Parlano il querelante ed i due laurini imputati

Parlano il querelante ed i due laurini imputati Tju. lite giudiziaria netta famiglia monarchica Parlano il querelante ed i due laurini imputati il processo è stato rinviato al 10 marzo per udire i testimoni Napoli, 17 febbraio. E1 continuato stamane dinanzi alla VII Sezione del Tribunale il processo a carico di Eugenio Cutolo e Angelo Maggi, rispettivamente direttore e collaboratore del periodico monarchico - laurino L'Idea, imputati di diffamazione a mezzo della stampa per aver contestato all'on. Alfredo Covelli — come già pubblicammo il 17 gennaio nel resoconto della prima udienza — di avere accumulato una ingente fortuna in beni immobili indicata in un primo momento in 80 e successivamente in 150 milioni laddove il segretario nazionale del P.N.M. — secondo l'affermazione deg'i imputati — non disponeva all'inizio della sua attività politica che di una modesta e precaria situazione patrimoniale. L'udienza odierna ha registrato scontri vivaci e talvolta duri fra i difensori degli imputati avv. Cataldo, D'Angelantonio e Botti e i rappresentanti della Parte Civile, avvocati De Marsico e Parrllli. Anche il tono pomposo e oratorio del primo imputato è servito a eccitare gli animi. Eugenio Cutolo ha detto: « Non ho inteso diffamare l'on. Covelli. Nella mia qualità di giornalista monarchico non potevo ignorare le notizie che mi pervenivano sull'arricchimento dell'on. Covelli di cui parlavano nei comizi i suol avversari. Nel mio articolo ho chiesto all'on. Covelli se tali notizie fossero esatte e mi sono dichiarato disposto a pubblicare con la stessa evidenza di stampa tutte le sue eventuali smentite, che non sono venute. Tra l'altro venne a mia conoscenza che la principessa Olga Alitata versava ogni mese all'on. Covelli due milioni, di cui solo uno veniva versato alla cassa del partito, mentre l'altro era da lui trattenuto, e ignoro per quale motivo». Dopo questa dichiarazione, viene sentito Angelo Maggi, autore d'un solo articolo tra quelli incriminati. Il Presidente gli chiede: < Che cosa ha inteso dire quando ha parlato di " intrallazzi " tra l'on. Covelli e i democristiani?» Maggi ha risposto: < Vi sono stati contatti tra Covelli e una alta personalità democristiana, che si sarebbe impegnata a saldare il peso del giornale II popolo di Roma, come risulta dalla relazione del curatore nella procedura fallimentare di tale giornale ». Avv. Parrilli: « Quando l'imputato ha scritto H suo articolo, era a conoscenza di quanto pubblicato in precedenza dallo stesso giornale, che cioè l'on. Covelli. avrebbe ricevuto 50 milioni quale contropartita del voto favorevole da parte dei deputati e senatori del Partito Nazionale Monarchico nelle elezioni del Presidente della Repubblica? > Su tale domanda l'atmosfera diventa infuocata^ Il Pubblico Ministero fa sua 'a domanda e incalza l'imputato, mentre 1 difensori di quest'ultimo vi si oppongono energicamente, richiamandosi al contenuto dell'unico articolo scritto dal Magi. Il presidente, dopo un categorico monito di sospensione dell'udienza, riesce a ristabilire la calma e rivolge la domanda all'imputato, il quale dichiara che era a conoscenza dell'altro articolo, ma che non vi fece riferimento allorché parlò di « intrallazzi ». Viene richiamato l'imputato Cutolo, che riprende 11 suo tono oratorio ed è invitato dal suo stesso difensore avv. Botti a fare a meno delle c frasche >. Interrogato sull'episodio del cinquanta milioni, dichiara: < Con profonda amarezza venni a conoscenza che in occasione della votazione al Parlamento per la nomina del Presidente della Repubblica, Covelli avrebbe Invitato i suoi amici a fingere di votare per Merzagora e a votare invece per Gronchi e ciò perché il primo era appoggiato dai gruppi finanziari che sovvenzionavano il partito e in annotila a un sopraggiunto accordo con una alta personalità della destra democristiana, che si era messa d'accordo con la sinistra della D.C. per la elezione di Gronchi ». E' quindi la volta della parte lesa on. Covelli, che con un tono di voce pacata e sommessa riporta la calma in aula: « Circa le mie proprietà preciso che quella di Bonito l'ho ricevuta In eredità da mio padre per quattro quinti e successivamente l'ho ampliata con i miei risparmi. Il fondo in località Mirabella l'ho comprato Insieme alle mie cognate e ad un amico e ho contribuito nella misura di due milioni e mezzo con i beni dotali di mia moglie. Tali beni mi appartenevano da epoca precedente la scissione del partito monarchico e nessuno degli allora amici ed oggi avversari mi ha mai mosso addebito di sorta->. Invitato dal Presidente a fornire chiarimenti in merito a un documento esibito dalla difesa, attestante che la società Usisa si è inserita quale creditrice di 72 milioni nel fallimento del « Popolo di Roma » Covelli afferma che si è tentato di coinvolgerlo nel fallimento della società che gestiva il giornale, ma che nel suoi confronti 11 giudice delegato ha proceduto a uno stralcio nella misura di una modestissima somma per eventuali liquidazioni per i giornalisti per ti periodo della collaborazione. Messo di fronte a documenti esibiti dall'avv. Capaldo attestanti la proprietà di 5 automobili da parte dell'on. Covelli, questi ammette il fatto ma dichiara che tranne una di sua proprietà, si tratta di macchine appartenenti al partito.

Luoghi citati: Bonito, Mirabella, Napoli, Roma