha dato 3000 me tri cubi al secondo, il Tanaro 3200 metri cubi al secondo. Si può affermare che se non esistessero i laghi la fisionomia della pianura lombarda sarebbe ben diversa dall'attuale « il Polesine e la pianura ferrarese non potrebbero offrire all'agricoltura uno sfruttamen to stabile Nel Delta padano 1 proble mi relativi alle alluvioni sono connessi con quelli rappresentati dal fenomeno di abbassa mento del suolo. Questo ab bassamente ha raggiunto in un settennio il massimo valore, superiore a un metro e mezzo, in una ristretta zona situata a cavaliere del Po tra Con tarina e Villaregia, della su perflcie di 1100 ettari. Ma ovunque nel Delta la terra si abbassa, seppure con valori diversi da zona a zona. Le cau se possono essere numerose progressivo aumento del livel ■ lo del mare assestamento dei terreni di bonifica, estrazione dal sottosuolo di grandi quan tltà d'acqua per approvvigio namento di gas metano, ecc Fatto sta che l'abbassamento anormale ha aggravato il prò blema della difesa delle piene riducendo la capacità degli ar gini rispetto al livello del mare Il Po continua a minacciare, al monte a al piano; ovunque occorrono rimedi. I rela¬ tori ufficiali del convegno di ieri li hanno segnalati: sistemazione idraulico - forestali agrarie dei bacini montani, integrate da opportuni terrazzamenti pedemontani e collinari dei terreni acclivi; innalzamenti desili argini; trasformazione delle golene che devono essere, i:on coltivate e quindi protette e racchiuse da argini minori, ma libere e capaci quindi di svolgere la loro naturale funzione di alveo di piena del Po; infine, per la zona del Delta, drenaggi nell'alveo, ingrossamento oltreché innalzamento degli argini, adozioni di tappeti diaframmi e pozzi drenanti. L'ing. Romiti, a conclusione della propria relazione, ha lamentato che al Piemonte non siano stati accordati normali stanziamenti per l'attuazione di quel piano orientativo, a suo tempo approvato, che prevede¬ nmiHiiiimiiiininniiiiiiiiinnmiiiimimmmi va la spesa di oltre 77 miliardi per la sistemazione del tratto piemontese del bacino del Po. Il convegno concluderà i 3Uoi lavori questa mattina con la discussione sulle relazioni. Remo Lugli

Persone citate: Giorgio Romiti, Giulio Supino, Giuseppe Grosso, Giuseppe Merla, Gonella, Pietro Colombo, Togni

Luoghi citati: Bologna, Piacenza, Piemonte, Torino