L'on. Romita morto a Roma nella notte per infarto cardiaco

L'on. Romita morto a Roma nella notte per infarto cardiaco Era Ministro degli Interni alla proclamazione della Repubblica L'on. Romita morto a Roma nella notte per infarto cardiaco Aveva 71 anni e apparteneva al PSD1- Al momento del trapasso erano presenti la moglie, la figlia e il genero La sua ultima giornata trascorsa tranquilla con gli amici - Militava nel socialismo dal 1904 - Perseguitato dai fascisti, fa mandato al confino - La lotta nella Resistenza e il contributo alla rinascita iella democrazia Roma, 15 mattino. Nella sua abitazione di via Cristoforo Colombo si è spento improvvisamente alle 1,15 di questa notte per infarto cardiaco Giuseppe Romita. Al momento del decesso erano presenti la moglie Maria, la .figlia Germana e il genero dr. Dorè. La notizia della morte è giunta improvvisa ed inaspettata in quanto l'on. Romita nella giornata odierna era apparso in ottime condizioni di salute ed aveva ricevuto in casa sua fino a tarda ora i suoi amici con 1 quali aveva parlato del suo programma in vista, delle prossime elezioni perché aveva deciso di rlpresentarsi candidato alla Camera dei Deputati. 3 , e , a a u L'on. Giuseppe Romita era nato a Tortona, il 7 gennaio 1887. A diciassette anni entrò nel Partito socialista, occupandosi del lavoro propagandistico e ponendovisi rapidamente in luce. Ad un Congresso giovanile socialista svoltosi a Firenze fu relatore sul tema « Socialismo e monarchia >, sostenendo la tesi che il socialismo doveva mantenersi su una linea decisamente repubblicana. La sorte volle che, molti anni dopo, allorché il popolo italiano fu chiamato a pronunciarsi sul problema istituzionale; fosse proprio l'on. Romita, quale ministro degli Interni, a indire Ja consultazione elettorale. Romita studiò al Politecnico di Torino, laureandosi in in gegneria civile. In seguito, egli accomunò alla sua carriera professionale un'intensa partecipazione alla vita pubblica. Consigliere comunale di Tori no, egli portò nell'amministrazione il contributo della sua preparazione tecnica e del suo spirito realizzatore. Fu anche consigliere comunale e deputa to provinciale a Tortona ed Alessandria. Nel 1919 fece il suo ingresso in Parlamento, entrando a far parte della commissione dei lavori pubblici. Fu, poi, membro della commissione parlamentare incaricata di indagare sulle spese di guerra. Nel 1920, nel periodo dell'occupazione delle fabbriche, svolse un ruolo di primaria importanza. Subì un'aggressione da parte di elementi fascisti, che lo costrinse ad una lunga degenza in ospedale. Eletto alla Camera nelle due successive legislature, prese parte a tutti gli sviluppi della secessione aventiniano, alla conclusione della quale fu dichiarato decaduto dal mandato parlamentare e sottoposto a vigilanza speciale. Nel 1926, l'on. Romita, che quattro anni prima era entrato nella direzione del PSI, venne arrestato ed assegnato al confino di polizia. Deferito al Tribunale Speciale, non furono raccolte a suo carico prove sufficienti a motivare una condanna, per cui riprese la via del confino. Quando, alfine potè riacquistare la libertà, apprese di essere stato radiato dall'Albo degli Ingegneri. Nuovamente arrestato nel 1928, subì un altro periodo al confino, ove rimase fino al 1934, Nel 1940, Romita, che in quegli anni aveva mantenuto i contatti con gli organi clandestini del suo partito, riorganiz zò con Vernocchi, Lizzadri, Perotti e Canevari, l'apparato clandestino del P.S.I di unità proletaria, operando particolarmente nella zona di Roma, ove nel frattempo s'era trasferito. L'8 giugno 1944, Ivanoe Bonomi, nel costituire il suo pMmlM e o primo gabinetto, lo nominò Ministro dei Lavori Pubblici, ma egli abbandonò subito la carica per lasciare il posto all'on. Pietro Mancini, che nel Ministero doveva rappresentare l'Italia meridionale. Ritornò al Ministero dei LL. PP. nel giugno del 1945 nella formazione ministeriale presieduta dal prof. Ferruccio Parri. Fu Ministro degli Interni nel primo Gabinetto De Gasperi e dei Lavori Pubblici nel secondo. Come Ministro degli Interni, con mezzi di polizia relativamente scarsi, assicurò lo svolgimento delle prime elezio ni democratiche dalla caduta del fascismo. Membro della direzione del P.S.I. dopo la secessione di Palazzo Barberini del gennaio 1947, cessò dalla carica di ministro dei Lavori Pubblici a seguito delle dimissioni del secondo Gabinetto De Gasperi e, nel febbraio successivo, diven ne ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal quale incarico cessò nel maggio dello stesso anno, per le dimissioni del Gabinetto. Già deputato alla Costituente, fu nominato senatore di diritto, in rappresentanza del P.8.I., nell'aprile 1948. Nel 1949 divenne direttore del quindicinaie romano Panorama Socialista; nell'autunno di quell'anno fu tra gli animatori del Congresso socialista di Firenze, indetto sotto l'insegna dell'unificazione socialista, dal quale sorse il Partito Socialista Unitario. Nel febbraio 1951 divenne segretario del P.S.U. e, quando il partito confluì nel P.S.D.I. Romita entrò nella direzione di quest'ultimo (gennaio 1952) Deputato al Parlamento per il PSDI nella circoscrizioriie di Cuneo alle elezioni del giugno' 1953, Romita divenne membro della commissione parlamen tare per gli Interni. Nominato ministro dei Lavori Pubblici n1dtvtsrdmebttermrmacv nel gabinetto Sceiba (febbraio 1954) annunciò un suo piano di costruzioni intensive. Mantenne l'incarico nel successivo gabinetto Segni. Poi continuò la sua attività politica senza più ricoprire alcun incarico di governo. pv Una recente fotografia dell'onorevole Giuseppe Romita.

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