Due anni e tre mesi all'innamorato che perseguitò molte famiglie torinesi

Due anni e tre mesi all'innamorato che perseguitò molte famiglie torinesi Rimpiangerà in carcere i folli sfoghi della sua delusione Due anni e tre mesi all'innamorato che perseguitò molte famiglie torinesi Il Tribunale gli ha revocato la condizionale per una precedente condanna - Ha negato tutto - Ma la sua voce era stata riconosciuta dalle vittime - Voleva tare una rivista: "Gli scandali della settimana,. (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 21 febbraio. Tribunale di Cuneo, pres. dott. Baretti, giudici dott. Bianco e dott. Secco, p, m. dott. Spazvani. Un unico imputato.e una trentina di testimoni. L'imputato è un giovane magro, piccolo <U statura, bruno, vivace, S8 anni, nato a MiraveUa Imbaccari (Sicilia), residente a Torino, via XX Settembre 8, di nome Salvatore Giarmanà, di professione ebanista/. Presidente — Lei è innanzi tutto accusato di avere recato disturbo col mezzo del telefono ad Angelo Sodano, Bruno Segre, Paolo e Riccardo Arno, Maria Vincenza Avonto, Agostino Agricola, Goffredo Pieroni. Ciò con petulanza e biasimevole motivo nel 1954. e 1956. E' vero? Imputato — Nossignore, io que- non ho mai telefonato a sta gente. Presidente — Il SS aprile, il H ghigno, il 3 luglio e il 14 ottobre, lei ha turbato la regolarità dei servizi di soccorso e di pubblica assistenza facendoli accorrere senza necessità alle case di Riccardo Arno, Maria Vincenza Avonto, Agostino Agricola. Nega anche questo, f Imputato — Certo! Presidente — Lei ha telefonato al padre di Bruno Segre, minacciando suo figlio, magari con la formula vaga che « potrebbe avere qualche incidente per la strada >T (L'imputato risponde con un cenno negativo del capo). Altre minacce, sempre per telefono, lei avrebbe rivolto ad Agostino Agricola, perché scontento di una sua perizia psichiatrica che lo giudicava < sano di mante ma socialmente pericoloso », aggiungendo alle minaccia Ingiurie pittoresche e volgari. (L'imputato nega con cenni energici del capo e dell'Indice della mano destra). Infine, VII agosto del 1956, lei firmava di proprio pugno tre domande di iscrizione a tre diversi partiti politici, a nome e con l'indirizzo di Goffredo Pieroni. Imputato — Nossignore, quattro: partito repubblicano, partito monarchico, M.S.I. e Comunità. Ma fu il Pieroni stesso a chiedermelo, perché lui aveva la mano destra fasciata. Il presidente domanda se la richiesta d'iscriversi o quattro partiti non lo avesse stupito. L'imputato ha l'aria di rispondere che ciò non è poi così peregrino come sembra a' prima vista, e il P. M. ricorderà colui di cui parlava il Giusti e che < per àncora d'ogni burasca > teneva prudenzialmente « da dieci a dodici coccarde in tasca >. In quel lontano agosto 1956 il Pieroni e il Giarmanà sembra che fossero amici ma poi dovettero intervenire disguidi imprecisabili, tanto che oggi il Giarmanà non esita ad accusare il Pieroni di essere stato lui l'autore di tutte quelle telefonate moleste, aggravate dall'invio dei pronto soccorso per disgrazie immaginarie, ed anche di tassì non richiesti, di levatrici, di servizi di paste per dodici persone e anche più. ■' Ma è certo invece che il Giarmanà, invaghitosi della signorina Paola Arno, quantunque meno giovane di lui per vewt'aivni, e allontanato da lei dopo un minimo di fortuna iniziale, la tormentasse con telefonate continue, sino ad indurla a rinunciare al telefono e usare sempre tassì per sottrarsi a molestie stradali. La cosa finì in Pretura con la condanna del Giarmanà a 4 mesi, confermati dalla Corte d'Appello e dalla Cassazione. Pretore era il dott. Sodano e patrocinatore della signorina l'avv. Segre perito psichiatrico il dott. Agricola. Se le torture telefoniche e il resto prendevano di mira proprio questi tre (direttamente o indirettamente) come scagionarsi sul Pieroni t II Giarmanà sostiene che il suo examico « a perfetta conoscenza delle sue vicende sentimentali e giudiziarie > avesse, di tanto in tanto, buttato il nome di lui sulla linea telefonica, per nuocergli e soprattutto per confondere le piste. Goffredo Pieroni, nato ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani, è pressoché coetaneo del Giarmanà ma, a differenza di lui, apparentemente placido. Egli dichiara di essere impiegato al Municipio di Torino. P. M. — Ne siete sicuro t Sì, egli ne'è sicuro, ma proseguendo l'interrogatorio, lo è sempre un po' di meno, fino a quando ammette di esserlo ancora ma in qualità di < so speso », per le sue piccole noie giudiziarie. Se no, era agli uffici elettorali. Egli respinge le accuse del vecchio amico che, pare, divenne ex-amico, in seguito a un mancato finanziamento da parte di lui (cento mila lire) per la fondazione a Torino di un settimanale dal titolo: Gli scandali della settimana. Egli non ha mai avuto una mano fasciata e non ha mai autorizzato nessuno a fargli scegliere quattro Partiti tutti in una volta. Le deposizioni testimoniali dcsndgsff del pretore Sodano, dell'avvocato Segre, del dott. Agricola sono categoriche. Per un anno e mezzo il Sodano ricevette da 10 a 15 trilli di telefono al giorno (con silenzio dall'altra parte) fino a quando dovette cambiare numero. Una telefonata al Segre (raccolta dalla segretaria) accennerà trionfalmente a questa < sconfitta » del Sodano. Il Segre non dubita di avere riconosciuto la voce del Giarmanà. Altrettanto l'Agricola, al quale il telefonante misterioso, spintosi al macabro, fece comunicare la presunta, imminente morte di suo figlio in seguito ad incidente su «Vespa» e ammon. di stare attento < perché ho il sangue ardente, sono sici liano ». Il P. M., stigmatizzando in termini aspri, simili « sciacalli della società » che non esitano a distrarre « servizi preziosi » alla vita pubblica e a scagliare veleno dietro la trincea non facilmente individuabVe del telefono, chiede una condanna a 5 anni e a 6 mila lire di multa, più un anno di misura di sicurezza dietro la qualifica di un essere « socialmente pericoloso » per evitare il beneficio di possibili amnistie od indulti. L'avv. Sartoris; « junior », difensore di ufficio, si è battuto con estremo calore, prima chiedendo due volte il rinvio per un supplemento d'istruttoria, e poi discutendo sulla verità induttiva che prescinde da prove certe. Contro il suo difeso non v'è nulla di sicuro: Egli ha diritto ad una assoluzione, per lo meno con la formula dubitativa. Dopo un'ora e mezzo di camera di consiglio il Tribunale condanna il Giarmanà a 2 anni e 3 mesi, 9 mila lire di multa, più l'annullamento di una condizionale per 3 mesi e 4 mila lire. La difesa ha ricorso in appello. L'imputato Salvatore Giarmanà risponde alle domande

Luoghi citati: Alessandria, Cuneo, Egitto, Sicilia, Torino