Il delitto del cianuro

Il delitto del cianuro L'operaio della Biv morto bevendo un sorso d'acqua Il delitto del cianuro La polizia ha chiuso il cerchio delle indagini su quattro persone - Le pastiglie di cianuro servivano per il lavoro del reparto ed erano conservate in un armadio chiuso a chiave, affidato alla custodia di un operaio: su questi nessun sospetto - Com'è riuscito l'assassino a eludere la rigorosa sorveglianza ? Si stringe il cerchio attorno al responsabile o ai responsabili della morte dell'operaio sessantaduenne Vittorio Sanloran della Riv ». Non è da escludere, anzi molto probabile, che entro la giornata di oggi o di domani il Commissariato di P. S. Barriera di Nizza esegua alcuni fermi: fermi che successivamente potranno tramutarsi in arresti. La complessa e delicata inchiesta è stata affidata al commissario dr. Isaia che la conduce personalmente, con estremo vigore e infaticabile zelo, aiutato dai suoi migliori sottufficiali ed agenti. Martedì a mezzogiorno, appena venuto a conoscenza del fatto, il dr. Isaia si recava immediatamente sul posto e ascoltava dalla viva voce del testimoni il racconto della fulminea scena della tragedia. Sequestrava il bicchiere e la bottiglia con il residuo dell'acqua frizzante che consegnava poi agli esperti. In attesa dell'esito degli esami e della necroscopia, compiva "un'approfondita indagigine sulla figura del Sanloran. Le notizie che raccoglieva erano tutte jrecise e limpide: nessuna ombra nella sua vita, marito esem piare, molto attaccato alla Agili sposata e al nipotino, In ottimi rapporti con i vicini di casa; e stimato sul lavoro, attivo, abile, da 17 anni apprezzato dipendente della « Riv » come saldatore nel reparto manutenzione; non s'occupava di politica, non aveva nemici, non aveva mai dato fastidio a nessuno: un tipo tranquillo, che viveva tra l'officina e la casa, serenamente. . . In tasca aveva due tubetti di iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiillillllllllllllllllllllllliiiiiuiii pastiglie digestive ordinategli di recente dal medico della Mutua. In un primo tempo si diceva che il Sanloran soffrisse di ulcera, di fegato e forse anche di cuore. Assolutamente falso. SI trattava di un soggetto sano e robusto che, nonostante la non più verde età, godeva ottima salute. Solo da un mese accusava un piccolo malessere, una certa difficoltà di digestione dopo i posti più abbondanti: disturbo passeggero, di minima lmportanta. Nient'altro. La perizia necroscopica e l'esame dell'acqua non lasciavano dubbi: morto per avvelenamento da cianuro. Qualcuno aveva sciolto nell'acqua frizzante contenuta nella bottiglia una uose molto forte di cianuro, una dose capace di fulminare parecchie persone. Si riteneva che fosse cianuro di sodio, comunque il perito del Tribunale, prof. Tappi, veniva incaricato di chiarire, con ulteriori esami, anche questo dubbio. Alla « Riv » il cianuro di sodio è adoperato nel processo lavorativo per la tempera dei metalli. Con altre sostanze chimiche speciali è soggetto, naUiralmente, a particolare controllo e sta rinchiuso In un armadio le sue chiavi sono affidate ad un magazziniere. Il dr. Isaia prendeva dapprima in considerazione ancho l'ipotesi di una disgrazia accidentale: dopo aver manipolato 11 cianuro un operaio avrebbe toccato la botti- ■iiiiiiiiiiiii:iiiiiifiiiiiiiiiiitiiiiiiiiisiiiiirt ìi i e i . a o e o o i i . a o a o e . i i a r e n a i n - glia che il Sanloran, in < società » con tre compagni, aveva sempre sotto 11 banco di lavoro: ma, come abbiamo detto ieri, l'ipotesi è stata subito scartata in quanto 11 cianuro non è stato trovato sul collo della bottiglia, ma dentro, e in quantità eccezionale. Delitto con premeditazione? Ipotesi da romanzo: non c'era il movente e a parte questo, l'assassino, introducendo il veleno nella bottiglia, non poteva sapere quale dei quattro amici avrebbe bevuto per primo Prendeva sempre più consistenza la tesi, dello «scherzo»: uno < scherzo » ordito con criminale idiozia da parte di qualcuno che, impadronitosi di una dose di cianuro ed evidentemente ignorando gli effetti mortali dello sostanza, intendeva procurare al Sanloran o a uno dei suoi tre « amici della bottiglia » un semplice mal di pancia o un conato di vomito. E' strano che si possa non conoscere tremendi effetti del cianuro: ma a volte, purtroppo, la più inqualificabile incoscienza si unisce alla più assoluta ignoranza, E non è da scartare nemmeno la supposizione che quel « qualcuno » abbia scambiato le compresse di cianuro di sodio per compresse Innocue. La tesi dello « scherzo », ad ogni modo, veniva accettata dalla polizia e le indagini seguivano questa pista. L'altro Ieri ii dott. Isaia e lìiiiiiiiiiiiiifiifriiiiriitirEiiiiiiiiiiifiiiijiiiiiMiEiiisii suoi collaboratori iniziavano l'Interrogatorio di tutti quegli operai della « Riv » che avrebbero potu to, tra il lunedi pomeriggio martedì mattina, entrare nel re parto manutenzione e accostarsi alla bottiglia del Sanloran. Sino a Ieri a mezzogiorno 53 persone erano passate negli uffici del Commissariato Barriera di Nizza. Nel pomeriggio il dott. Isaia riconvocava sette operai e li sottoponeva adun nuovo, lungo interrogatorio. A parte veniva sentito il magazziniere che aveva in consegna l'armadio delle sostanze velenose. Il magazziniere, conosciuto col nome di Pinot, è dipendente della «Riv» da vent'anni: un brav'uomo, attento e scrupoloso, di provata serietà e onestà. Ieri sera egli usciva dal Commissariato profondamente-abbattuto. «Non è possibile che l'abbiano preso dall'armadio che io controllo... — seguitava a ripetere, sconsolato -* non è possibile... in tanti e tanti anni, non è mai accaduto... ». Terminato il duro lavoro, il dott. Isaia s'è recato In tribunale e ha conferito per oltre un'ora con il sostituto procuratore della Repubblica dott. Selicornl. Più tardi il commissario ha avuto un colloquio con il Questore. Da Indiscrezioni trapelate, sembra che esistano gravi Indizi a carico di quattro individui che verrebbero arrestati e denunciati all'autorità giudiziaria per omicidio colposo. e il ; «Pinot», cianuro

Persone citate: Pinot

Luoghi citati: Nizza