Un pericoloso pacifismo

Un pericoloso pacifismo Un pericoloso pacifismo Un noto scrittore politico americano che sta svolgendo un'inchiesta sulla situazione europea, Joseph Alsop della N. Y. Herald Tribune, ha rivolto al pacifista Lord Russell questa domanda : « E se i sovietici non si lasciassero induiie, in nessun modo, ad un accordo per il disarmo nucleare controllato?». « In tal caso (ha risposto il Premio Nobel) sarei personalmente favorevole al disarmo unilaterale. La scelta è dura. Vi ho riflettuto molto e penso di non illudermi in merito alle conseguenze: esso significherebbe probabilmente, per un certo periodo, la dominazione comunista su tutto il mondo. Ma dovendo scegliere fra l'estinzione dell'umanità ed un temporaneo dominio comunista, io sceglierei questfultimo. Sarebbe una cosa indicibilmente orrenda, ma non durerebbe più di quanto non sia durato il mostruoso impero di Gengis Khan. Mentre la fine della razza umana sulla terra sarebbe un avvenimento irreversibile ». Ieri sera alla tv inglese — come l'on. Nenni informava, molto soddisfatto, nell'editoriale di domenica — è stato trasmesso un dramma di Priestley (anticomunista quanto Russell, ma anch'egli fervente apostolo del disarmo unilaterale), in cui si illustrano gli orrori che la caduta di una bomba H scatenerebbe su Londra. Vi si vedono scene orribili; il protagonista uc cide la moglie e le figlie mu tilate ed accecate per porre termine alla loro agonia Lord Russell è un uomo di grande ingegno, ma ha 85 anni e nella sua filosofia non sono mai mancate le stravaganze; J. B. Priestley è un romanziere e non ha responsabilità politiche o militari. Ma proprio in questi giorni è uscito a Londra un volume di sir Stephen King Hall, La difesa nell'era nucleare, che ha ben altro significato. Figlio e nipote di ammiragli, l'autore ha dietro di sé una brillante carriera in Marina e il suo petto è coperto di medaglie. Il libro, scritto dopo una serie di conferenze in tutta la Gran Bretagna, si ispira al principio che nell'età atomica « la violenza non serve più » come mezzo difensito. Quest'idea lo porta alla conclusione che l'Inghilterra dovrebbe prendere l'iniziativa di rinunciare alle armi nucleari, anche unilateralmente se gli altri paesi non sono disposti a seguirla, e di dire agli Stati Uniti: « Se voi non abbandonate la boitìba all'idrogeno, l'alleanza militare angloamericana è finita ». All'obbiezione che questo disarmo rischierebbe di provocare un'invasione sovietica, l'alto ufficiale ne ammette la possibilità, ma per fronteggiarla non vede altra politica che la resistenza non violenta, ed espone un piano particolareggiato per addestrare la nazione a tale forma di lotta. Uno dei più autorevoli critici militari inglesi commenta che la pratica della non violenza è priva di efficacia contro metodi usati da Hitler o da Stalin; tuttavia discute con molta serietà il libro dell'ammiraglio e giunge alla conclusione che la Gran Bretagna dovrebbe smettere di produrre bombe termonucleari, lasciando solo agli Stati Uniti la responsabilità dell'organizzazione difensiva atomica. Il movimento pacifista inglese ha preso nelle ultime settimane proporzioni ere scenti: è diventato uno tra i temi principali delle elezioni suppletive, è vivacemente discusso nel mondo studentesco di Oxford, fa passare un momento assai difficile al partito laburista. Una volta era Bevan che guidava Tazio ne per il disarmo ; ora, desi gnato a reggere il Foreign Office in caso di vittoria socialista, si è avvicinato alla corrente moderata di Gait skell, ma la bandiera della lotta contro le bombe A e H è stata raccolta da un suo ex-luogotenente. Questi ave va stretto attorno a sé solo dieci deputati, quando a fine febbraio il Daily Herald scrisse in un editoriale: « E' illusione credere che le no stre bombe possano darci prestigio e sicurezza; ci con ducono semplicemente al fai limento ». L'indomani una settantina di parlamentari socialisti firmavano un ma nifesto favorevole a questa politica di rinuncia. Quantunque la maggioranza del partito e dei sindacati resti fedele alla tendenza più pru dente, quei conflitti interni hanno costretto i dirigenti acblluagmdpssfi ad elaborare una mozione di compromesso, in cui il Labour Party reclama un sollecito' incontro al massimo livello, la sospensione anche unilaterale degli esperimenti atomici, la fine delle pattuglie aeree con apparecchi armati di bombe H, il rinvio della costruzione delle basi per i missili americani. Il congresso del partito, in settembre, prenderà su questi temi posizioni definitive. In Inghilterra, dunque, c'è una piccola minoranza irresponsabile, il cui pacifismo si spinge fino alla tesi insensata che la sola via di salvezza consiste nel deporre le armi davanti ad un avversario implacabile ed armato fino ai denti; e su un terreno meno assurdo ma più insidioso, altre correnti, assai forti nel paese e nella direzione laburista, insorgono contro la fabbri cazione di bombe all'idrogeno e contro la costruzione nell'isola di basi per missili. Nell'ipotesi, per ora improbabile, che queste opinioni ottenessero il sopravvento, gli americani avrebbero ancora interesse a mantenere forze armate in un'Europa che rifiuta la necessaria collaborazione militare? Il pacifismo dei socialisti britannici implica due seri pericoli: incorag già ad attendere imprepa rati gli avvenimenti e lascia gli Stati Uniti arbitri della nostra difesa. Non viviamo certo nel migliore dei mondi: la nostra pace è garantita da una formula che fa raggelare le vene, l'« equilibrio del terrore ». Purtroppo sino a quando non sarà- raggiunto un sicuro compromesso con Mosca, non vi è altra scelta.

Persone citate: Gengis Khan, Hitler, Joseph Alsop, Lord Russell, Nenni, Priestley, Stalin, Stephen King