Polemica tra Fausto e Rodoni nella agitata vigilia milanese

Polemica tra Fausto e Rodoni nella agitata vigilia milanese Polemica tra Fausto e Rodoni nella agitata vigilia milanese Il presidente dell'U.V.I. aveva permesso al campionissimo di partire nel Giro della Toscana La Federazione italiana non ha voluto inoltrare ricorso per la sospensione del provvedimento (Dal nostro inviato speciale) Milano, 18 marzo. Pollice verso per Coppi e per Vannitsen; il campionissimo ed il suo « protetto » domani non prenderanno il via alla MilanoSanremo. Oggi era giornata di vigilia della corsa. I discorsi soliti sono stati messi in fuga, l'allegro girotondo dei pronostici è finito in un canto. Coppi e Vannitsen sono rimasti a far le spese di ogni discorso. Di buon mattino esisteva ancora la possibilità d'un «arrangiamento », è colpa del ciclismo che ci ha abituati, per esperienza, agli accordi in extremis. La questione veniva esaminata, dall'associazione che raggruppa gli organizzatori di corse. Qui però le speranze di Coppi e di Vannitsen subivano un primo, rude colpo: la decisione francese veniva infatti approvata, e la formula del comunicato in proposito era perentoria e secca. « Les dieux s'en vont », chi era ancora disposto a dare una mano a Fausto? Nessuno. Lo slogan pareva: Coppi ha commesso una infrazione e deve essere punito. E nemmeno mancava chi sottolineava, con una certa impor tanza, le sue funzioni di cen sore. Coppi telefonava a Parigi. Gli rispondevano in forma vaga, che un telegramma da parte della U.V.I. richiedente la sospensione della pena, in attesa di chiarir la vicenda, avrebbe trovato forse buona accoglienza. Fausto, sempre per telefono, parlava allora con Rodoni. Il dialogo si trasformava presto in bisticcio, terminava perfino in modo brusco. Le speranze dei due sospesi si riducevano al lumicino. Il Consiglio direttivo dell'Associazione degli organizzatori di corse, con i rappresentanti francesi, italiani e belgi, aveva accettato ormai la decisione francese. Nemmeno la Com-. missione professionisti riteneva di seguir un metro diverso. Dalla sua riunione, infatti, nasceva il seguente comunicato: «A seguito del telegramma della Federazione Ciclistica Francese, con il quale detta Federazione sospende immediatamente, sino a nuovo ordine, i corridori Fausto Coppi e Willy Vannitsen per abbandono ingiustificato della Parigi-Nizza a tappe e doppia iscrizione, pregando di far rigorosamente rispettare le sua decisione, la Commissione professionistica, riservandosi di riesaminare la pratica dopo che la Federazione francese avrà comunicato le sue decisioni definitive, si attiene all'art. 20 del Codice sportivo internazionale, secondo il quale le penalità decretate da una delle federazioni affiliate all'Unione Ciclistica Internazionale o a uno del suoi dipendenti o a uno straniero, sono applicabili da tutte le federazioni affiliate ». Disco rosso, Insomma. C'era ancora una scappatoia, un articolo « transitorio » del regolamento italiano, che ammette la sospensione del provvedimento in attesa dei risultati di una inchiesta. Sarebbe stato necessario che l'U.V.I. si fosse appellata all'U.C.I. L'U.V.I. non ha voluto approfittarne, ha inteso dare una specie d' lezione, un esempio. Chi sbaglia (e Coppi e Vannitsen senza dubbio hanno sbagliato) paga. La situazione quindi non ammette sorprese, Coppi e Vannitsen rimarranno al palo. Stasera Vannitsen sta zitto e nel suo volto di bimbo si legge solo lo stupito smarrimento di un ragazzo travolto da una improvvisa bufera. Coppi invece parla, e parla chiaro. Accusa Rodoni: «Prima di prendere il via per il Giro di Toscana ho chiesto al presidente se ero in regola. Mi ha risposto di si. Se lo ha detto lui... ». . A questo punto si infila il cavillo giuridico. Nel regolamento italiano non figura nessun articolo per cui un corridore che abbia abbandonato una gara a tappe debba astenersi da un'altra competizione. Ma un articolo simile esiste nel regolamento francese. La sanzione è venuta sulla base di questo articolo, e si tratta di sanzione legalmente ineccepibile. < Ma — penserà a questo punto l'uomo della strada — Rodoni che è presidente dell'UVI e che di recente è stato eletto presidente anche dell'UCI, queste cose non le sapeva? E, se le sapeva, perché ha permesso al campionissimo e al giovane belga di prendere il via al Gira di Toscana? E perché, infine, non ha chiesto di sospendere la pena, tenendo presente le circostanze particolari in cui s'erano svolti i fatti? ». Siamo andati a trovare Rodoni a casa e gli abbiamo rivolto le domande dell'uomo del la strada. Il presidentissimo ha risposto: < Quando Coppi mi ha interpellato a Firenze, gli ho detto che secondo il regolamento italiano era a posto, per la questione della mancanza, nella nostra legislazione, del famoso articolo. Gli ho detto an¬ che, però, ohe ogni federazione è padrona in casa sua di fare come.vuole e pare meglio. Non essendo io a conoscenza degli articoli delle leggi francesi e dei rapporti stretti nell'occasione tra gli organizzatori della Parigi-Nizza e il corridore, non ero logicamente in grado di sapere con esattezza in che condizioni si trovasse Coppi nei confronti della Federazione francese e del signor Leulliot. Vuole sapere perché non abbiamo ricorso per la 30; spensione della pena? Perché le cose sono chiare, ecco tutto. Bisogna moralizzare l'ambiente". E mi spiace — lo affermo in tutta sincerità — che sia toccata a Coppi! >. Gigi Boccacini

Persone citate: Coppi, Fausto Coppi, Gigi Boccacini, Willy Vannitsen

Luoghi citati: Firenze, Milano, Nizza, Parigi, Toscana