In un pozzo il cadavere straziato del giovane che si ritiene ucciso dal padre

In un pozzo il cadavere straziato del giovane che si ritiene ucciso dal padre Svelato II mistero dei tre scomparsi presso Benevento In un pozzo il cadavere straziato del giovane che si ritiene ucciso dal padre Il presunto assassino avrebbe anche soppresso la moglie e la nuora Oggi sarà posto dinanzi ai miseri resti bruciacchiati con catrame (Nostro servizio particolare) Benevento, 4 marzoi Quarantotto giorni dopo la drammatica sparizione delle tre persone della famiglia Izza da Tufara Valle, frazione di Montesarchio, il mistero può dirsi improvvisamente chiarito. Il cadavere di uno degli scomparsi è stato trovato stamane in un pozzo. In questo modo l'autorità giudiziaria viene ad avere la prova decisiva che il contadino Agostino Izza massacrò il figlio Francesco, la moglie Filomena e la nuora Violante sposata da cinque mesi a Francesco e in attesa di avere un bambino. Le perlustrazioni dei militi e le battute di quattro cani poliziotti venuti dalla scuola della polizia di Nettuno e da quella dei sottufficiali dei carabinieri di Firenze, avevano già fatto scoprire un piccone e poi una grossa pietra macchiati di sangue umano, nonché alcuni resti come ossa calcinate e una treccia di capelli. Questa mattina il pecoraio Eugenio Rotondi pascolava il suo gregge in località Torà, distante quattro chilometri dalla casa degli Izzo, ormai chiu¬ sa, essendo rimasto solo l'ultimo figlio, Giglio, di 11 anni, affidato ad alcuni vicini. Il pecoraio stava in un terreno dì proprietà di Clotilde Franca, affittato ad un agricoltore del luogo, Eugenio Marotta. Questo fondo è confinante con quello di Agostino Izzo. Ad un certo momento — erano circa le 11 — uno dei cani, Brina, un grosso pastore tedesco, cominciava ad abbaiare furiosamente. Insospettito, il Rotondi gli sì avvicinava e notava che la bestia, con le zampe appoggiate sul muricciolo esterno di una cisterna, annusava verso il fondo. Nello sporgersi il pecoraio vedeva con orrore galleggiare in fondo al pozzo un sacco dal quale usciva parzialmente un tronco umano. Il pastore raggiungeva di corsa la caserma dei carabinieri di Montesarchio e informava il maresciallo. Veniva disposto un sopraluogo, alla presenza di magistrati, ufficiali dei carabi nieri e funzionari di P.S. giunti da Benevento. Si tirava su il sacco con una pertica e veniva accertato die si trattava del corpo straziato di un uomo ancora giovane, ucciso con vari colpi d'accetta al capo e poi bruciato in parte dopo avervi spalmato intorno del catrame. Già supponendo l'atroce verità, si chiamava un proprietario di Montesarchio, tale Saverio Fantasia, che era amico intimo di Francesco Izzo, di cui fu anche « compare d'anello » al matrimonio. Il riconoscimento da parte dell'uomo subito accorso era immediato. A confermarlo egli precisava ohe aveva regalato come portafortuna al giovane le stellette che portò sull'uniforme, stellette avvitate du Francesco Izzo sulla sua cinghia. Si apriva la giacca del troncone e si constatava che le stellette vi erano. Il corpo veniva poi trasportato all'obitorio per una regolare perizia necroscopica, dopo che il riconoscimento era stato confermato anche da una cognata del morto, Rosa Violante Latessa e dallo stes so fratellino Giglio. , Agostino Izzo e il figlio Carmine, attualmente nelle carceri di Benevento, interrogati a lungo hanno nuovamente sostenuto di essere del tutto estranei alla scomparsa dei loro familiari. Nelle loro dichiarazioni però sono caduti in numerose contraddizioni. E' convincimento degli indagatori che Agostino Izzo, volendo sbarazzarsi dei tre per vari motivi, abbia prima ucciso la moglie nella stalla, poi la nuora colpendola nella camera da letto e infine il figlio all'ora in cui egli, ignaro, rientrò dalla bottega di falegname per il pranzo. Rimane da precisare la parte che ebbe il figlio Carmine. Un'altra prova a carico di Agostino Izzo sarebbe data dal fatto che allo scopo di meglio nascondere il fatto, impedì, al figlio Giglio di recarsi a scuola per i tre giorni seguenti alla strage, e cioè il 16, 17 e 18 gennaio. Domani, dopo avere predisposto un assai forte servizio d'ordine per tenere a bada la popolazione, il cui sdegno contro « la belva del Sannio > — come già viene chiamato il presunto omicida — potrebbe sfociare in un vero linciaggio, Agostino Izzo verrà tradotto al cimitero di Montesarchio e posto innanzi a ciò che rimane di quello che fu suo figlio. r. s. n pozzo In cui e stato trovato 11 cadavere (Telefoto) iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiita Agostino Izzo (Telefoto)