«La Jugoslavia ha nulla da temere dalla organizzazione difensiva italiana»

«La Jugoslavia ha nulla da temere dalla organizzazione difensiva italiana»S*i'ts ci sazione di Roma per le dichiarazioni di Vito sui missili «La Jugoslavia ha nulla da temere dalla organizzazione difensiva italiana» L'eventuale impianto di basi per razsi, afferma il portavoce di Palazzo Chigi, è un prò blema interno in cui non sembrano ammissibili intromissioni di altri paesi, sia pure amici (Nostro servizio particolare) Roma, 17 marzo. Il discorso pronunciato ieri dal maresciallo THo per la chiusura della campagna elettorale, ha provocato sorpresa- a Roma, soprattutto per » contraddittori accenni del maresciallo ai rapporti italo-jugoslavi. < Questi rapporti si stanno sviluppando in maniera molto soddisfacente » — ha, detto Tito —,.aggiungendo subito dopo che soltanto contro la Jugosla- ** Inaerò essere utilizati i • missili per t quali l'Jtaha e e r a avrebbe intensione di costruire numerose basi sul suo territorio. Un portavoce, di Palazzo Chigi ha dichiarato che la Jugoslavia non ha nulla da temere; 'perc"h~é~ l'organizzazione difensiva italiana è inserita it quella della NATO e non è di retta né contro la Jugoslavia né contro altri Stati, proprio perché è un'organizzazione di difesa e non di offesa. .. <Gome la installazione di basi per missili in Francia non può essere evidentemente diretta contro i Paesi confinanti, cosi ha detto il portavoce di Pella — il potenziamento dell'attrezzatura militare italiana con analoghi mezzi non potrebbe essere in alcun caso diretta contro la Jugoslavia. D'altra parte si tratta di un problema interno italiano, nel quale non sembrano ammissibili intromissioni di altri Paesi, e sia pure amici. Un intervento diplomatico jugoslavo, che non tenesse conto della nostra sovranità, non potrebbe quindi essere preso in cosideraaione. dal governo italiano y. Notizie giunte da Belgrado informano che le prime impressioni che si raccolgono nei circoli diplomatici belgradesi sul discorso di Tito, sottolineano soprattutto la preoccupazione del maresciallo di mantenere la sua posizione di equilibrio tra Oriente ed Occidente. Si osserva chi il più evidente timore dei dirigenti jugoslavi è quello di venir esclusi dall'eventuale dialogo fra Est e Ovest, il che in pratica potrebbe significare un mancato ih info alla Jugoslavia alla conferenza al vertice. Nei circoli diplomatici si esprime sorpresa per il fatto che, senza che fossero intervenuti fatti nuovi, il maresciallo abbia voluto additare nella creazioni delle basi nucleari addirittura cuna minaccia di¬ retta ed esclusiva verso la Jugoslavia >j mentre fino a qualche giorno addietro egli si era limitato a denunciarne il carattere < minaccioso y, ma indiretto. L'interpretazione prevalente di questo mutamento è appunto che Tito voglia servirsi dell'argomento, per insistere, anzi per esigere un invito a partecipare alla conferenza ad alto livello. Non mancano interpretazioni più pessimistiche che scoprono nelle dichiarazioni del maresciallo un tentativo per giustificare un'eventuale adesione della Jugoslavia al Patto di Varsavia, o quanto meno una accettazione di aiuti militari dall'URSS che ridarebbero equilibrio alla indebolita posizione della Jugoslavia nei confronti dei suoi vicini occidentali. V. s.

Persone citate: Gome