Il presunto assassino riconosce la salma del figlio

Il presunto assassino riconosce la salma del figlio Drammatica scena nel cimitero di Benevento Il presunto assassino riconosce la salma del figlio Proseguono le ricerche degli altri due scomparsi (Nostro servizio particolare) Benevento, 5 marzo. Nel primo pomeriggio le autorità giudiziarie impegnate a chiarire nei suoi vari aspetti il dramma di Tufara Valle, hanno presenziato al riconoscimento del cadavere del falegname Francesco Izzo da parte del padre Agostino e del fratello minore Carmine. Si era pensato in un primo tempo di far svolgere questa decisiva fase dell'istruttoria nell'obitorio di Montesarchio dove ieri fu deposta la salma straziata del giovane ucciso. Ma il maggiore dei carabinieri Vito De Santis, comandante il gruppo della provincia sannita, fece osservare che la folla, già accorsa ieri numerosa non solo da Montesarchio, ma anche da Apollosa (il paese di Violante Francesca, la moglie di Francesco Izzo anch'essa scomparsa e certo egualmente massacrata), sarebbe stata oggi ancor più fitta. Questo affollamento coincidente con l'arrivo dei due che la voce pubblica considera responsabili dell'atroce crimine, avrebbe rappresentato, un difficile problema per la loro incolumità. Una piccola prova del sentimento popolare la sì è avuta stamane allorché il maggiore De Santis ha fatto chiamare il pastore Eugenio Rotondi che, aiutato dal suo cane « Brina», scoprì il cadavere. L'ufficiale voleva dargli come premio personale un piccolo fascio di biglietti da mille, somma certo cospicua per un povero pecoraio. Ma l'uomo ha ringraziato subito rifiutando perché — come ha detto — era ben lieto d'aver dato un suo contributo per individuare i colpevoli d'un così barerò crimine. Di_ fronte a questa situazione, è stato disposto perché il riconoscimento del cadavere di Francesco Izzo da parte dei due suoi parenti arrestati, avvenisse nel cimitero di Bene vento. Qui alle ore 13 si sono trovati il Procuratore Capo della Reppubblica Ambrogio e e , a l o a a o a . a a , a o e , a e e i a o a o i l i i o o o Romano, il maggiore Vito De Santis, due medici incaricati della perizia, Cesare Vesce e Ludovico Lapeccerella, e i becchini. Primo a giungere dal carcere di San Felice è stato Agostino Izzo. Quando si è trovato innanzi alla salma è rimasto muto e impassibile, limitandosi a rispondere con un < sì » alla domanda del magistrato che gli chiedeva se riconosceva nel corpo straziato quello del figlio. Un quarto d'ora dopo ch'egli fu uscito, veniva fatto entrare Carmine Izzo. Vedendo i resti del fratello, egli è divenuto pallido por, sènza che una lacrima gli inumidisse il ciglio, ha cominciato a gridare come preso da uin attacco isterico, finché lo si conduceva via. La perizia compiuta successivamente ha accertato che il giovane fu ucciso da un colpo d'accetta alla base cranica. Alcune ferite con arma da punta e taglio alla gamba sinistra hanno fatto supporre che egli abbia tentato disperatamente di difendersi a calci. Proseguono intanto le indagini sulla collina di Sferracavallo presso la contrada Torà ove fu trovato il corpo. Poiché nella zona, come risulta dalle carte catastali, vi sono oltre duecento pozzi, il dragaggio in corso da parte dei vigili del fuoco rappresenta una fatica estenuante. Tuttavia i carabinieri sono convinti che l'opera spontanea dei proprietari, interessati a non avere acque inquinate, contribuirà ad accelerare le ricerche. Anche se non venissero trovati gli altri corpi, vi sono numerosi elementi atti a incriminare i due Izzo padre e figlio. Entrambi per oltre un mese mantennero un silenzio totale sulla scomparsa dalla stessa casa dei tre famigliari, finché il padre della giovane sposa si recò dai carabinieri. Le ossa calcinate, i capelli e le tracce di sangue umano scoperta, il contegno avuto oggi al cimitero, i gravi e acuti dissensi nella famiglia rappresentano infine altri gravi indiai. C. g.

Luoghi citati: Apollosa, Benevento, Montesarchio, Reppubblica Ambrogio, San Felice, Tufara