Il nostre» ciclismo manca di corridori all'altezza dei grandi velocisti stranieri di Vittorio Varale

Il nostre» ciclismo manca di corridori all'altezza dei grandi velocisti stranieri Per la quinta volta consecutiva gli italiani sono stati battuti nella Milano-Sanremo Il nostre» ciclismo manca di corridori all'altezza dei grandi velocisti stranieri le ultime vittorie dei nostri colori risalgono al biennio di Petrucci - L'errore commesso dal francese Privat nel liberarsi troppo presto di Plankaert - Le caratteristiche del percorso rendono estremamente diìticili ormai distacchi decisivi - Sarebbe necessario un altro Coppi per rivedere forse 'in vincitore isolato a Sanremo (Dal nostro inviato speciale) Sanremo. 20 marzo. Cerchiamo di riassumere in alcuni punti-base gl'insegnanienti o le co'Kstatazxuessen-siali, come sono apparse dallo svolgimento della 49" MilanoSanremo, e dal suo risultato. Sono: 1) ancora una vittoria straniera, la quinta consecutiva dal '54 dopo il doppietto riportato nel biennio precedente da Petrucci che ne fu l'ultimo vincitore italiano; Z) Privat ha perduto la corsa molto probabilmente per l'errore commesso gefgltaèecsvactadi non aver tenuto con sé Pian-\Hkaert; 3) sempre più difficile\odiventa evitare l'arrivo simul-\m'taneo d'un gruppo massiccio che si batta per la volata decisiva, e conscguente impossibilità di imporre una soluzione di forza lungo il percorso. Trattiamo il primo punto col minor numero possibile di parole senza scapito della chiarezza, come altrettanto si farà per i due successivi. Per poter scsBafpdaspirare a un successo italiano I'davanti a quel gruppo tcom- prendente settanta uomini, è\eovvio che ci sarebbe voluto un\zitaliano dotato di quelle stesse\ddoti di velocità che sin dalla,avigilia avevano fatto indicare in cinque corridori: Van Steeivbergen, Poblet, Van Looy, Darrigade e Vanìiitsen i « favoriti » della volata finale. Eccettuato « Van Stcen > subito ritiratosi per caduta, e Van7iitsen perché non partito, gli altri tre sono stati puntuali all'appuntamento sul rettilineo d'arrivo, ed hanno occupato regolarmente i primi tre posti. Il ciclismo italiano non dispone più di scat>tisti di classe internazionale, paragonabili a quelli il cui nome si può trovare nell'elenco dei vincitori delle «Sanremo » appunto in volata: Girardengo (1923). Vinari (19B4), Mara (1930), Olmo (1935), oppure che in altre circostanze ebbero modo di affermare le proprie qualità di velocisti, come Bevilacqua. Ieri, il più veloce dei nostri è apparso Conterno, un anziano corridore che ha vinto in volata qualche gara a carattere nazionale, seguito da Albani di cui ormai è comprovata l'impossibilità di competere con i migliori forestieri con probabilità di successo. L'anno scorso, per aver avuto degli spunti felici il^giovane Ciampi si sentì definire il < Van Steenbergen italiano ■», tanta è la leggerezza con la quale la stampa specializzata si lascia andare ad amplificazioni del genere. Ieri, Ciampi non ha partecipato alla volatona, ma già domenica scorsa, a Firenze, aveva dimostrato di non essere — almeno per il momento — all'altezza dei pronostici avanzati a suo favore. Cortesi, Fantini, Baffi, Messina, Baldini c'erano, sì, nel grupponc, ma anch'essi sono stati infilati in velocità. Niente da fare, dunque, in materia. Secondo punto. Senza ripcte- cagsDlre le sinccrissime congratula-lzioni che merita per la suaì grande corsa dal momento che evase dal gruppo per andare a far parte della pattuglia in fuga e diventarne un instancabile animatore, Privat ha perduto il frutto delle svj fc.tichc per aver troppo presunto di sé. Si è in parecchi a pensare che se egli avesse rinunciato a staccare definitivamente Plankaert sul Capo Berta dopo averne rivelata la inferiorità t?i salita, avrebbe potuto giovarsi della collaborazione del belga nei tratti in piano da Oneglia in avanti, fino a staccarlo sull'id¬ Hma «gobba» deila strada, ouel Capo Verde sul quale, ormai 9i"nto allo stremo delle sue forze, appunto venne riacciuffato da Dcfilippis alla testa degl'inseguitori. A reggere, da solo, dal Capo Berta per ì SO km. che vanno al traguardo, Privat non ce l'ha fatta, e non soltanto perché non possiede la classe di De Bruyne che è l'ultimo dei vincitori della « Sanremo » per distaccò ^6 guadagnati appunto in tratt° tinaie). Come con¬ eeztone di corsa, e sua applicazione su' Piano pratico, quella di Privat è stata un modello a'audacia e di valore atletico, ma questi « colpi » riescono a condizione di non commettere alcun sbaglio prima che il traguardo sia raggiunto. E il francese, l'errore lo fece. Tale constatazione è intimamente collegata al punto tre, della sempre più manifesta impossibilità che la vittoria in questa corsa possa raggiungersi con una soluzione di forza. Dal momento che il percorso è quello che è, e a differenza della Parlgi-Roubaix non è possi- bile andar alla ricerca del « pavé » o di salite per accrescerne le difficoltà nel finale dopo Oneglia, a voler sperare di rivedere un corridore solo, o un pugno di tre o quattro soltanto aacmbs all'ultimo chilometro, significa augurarsi la comparsa d'un campione d'altissima classe come Coppi, che sul Berta si liberi d'ogni avversario, oppure se ne trascini dietro i pochissi¬ mi in grado' di seguirlo, anche se poi dovessero precederlo nella volata. Ma il ciclismo attuale mette in linea un gruppo così numeroso di atleti che si equivalgono, da rendere impossibile, si è visto, a meno del concorso d'una eccezionale circostanza, l'eventualità che il Capo .Berta rompa l'equilibrio dei valori, e che i distacchi, anche lievi, creatisi lassù, non possano venir colmati nell'ultima mezz'ora di corsa. Perché ciò possa accadere, ci vorrebbe che a fuggire da quel punto verso Sanremo fossero uno o più. passisti eccezionali: dico Baldini, od Anquetil, o Rivière al massimo della loro fórma. Vittorio Varale Prlvat al termine della sua impresa. Il suo volto porta i segni dell'enorme sforzo compiuto; tra poco sarà raggiunto

Luoghi citati: Firenze, Messina, Sanremo