Immutati gli scopi della politica russa
Immutati gli scopi della politica russa Immutati gli scopi della politica russa (Nostro servizio particolare) Mosca, 4 marzo. L'accettazione da parte della Russia di una conferenza preventiva dei ministri degli Esteri ha provocato una certa sorpresa negli ambienti occidentali di Mosca. I responsabili sovietici e le redazioni dei giornali non cessano di ripetere, dopo Kruscev, che la conferenza al vertice avrà luogo sicuramente, perciò ci si chiede perché il Cremlino ha creduto necessario < rovesciare il vapore > proponendo prima una conferenza dei ministri degli Esteri, la cui idea era stata respinta or non è molto. In effetti la nuova proposta non è in contraddizione con le iniziative precedenti, e gli obiettivi del nuovo passo sono rapidamente apparsi in modo abbastanza chiaro: l'Occidente non potrà rifiutare una proposta fatta da lui stesso, ma accettandola dovrà accettare anche la conferenza al vertice, sulla quale l'accordo diventerà c definitivo » con la fissazione della data e del luogo; Mosca si è resa conto che questo modo di procedere, tutto sommato, era il più rapido, permettendo altresì di evitare che la grande idea di una nuova Ginevra venisse più o meno seppellita sotto le lentezze di procedura della via diplomatica normale; forse, infine, si sono accorti che la campagna di attacchi contro Dulles non è molto redditizia e che, anzi, l'eventuale ritiro del segretario di Stato potrebbe passare per una concessione. Gromiko ha dunque afferrato, forse un po' tardi ma opportunamente, l'occasione offertagli da Pineau con l'idea della conferenza dei ministri, incaricata unicamente di fissare l'ordine del giorno della conferenza « al vertice » senza discutere in merito ai vari problemi. Inquieto, senza dubbio, per la lentezza delle con versazioni incominciate la set¬ timana scorsa tramite le ambasciate, il governo di Mosca si è reso conto che questa procedura era la migliore per giungere rapidamente ad un risultato. Ma il principale obiettivo rimane immutato. E le varie proposte fatte dal governo sovietico girano sempre intorno allo stesso tema: conferenza e trattative intorno ad uno stesso tavolo, cioè accettazione più o meno tacita dello statu quo e riconoscimento delle posizioni acquisite — o riconquistate — in Europa orientale e altrove dopo l'ultimo incontro del 1955. Se una conferenza al vertice si dovesse fare attèndere un po' troppo, una conferenza dei ministri potrebbe bastare provvisoriamente, rimanendo ben chiaro però che non si rinuncia a riunire in seguito i capi di governo. La nuova proposta può essere spiegata in gran parte col carattere . d' urgenza attribuito da Mosca ad un incontro fra l'Est e l'Ovest, in qualsiasi forma Michel Tatù Copyright de « Le Monde » e per l'Italia de «La Stampa»
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