Condannato a due anni e sei mesi per aver dato il nome ai suoi 7 figli
Condannato a due anni e sei mesi per aver dato il nome ai suoi 7 figli Condannato a due anni e sei mesi per aver dato il nome ai suoi 7 figli Si era unito con una donna già sposata e separata dal marito Roma, 7 marzo. «Nessuno può invocare a propria scusa la ignoranza della legge penale ». Questo dice il Codice in uno dei suoi primissimi articoli e Alfredo Marsala, che non lo sapeva, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per aver denunciato come suoi i figli avuti da una donna sposata. Per trovare l'origine di questa vicenda, è necessario risalire sino al 1931 e spostarci sino a Palermo. Alfredo Marsala era un giovanotto di diciotto anni e amava, riamato, Maria Rocca. Un giorno Alfredo fu costretto a paitire: era di leva. Venne a Roma, ma prima di partire giurò a Maria che appena sarebbe tornato l'avrebbe sposata. Qualche mese dopo, però, il suo posto accanto alla ragazza venne preso da un suo amico, Carlo Zannuto che, adottando un sistema sempre valido in Sicilia nelle storie di amore, rapi Maria in una strada di Palermo e la obbligò a sposarlo. Ma non fu un matrimonio felice. Quando Alfredo Marsala rientrò a casa, trovò che Maria, lasciato il marito, era ancora 11 ad attenderlo e mantenne il giuramento fattole prima di partire: non potendola sposare, si unì a lei more uxorio. Fu una unione felice, allietata da ben sette figli — sei femmine ed un maschio — che via via furono denunciati allo Stato Civile come < di Alfredo Marsala e di una donna che desidera rimanere sconosciuta ». Tutto andò bene sino a quando Alfredo Marsala non venne denunciato per « alterazione di stato ». « Ma io che ne sapevo? —, cercò di difendersi Alfredo Marsala il giorno in cui si trovò dinanzi ai giudici —: erano figli miei e gli ho dato il mio nome ». « La legge, però — gli spiegarono — imponeva di dare a questi figli i nomi del marito della madre ». Alfredo Marsala non seppe che rispondere ed aspettò la decisione dei giudici, che è arrivata, appunto, stamane. Il P. M., dott. Longo, pur rendendosi cónto della particolare situazione, ha sottolineato come dal punto di vista giuridico la situazione non consentisse una soluzione diversa da quella di una condanna, ed ha chiesto che Alfredo Marsala venisse punito, per aver violato la legge, con 4 anni di reclusione. I giudici hanno concesso ad Alfredo Marsala tutte le attenuanti, ma lo hanno condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione, pena interamente condonata.
Persone citate: Alfredo Marsala, Carlo Zannuto, Longo, Maria Rocca
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