De Nicola dichiara anticostituzionale la procedura per la riforma del Senato di Vittorio Gorresio

De Nicola dichiara anticostituzionale la procedura per la riforma del Senato Umm colpo di ss ce xi a. .nella discussione sa SPal&assso M£mdms&i&t De Nicola dichiara anticostituzionale la procedura per la riforma del Senato L'esame del progetto con il metodo attuale - afferma Pcx-Prcsidentc della Repubblica - non è valido - Merzagora convoca per stamane la giunta del regolamento che dovrà emettere una decisione definitiva - La commissione Interni si dichiara contraria alla riduzione da 6 a 5 anni della durata della legislatura a Palazzo Madama - Proteste dei missini alla Camera per la celebrazione della Resistenza sull'altare della Patria - Animato esame delle interpellanze sui rapporti tra Stato e Chiesa Roma, 25 febbraio. Oggi il Senato è stato messo di fronte ad un problema affatto nuovo, e di genere anzi sorprèndente: a giudizio di Enrico De Nicola tutta la procedura Ano a qui seguita per la riforma dell'Assemblea sarebbe stata, infatti, anticostituzionale, e pertanto intrinsecamente viziata, e quindi invalida: e in conclusione tutto quanto fino ad ora, dal novembre ad oggi, si è discusso o deciso in argomento dovrebbe essere considerato nullo. Per comprendere la portata di questo autentico colpo dì scena, occorre tener conto innanzitutto del suo significato politico: non appare più possibile condurre in porto una qualsivoglia riforma del Senato, e viene pertanto a cadere il più facile pretesto per il suo scioglimento anticipato. Altri pretesti, naturalmente, potranno venire invocati, ma non saranno di un'evidenza giuridica altrettanto chiara ed altrettanto immediata; cosicché ancora più delicata sta diventando la responsabilità che tocca al Presidente della Repubblica. La cronaca degli avvenimenti e dei dibattiti che hanno condotto questa sera alla nuova e sorprendente situazione può essere riassunta in breve. In mattinata la Giunta del regolamento del Senato ha- discusso per due ore e mezzo sotto la presidenza di Merzagora, arrivando alla conclusione che spettava all'Assemblea di decidere se l'esame odierno della riforma del Senato fosse da intendere come una prima o come una seconda «lettura». La Giunta aveva ringraziato Merzagora di averla voluta preventivamente consultare, ma- in pratica lasciava insoluta la più grossa questione procedurale, affidandola alle deliberazioni dell'Assemblea. Nel pomeriggio, la seduta si è aperta quindi con il peso di questo «nulla di fatto»; ma nemmeno i più convìnti di pessimismo si sarebbero attesi l'ancor più grave colpo di scena. Il presidente Merzagora ha comunicato all'Assemblea le conclusioni elusive alle quali era arrivata la Giunta, quindi ha sospeso la seduta per dar modo ai vari gruppi di consultarsi sul miglior modo di im postare la discussione. Alla ri presa ha avuto la parola per primo il sen De Nicola. In sintesi, egli ha detto «L'art. 138 della Costituzione stabilisce che le leggi costituzionali debbono essere approvate con duplice lettura « consecutiva» da entrambi 1 rami del Parlamento. Questo significa che una legge come quésta, per te rifórma 'del Senato deve essere approvata una prima e una seconda volta dal Senato, e poi una prima ed una seconda volta dalla Camera. Invece unni i iiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiii nmii noi abbiamo un progetto, esaminato una prima volta dal Senato ed una prima volta dalla Camera, che adesso il Senato si appresta ad esaminare per la seconda: ma è chiaro che ci troviamo davanti ad esame alternativo e non consecutivo, come è prescritto dalla Costituzione ». Formulata questa accusa di incostituzionalità alla procedura seguita dal Parlamento, De Nicola ha soggiunto con precisa ironia: «Per un mio intimo convincimento, dirò, comunque, che tutto questo ha poca importanza poiché per ragioni di tempo 11 disegno di legge ora sottoposto all'esame del Senato non diventerà mai una legge promulgata ed attuata ». Il presidente Merzagora, che appariva alquanto sorpreso dalle- perentorie dichiarazioni di De Nicola, ha subito avvertito che sarà necessario definire con nuovi articoli del regolamento una procedura di approvazione delle leggi costituzionali in armonia con quanto "la Costituzione prescrive: n:a suggerendo di far salva per il passato la procedura finora seguita, anche perché, secondo un'ammissione dello stesso De Nicola, < il passato è passato, e recriminare sarebbe inutile ». Di parere contrario si è detto il sen. Lussu, socialista: < Io interpreto la proposta del sen De Nicola, nel senso che il regolamento deve essere definito per il presente, e non per il futuro: se sórge il dubbio che^ la norma costituzionale è stata violata, l'assemblea deve sospendere le proprie deliberazioni ». MERZAGORA (.rivolto a De Nicola) — Senatore, la inv.'U, a precisare meglio il suo punto di vista. DE NICOLA — Non sono Un Imputato che parla a comando. Del resto ritengo che lei abbia già capito benissimo, signor presidente. L'atmosfera è divenuta ancora più nervosa, nel susseguirsi delle dichiarazioni degli esponenti del diversi gruppi. Per gli indipendenti di sinistra, il sen. Molò si è praticamente associato a Lussu; il comunista Terracini ha, invece, dichiarato che la prassi finora seguita può continuare ad essere applicata, anche per evitare un motivo di conflitto fra il Senato e la Camera; ed il missino Franza ha sostenuto la medesima opinione. Altri quattro senatori, tuttavia, il democristiano De Luca, il monarchico popolare Fiorentino, il monarchico nazionale Condorelll e l'ex-guardasigilll De Pietro, dicendosi sensibili alle osservazioni di De Nicola, hanno fatto proprie le richieste di Lussu e di Mole, e finalmente ha parlato Zoli. Il Presidente del Consiglio ha cominciato a dire che di lun problema in ogni caso non si deve far cenno: quello dello scioglimento del Senato, che è rigorosa prerogativa del Capo dello Stato. Nel merito della costituzionalità della procedura seguita, ha tenuto ad affermare che non si può accusare la Camera dei deputati, che tale procedura sanziona nel proprio regolamento, di aver violato la Costituzione: « In ogni modo è dovere di tutti, lungi dall'accantonare il problema, affrontarne tutti gli elementi perché la decisione finale sia decisione responsabile del Parlamento ». Allora il presidente Merza- gora, e parlando scandiva le parole, ha seccamente dichiarato: « Io non amo le posizioni oscure. Poiché sono stati sollevati autorevolmente In anla gravi dubbi costituzionali sulla procedura finora seguita con le due «letture» non consecutive, occorre chiarire questo punto. Intendo pertanto convocare per domattina alle 9 la Giunta del regolamento, alla quale porrò nettamente il quesito se sia o no costituzionalmente corretta la procedura finora seguita. Domani stesso, alle 17, mi riservo di portare in aula il pensiero preciso della Giunta del regolamento». Cosi si è chiusa una seduta che, se pur non è stata' funestata da incidenti clamorosi, è stata certo fra le più < nervose » di tutta la legislatura che sta per terminare. Uscendo da Palazzo Madama, De Nicola ha avvertito: « Tornerò domani, non fosse altro che per sentire le accuse che mi saranno rivolte ». • Sono già cominciate questa sera, na't oralmente, per la grande irritazione che si registra negli ambienti governativi, esasperati dall'intervento dell'ex-Presidente della Repubblica. Altro motivo di grave disappunto per il governo sta poi nel fatto che stamattina la commissione degli Interni del Senato, esaminando preliminarmente il progetto di legge, si dichiarava contraria alla riduzione da sei a cinque anni della durata della legislatura senatoriale, e cioè proprio al provvedimento che in tutta la riforma più interessa il governo Vittorio Gorresio