Un innamorato avrebbe ucciso i cani perché disturbavano i suoi convegni

Un innamorato avrebbe ucciso i cani perché disturbavano i suoi convegni Un innamorato avrebbe ucciso i cani perché disturbavano i suoi convegni A Givoleito, in una notte, 14 animali avvelenati - Il responsabile sarebbe un giovane che s'incontrava la sera con la fidanzata - Identificati gli autori della sparatoria contro il segretario comunale (Dal nostro inviato speciale) Givoleito, 19 febbraio. I cani di Givoletto, San Gillio, Druent e località circostanti sono visibilmente avviliti. Da un momento all'altro le loro tradizionali abitudini sono state sconvolte da un avvenimento che, per 11 loro mondo, ha tutti gli aspetti di un romanzo giallo. Essi solevano badare, di giorno, alle abitazioni e alle cose del loro padroni, ognuno per proprio conto; ma, dopo il calare del sole, essi girovagavano alla ventura, provvedendo a un servizio di guardia, diremo così, collettivo. Abbaiava uno, abbaiavano tutti, salvando così la loro libertà e la pace della gente. Adesso, niente più vigilanza collettiva: ognuno è legato alla catena, di giorno e di notte. Tutto per colpa di Givoletto, dove, nella notte tra sabato e domenica (1-2 febbraio) Fido, Moretto, Bobby, Black e altri dieci cani si sono imbattuti in ghiottonerie dall'apparenza innocente e che viceversa li hanno uccisi. Esse erano condite alla stricnina. Nessun dubbio in proposito. S'era sospettato di arsenico « cianuro, ma l'esame necroscopico effettuato dal prof. Bisbocci, della clinica universitaria di Torino, ha concluso per la stricnina. Automaticamente la vita libera del cani, anche se civili, è diventata impossibile. Chi se ne è commosso di più è il segretario comunale di San Gillio e Givoletto, dr. Mario Masselli, che è anche « guardia zoofila». Egli, in collaborazione con i carabinieri e la Squadra Mobile di Torino, si è proposto di scoprire chi poteva essere questo, o questi, sterminatori di bravi animali. Fu cosi che girovagando di notte, 11 6 febbraio, gli toccò pure la avventura d'imbattersi in malandrini che scorazzavano con un'auto rubata e che gli spararono addosso, per fortuna senza colpirlo. Prima di tutto, si puntò su possibili ladri, annoiati dalla vigilanza collettiva che turbava 1 loro movimenti. Ladri di piccolo cabottaggio, polli conigli. Per due volte, il parroco di Givoletto, don Francesco Garretto, aveva visto il suo pollaio t sparire », con oltre 30 vittime la prima volta e una dozzina la seconda. In una cascina con tre cani, è dopo l'avvelenamento dì tutt'e tre che si registra un furto. Indizi seri. Epperò, come mai, l'unica zona ad essere offesa così, è il comune di Givoleto che conta poco più di 500 abitanti e poi lame in proporzione, mentre, non molto lontano e con prede più ricche, dove non mancano ladri di cortile, i cani non sono condannati a morte? E allora s'è pensato piuttosto all'amore. Risulterà che un torinese ha 11 suo cuore a Givoletto, dove egli si reca spesso e, per ragioni particolari, di notte. Egli desidera non essere veduto. I cani abbaiano, la gente si affaccia, lo vede, e ride. Il cuore ha ragioni che la ragione non intende, e non ama le persone che si divertono a sue spese. E' questo innamorato che ha ridotto tanti cani al silenzio, per sempre? Ciò sembra molto probabile, ma non si sa nulla di definitivo in proposito. Intanto sono stati identificati quei due sparatori dall'auto rubata contro il dr. Masselli. Sorpresi dai carabinieri in una sala da ballo a Robassomero, essi si sono gettati da una finestra alta sette metri dal suolo, riuscendo a prendere il largo ma abbandonando i loro cappotti con dentro le proprie carte d'identità. Si tratta di due pregiudicati. a. a.

Persone citate: Francesco Garretto, Mario Masselli, Moretto