Sullo schermo

Sullo schermoSullo schermo AU'Arìstori: II maestro, di A. Fabrizi - Al Cristallo: // marito, di N. Loy e G. Puccini Nello stesso giorno due film di comproduzione italo-spagnola. Il maestro, diretto e interpretato da Aldo Fabrizi, narra il dramma d'un padre, un maestro di scuola elementare, che con la morte del suo pie colo Antonio, rimasto vittima di un investimento, perde ogni ragione di vita e non può più sopportare la vista della scolaresca con quel posto vuoto che gli ricorda il grande assente. Sul | -mto di dimettersi, qualcuno lu trattiene: è un alunno nuovo, non mai vir^o, di nome Gabriele, che sembia leggergli nel cuore e volerglielo acquietare. Tutto quello che egli fa e dice è misteriosamente intonato a conforto; le sue inframmettenze sono tanto ardite quanto esatte; le sue intuizioni infallibili. Stupito e anche un po' irritato, il povero padre finisce col dar retta al piccolo mentore e strappa la lettera di congedo. A questo punto, leggero com'è venuto, Gabriele se ne va, lasciando al maestro per ricordo una medaglia. Scherziamo? Il maestro ricorre al preside, fruga nei registri. Interroga la scolaresca: ma in nessun modo risulta che un Gabriele sìa mai stato in quella classe, si sia seduto al posto di Antonio. Bisogna credere che sia stata un'allucinazione. E già l'interessato mostra di crederci anche lui e si chiude in una più cupa disperazione, quando rammenta la medaglia. Corre a vedere: la medaglia c'è, reale e palpabile. Ora il maestro sa dove sia da cercare Gabriele: in chiesa, sull'altare, nelle fattezze del Bambino Gesù; e sa anche che dovrà continuare a fare 11 maestro, con cristiana e sociale' letìzia. Film dì questo genere, che danno luogo al soprannaturale, sono o estremamente facili o estremamerit» difficili. Il Fabrizi regista ha tenuto una decorosa via d! -..lezzo, e pur lasciandoci qualcosa di meccani, 'o e d'insolubile, ha dato alla vicenda un giro garbato e commosso. Non ha iuso il tutto, ma ha alternate con accortezza bozzettismo e misticismo: l'uno e l'altro un po' di maniera, ma senza sciatterìa il primo, senza troppo puzzo di moccolaia il secondo. Anche meglio ha fatto il Fabrizi at tore, sostenendo con misurata pateticità e un attento studio di scavo, il personaggio del padre doloroso, che è anche quello, ottimamente reso, d'un affabile umanissimo maestro tiitiiiiiiiiìiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiitttainiiiiìirifa di scuola. Grazioso 11 coro dei ragazzi, fra i quali spiccano Eduardo Nevola (Antonio) e Marco Paoletti (Gabriele). Nanni Loy e Gianni Puccini sono i registi d'un film che si ricorda, quel Parola di ladro che riuscì uno squisito saggio di umorismo poliziesco, abbastanza nuovo per 11 nostro cinema. Quest'altra prova, Il marito, su un canovaccio di Sonego, Benvenuti e Sordi, non è di quella finezza, anche se il divertimento che ne scaturisce sia tutt'altro che scemo. Si sente che le fini intenzioni si sono un po' perse per istrada; che In più d'una occasione 11 film ha dovuto piegare il capo alla cassetta, Dalla male assortita unione d'un marito bugiardo millantatore e bindolo e d'una moglie candida fino all'Idiozia, procedono casi spassosi, dove hanno parte 1 parenti dell'uno e dell'altra, tutti fior di scrocconi. Si assiste alla lenta comica rovina d'uno pseudo impresario edilizio, furbo e fanfarone, svuotato dalle termiti famigliari sino a ridursi a fare il commesso viaggiatore. Più che nella vicenda, alquanto sconnessa ed episodica, il senso del film è da ricercare nel ritratto, satiricamente centrato dei protagonista, un Alberto Sordi in ottima vena, che plastica 11 carattere attualissimo dell'affarista vacuo e parolaio. Una intelaiatura più rigorosa avrebbe fatto del Marito (cui partecipa l'attrice Aurora Bandista) un film notevole; ma sapete com'è: il regista propone qualchedun altro dispone. Accontentiamoci delle molte cose' buone che ci sono rimaste. , 1. p.