Biserta e Valona
Biserta e Valona Biserta e Valona Ora che Egitto e Siria si sono uniti, la nuova repubblica presieduta da Nascer domina tutto il movimento del petrolio dal Medio Oriente verso l'Europa. Essa non produce carburante in quantità apprezzabili, ma controlla il Canale di Suez e gli oleodotti che vanno dai pozzi arabi al Mediterraneo. Inoltre II Cairo conduce in tutti i paesi produttori una insidiosa penetrazione politica; ormai solo i pozzi dell'Iran (30 milioni di tonnellate su quasi 180) possono essere giudicati una fonte sicura per l'Occidente. Più che mai l'Europa deve chiedersi se ci sia ancora un minimo di sicurezza sulle strade da cui riceve i rifornimenti di nafta e di benzina. Non si può affermare che Siria ed Egitto, prima divisi ed ora uniti, siano già satelliti dell'URSS, ma la loro neutralità è almeno equivoca. Sono popoli che possono cadere facilmente sotto il controllo di Mosca, se non ricevono dagli occidentali quanto meno una parte degli aiuti necessari per uscire dalle attuali condizioni di spaventosa mise. ria. L'esito della partita è incerto, ma l'ultima parola non è ancora detta, e si deve seguire con simpatia ogni iniziativa che allenti i legami di quei paesi con il blocco sovietico. Perciò giudichiamo utile il viaggio di Nasser in Italia: dopo la dichiarazione di Pella (se pure era necessaria), non è possibile avere dei dubbi sugli scopi che hanno spinto a quell'invito il governo di Roma. Certo nessuno si illude che il successo morale ottenuto dal dittatore egiziano con questa visita, o le parole dei nostri ministri e del Capo dello Stato, bastino ad indurlo a fraternizzare con l'Occidente, se non gli verranno offerte anche promesse concrete di assistenza. So-' lo un vasto piano collettivo può fermare la nuova repub blica araba sulla strada di Mosca; è significativo che proprio in questi giorni là Banca Mondiale stia trattai do con Nasser un prestito di 200 milioni di dollari. Mentre tutti i territori a oriente di Suez si trovano in una situazione così pie na di incognite, assumono eccezionale importanza « buoni uffici » di Stati U niti e Inghilterra per trovare un compromesso nella vertenza franco-tunisina e gettare le basi, se possibile, di un accordo che metta fi ne alla guerriglia in Alge ria. I rapporti con la Tunisia hanno un grande peso militare ed economico per Uintero Occidente. Malgrado l'alleanza fra Italia, Francia e Gran Bretagna la presenza della VI Flotta americana, il Mediterraneo non può dirsi completamente sicuro. Viviamo in una epoca in cui i sottomarini dotati di lanciamissili rappresentano un'arma più minacciosa delle vecchie corazzate e fórse degli stessi aerei. I sommergibili ' sovietici sono presenti nel nostro mare? Si ritiene che l'URSS abbia costruito basi navali in Albania, soprattutto a Valona e nella vicina Saseno. Secondo notizie apparse sulla stampa internazionale, quest'isoletta è stata trasformata in una potente base sottomarina ; alcuni tecnici dubitano che essa sia abbastanza vasta e protetta per diventare un porto di grande importanza, ma ammettono che attorno a Valona si trovano almeno tre basi navali ed aeree. Sembra anche sicuro che alcuni sottomarini russi incrocino in permanenza nel Mediterraneo, ed altre voci affermano che Mosca sta preparando in Siria un modernissimo porto semi-segreto per la propria flotta. Basta guardare la carta per capire il valore di Biserta per tutti gli Stati rivieraschi: se cadesse sotto controllo sovietico, darebbe all'URSS le chiavi dell'intero Mediterraneo. Biserta è una grande base della marina francese; la sua rada, vasta due volte e mezzo Pearl Harbor, può accogliere navi di qualsiasi tonnellaggio; contiene cantieri adatti ad ogni riparazione, è circondata da aeroporti per bombardieri nucleari, da depositi e comandi a prova di atomica. Meglio di Malta, è in grado di chiudere il Canale di Sicilia. Può sembrare assurda l'ipotesi che Biserta finisca un giorno in mani russe; ma la Tunisia è indipendente e nessuno osa escludere che, rovesciato Burghiba, salgano al potere uomini non meno antioccidentali di Nasser. Tutti i territori nordafri¬ cpl'tolenprlicmmtccrspnmbncaScdgtirdunbipdd cani, dal Marocco alla Libia, peseranno sull'avvenire dell'Europa anche sotto l'aspetto economico: se sono-esatte le notizie fornite da Parigi, nel Sahara, sono stati scoperti enormi tesori di materie prime. Le riserve petrolifere, di entità ancora incerta, sono valutate àa un minimo di 500 milioni ad un massimo di due miliardi di tonnellate ;. in quel deserto ci sarebbe • dall'8 al 10 per cento delle riserve petrolifere mondiali, più che in Russia e nel Venezuela. Calcoli prudenti sostengono che già nel 1960 il Sahara darà 10 milioni di tonnellate di carburante; gli ottimisti parla no di 18 milioni e sperano che la produzione salga in alcuni anni a 50 milioni Sembra inoltre accertato che il Sahara contenga gran di quantità di rame, di man ganese, di uranio e soprat tutto di ferro, in filoni quasi inesauribili e con un mine rale più puro di quello sve dese. I deserti pare siano un'imprevista fonte di benessere : anche i russi avrebbero scoperto in Mongolia immense riserve di materie prime. E' evidente l'importanza del Sahara. Se l'Europa perdesse il Medio Oriente (più r , e , n n i o r i à 0 o n o i o eba e a ù vulnerabile e più vicino all'URSS), vi troverebbe una altra fonte vitale di rifornimenti. Ma è chiaro che se nel Nordafrica non ritorna la tranquillità, è inutile cercar di portare alla luce quelle ricchezze. J'".ccordo tra francesi e tunisini e 'a pace in Algeria sono tanto indispensabili alla tranquillità del Mediterraneo occi dentale, quanto un compromesso fra arabi ed israeliani è necessario alla stabili tà del Medio Oriente. Nel mondo islamico nessuno attende i russi come liberato ri, il loro aiuto è accetta' to come il minor male; l'Occidente può ancora sai vare le sue posizioni, se di mostra coraggio e fantasia, ed è pronto a rischiare for ti capitali. Se riuscissimo a ristabilire almeno l'equilibrio nel Levante ed a legare solidamente il Nordafrica all'Euri ropa, per utilizzarne le risorse nell'interesse comune degli indigeni e nostro, il blocco occidentale si troverebbe in una posizione più sicura per trattare con l'URSS. Sarà così possibile affrontare la « coesistenza competitiva » con maggiori speranze di successo.
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