Proposto al Senato di sospendere l'esame del progetto di riforma di Vittorio Gorresio

Proposto al Senato di sospendere l'esame del progetto di riforma Imsè decisione della Giunta del regolamento Proposto al Senato di sospendere l'esame del progetto di riforma L'attuale procedura - sostiene la Giunta - non è chiara; prima di continuare la discussione devono essere stabilite nuove precise norme sulle leggi costituzionali - Oggi parlerà nuovamente De Nicola, poi i senatori decideranno a scrutinio segreto ■ La democrazia cristiana è favorevole alla richiesta, tutti gli altri partiti contrari: il voto tinaie è molto incerto Roma, 26 febbraio. Nessuna decisione è stata ancora presa circa la sorte da riservare al progetto di riforma del Senato. La Giunta del regolamento, riunitasi stamane sotto la presidenza del sen. Merzagora, ha proposto che l'esame del provvedimento venga sospeso fino a quando le due Giunte del regolamento, del ; Senato e della Camera, non | avranno stabilito nuove e precise norme concordate | circa la procedura da seguire per l'approvazione delle leggi costituzionali. Questa proposta, tuttavia, non sembra venir accolta dalla maggioranza dell'Assemblea: ad eccezione dei d.c, quasi tutti gli esponenti degli altri gruppi si sono, infatti, detti contrari alla sospensione. Il dibattito, iniziatosi oggi nel pomeriggio, si concluderà domani, dopo un nuovo discorso di De Nicola, con una votazione a scrutinio segreto; sicché le previsioni sono difficili. Il voto segreto può sempre consentire delle sorprese; e parimenti non è da escludere che il secondo intervento di De Nicola venga a modificare le convinzioni di taluni. In ogni modo, a fare i conti sulla carta, la proposta di sospensione non dovrebbe venire approvata. In questo caso, secondo le intenzioni degli oppositori (e per oppositori si debbono intendere i senatori di tutti i partiti, ad esclusione dei d.c. e di qualche indipendente) si dovrebbe procedere all'esame del progetto di riforma. Però i d.c. si asterrebbero dal votarne gli articoli, secondo quanto ha annunziato fin da ora il presidente dei gruppo senatoriale d.c, Ceschi, e lo stesso Presidente del Consiglio, on. Zoli. Così verrebbe a mancare la necessaria maggioranza dei due terzi e il progetto ne sarebbe automaticamente affossato per questa legislatura. La tesi delle sinistre è differente. Si prende atto, innanzi tutto, che la D.C, avendo chiesto di sospendere l'esame del progetto di riforma, ha con ciò ammesso esplicitamente che nessun conflitto insorge tra la Camera e il Senato, sicché un altro possibile pretesto per lo scioglimento dell'Assemblea di Palazzo Madama viene a cadere. Lo stesso Zoli, d'altra parte, ha dichiarato ai giornalisti : «Non ritengo possibile invoci re lo scioglimento del Sena o richiamandoci ai motivi di un conflitto. Questo sarebbe un ragionamento di vecchio tipo, in contrasto con la logica e con la situazione che si è venuta a creare. Il Senato non può essere sciolto in base a presunte colpe passate o presenti, ma solo in funzione della sua attività futura. Si possono pertanto invocare solo motivi di opportunità politica, che consentano al Senato un ordinamento migliore, una maggior stabilità parlamentare al governo e quindi la possibilità di attuare un programma». In sostanza, il Presidente della Repubblica viene invitato a considerazioni di opportunità politiche generali e generiche; e non sembra, quindi, questo il miglior appiglio di cui possa servirsi per la decisione di sciogliere in anticipo una Assemblea non modificata nella sua struttura e anche monda di ogni «colpa» passata o presente, come è stato riconosciuto dallo stesso Presidente del Consiglio. Perciò i partiti di sinistra, considerandosi abbastanza tranquillizzati di fronte alle prospettive di uno scioglimento, hanno de ciso stamattina, nel corso duna riunione tenuta in co-mune tra senatori socialiste comunisti, di proporre é^proporre il Senato, prendendo atto delle osservazioni di De Nicola, intraprenda senz'altro la prima « lettura » della legge di riforma. A maggiofra tre mesi, potrebbe procedere alla seconda letturatrasmettendo alla nuova Camera, quando essa verrà in sediata, un progetto di legge perfezionato, che la Camera avrebbe tutto il tempo di esaminare e di approvare prima della primavera del '59, quando, cioè, verrà ài suo termine costituzionale la legislatura del Senato. Così definite le posizioni della D.C. e dell'opposizione, nel corso della seduta po- meridiana del Senato esse sono state riaffermate dagli oratori che si sono succedu ti. Dopo che il presidente Merzagora ha comunicato le decisioni della Giunta del regolamento per una sospensione dell'esame del progetto di riforma, per primo ha avuto la parola il d.c Carlo De Luca. Egli ha caldeggiato la proposta della Giunta allo scopo di evitare un possibile conflitto con l'altro ramo del Parlamento. Ma questa sua preoccupazione è apparsa condivisa solo da un altro d.c, il senatore Jannuzzi, che ha pure ironizzato sui mutamenti di umore intercorsi tra ieri e oggi. « Ieri eravate tutti d'accordo con De Nicola, ad eccezione di Terracini; e perché adesso avete cambiato idea? Non avete più dubbi costituzionali? ». Il monarchico nazionale Condorelli ha negato l'esi¬ stenza di un conflitto tra i due rami del Parlamento ed ha cercato di chiamare in causalo stesso Presidente della Repubblica, « ... il quale ha promulgato leggi approvate col sistema ora tacciato d'incostituzionalità...». Merzagora: «Debbo farle notare che il Capo dello Stato Ita promulgato solo la legge sulla Corte Costituzionale che fu votata consecutivamente e non alternativamente due volte dalla Camera e due volte dal Senato ; perciò nessun appunto può venir mosso al Capo dello Stato ». Condorelli, comunque, ha concluso esprimendo l'opinione che si debba continuare per la strada intrapresa senza far luogo a sospensioni, e del medesimo parere si è dichiarato sostanzialmente un altro senatore monarchico, Fiorentini, del partito di Lauro. Si è associato anche Franza, missino, e sono cominciate le critiche dell'opposizione di sinistra. Secondo il socialista Mancinelli, la D.C. avrebbe fatto propria la tesi di De Nicola credendo di ravvisare in essa uno strumento per sciogliere il Senato in anticipo; i socia listi insistono, invece, per ì che si proceda all'approvazione di almeno « la piccola riforma del Senato ». che non implica necessariamente il suo scioglimento anticipato. Infine Terracini, il solo che già ieri si era opposto alla tesi di De Nicola, l'ha definita oggi « autorevolis- Sima, ma opinabile». Il Se-;„o„^o„j„i„ aì™ ~uJMnato, accettandola, dice, «ha sbagliato fin qui. L'atto di autoflagellazione di una assemblea è cosa misteriosa. Perché i d.c. l'hanno voluto ? Per umiltà ? Si deve dubitarne; evidentemente esso deve servire in funzione del loro progetto di scioglimento ». Si è perciò opposto alla sospensione e dicendosi allarmato del fatto che il partito di governo si è precipitosamente posto a sostenere- oggi esattamente il contrario di quanto aveva S yàtenuto fino a ieri. Essendovi ancora tre oratori iscritti, e data l'ora tarda, si è deciso di rinviare il séguito del dibattito al pomeriggio di domani. Parlerà nuovamente De Nicola, tra gli altri, e la seduta sarà conclusa con un voto sulla proposta di sospensione avanzata dalla Giunta del regole, ito. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Lauro, Roma