Il governo francese ignorava l'ordine del bombardamento in Tunisia di Sandro Volta

Il governo francese ignorava l'ordine del bombardamento in Tunisia - ■ ■ Dichiarazioni del ministro Pineàu alla Commissione degli Esteri Il governo francese ignorava l'ordine del bombardamento in Tunisia Parigi si assume tuttavìa la responsabilità dell'iniziativa militare - La Francia ricorre al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per le "ripetute violazioni della frontiera algerina da parte'di elementi armati venuti dalla Tunisia,, - 11 presidente Burghiba respinge le richieste per la libera circolazione delle truppe - Elicotteri riforniranno le guarnigioni bloccate (Dal nostro corrispondente) Parigi, 14 febbraio. Pierre Benard, incaricato di Affari di Francia in Tunisia, ha trasmesso al Quai d'Orsay una nota che gli è stata consegnata stamani dal gooerno tunisino, in risposta a quella che il governo di Parigi aveva inviato ieri a Tunisi. Nelle, sui risposta, la Tunisia respinge le richieste della Francia-reta tive all'approvvigionamento m alla Ubera circolazione delle truppe francesi di guarnigione in Tunisia, e rifiuta perciò le condizioni che il governo frtssFrHppcparddaiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii francese aveva posto per la ripresa delle trattative francotunisine. TI tenore di questa nota, insieme al ricorso che .la Tunisia ha presentato contro la Francia al Consiglio di Sicurezza deil'ONV, indicano che Habih yiurghxba, non potendo probabilmente resistere alla pressione dell'opinione pubblica araba, ha ormai deciso di portare l'incidente, di Sakiet alle estreme conseguenze. TI ricorso tunisino al Consiglio di Sicurezza non è infatti fondato sul capitolo VI della Car¬ tiiitiiitiiiiniiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiifiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiii ta delle Nazioni Unite, che tratta il regolamento pacifico delle controversie, ma sul capitolo VII, relativo alle minacce contro la pace ed agli atti di aggressione. Burghiba si propone, cioè, di ottenere la condanna esplicita della Francia, che senza dubbio faciliterebbe le sue rivendicazioni sulla completa evacuazione delle forze francesi dalla Tunisia, compresa la base di Biserta. L'inaspettato irrigidimento dell'atteggiamento tunisino ha costretto il governo francese a capovolgere la sua politica iiiiiiiiiiiitiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiitifiiiiiiiiiiiiiiiiitii o o nel giro di poche ore. Dovendosi considerare superate in questo frattempo le dichiarazioni che Christian Pineau aveva fatto ieri sera all'Assemblea nazionale, il Quai d'Orsay ha deciso stamani di presentare a sua volta un ricorso al Consiglio di Sicurezza contro le ripetute violazioni della frontiera algerina da parte di elementi venuti dalla Tunisia. < E' una mossa rivolta ad alleggerire il peso di un'eventuale condanna della Francia per il bombardamento di Sakiet, bilanciandone le ripercussioni con una non meno probabile condanna della Tunisia, per avere favorito lo sconfinamento dei ribelli algerini. Però, prendendo questa iniziativa, il governo francese ha ormai accettato ciò che si era sforzato finora di impedire, ossia l'internazionalizzazione dei problemi dell'Africa Settentrionale. E' stato lo stesso Christian Pineau che ne ha dato stamani la notizia nel corso di una riunione della Commisxio-\"ne parlamentare degli Atf^riiresteri, in cui non -ono man¬ cdtèpeglccuepmmzrttCvzcsrgcate le note sensazionali ìer alcune critiche rivolte ai governo do esponenti di partiti che fanno capo alla maggioranza ministeriale. Il ministro degli Esteri ha detto che la questione di Sakiet si presenta sotto un aspetto doppio: da una parte c'è l'uccisione di donne e bambini, che la Francia deplora, e propone perciò d'indennizzare le famiglie delle vittime. Dall'altra parte, ha detto il ministrò* viene accusata, la Francia di incursione in territòrio tunisino, però anche In Francia accusa la Tunisia di ingerènza e di ripetute violazioni della sua frontiera. Im-'\ ppigisiidvPMedncdckst p.s-;;:;l o o e e o 1 a i però aggiunto che il governo francese non intende chiudere tutte le porte ad eventuali trattative dirette con la Tunisia, pur avendo preso le opportune misure per il caso che il conflitto dovesse acuirsi: lo stato maggiore ha, infatti, già preparato il piano per il rifornimento delle guarnigioni militari francesi in Tunisia per mezzo di elicotteri che partiranno dalle basi algerine. Rispondendo ad una delle molte domande dei parlamentari membri della Commissione, Christian Pineau ha dichiarato, nel modo più, esplicito, che il governo francese non era informato del bombardamento di Sakiet. Neppu\re il presidente del Consiglio e il ministro della Difesa nazionale erano stati consultati: l'iniziativa è stata presa dal comando locale, però il governo si considera moralmente obbligato a coprire la responsabilità dell'operazione. Questa dichiarazione ha provocato commenti molto vivaci dai rappresentanti dei gruppi parlamentari presenti alla riunione. Il socialista Daniel Mayer ha osservato che il governo si contraddice quando decide di coprire l'operazione nello stesso tempo che dichiara di non esserne informato. Ancora più aspro è stato l'ex - presidente del Consiglio Robert Schumann, il quale, tu un tono fortemente polemico, ha detto di non capire come un comando locale abbia potuto ordinare l'operazione, all'insaputa dei superiori comandi, facendovi' partecipare venticinque apparecchi da bombardamento, alcuni dei quali erano stati fatti venire dalla base aerea di Cognac, in Fran- iiMiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii " » r,wT"ì,5 "*l re'iPoni,abiMa delPassato. Quecia. L'autorevole parlamentare d.c. ha affermato che, per conto suo, quella di Sakiet non è una risposta, ma una rappresaglia,- è dunque un fatto estremamente grave, che pregiudica la Francia davanti alle istituzioni internazionali. c II vostro governo — ha concluso adiratissimo — non ha una dottrina ». Anche i socialisti Jules Moch e tiavary hanno condiviso il punto di vista di Robert Schumann. mentre Pierre Coi si e meravigliato che nessuna sanzione sia stata presa contro i responsabili del bombardamento. Il radicale Hemu, sostenuto anche dall'ex-presidente del Consiglio René Pleven, ha trovato strano che si parli d'iniziativa locale per una impresa che tutti sanno come fosse] stata preparata. Christian Pineau ha allora risposto confermando che il governo ritiene di dovere co prire ciò che è accaduto, pur prendendo le misure rivolte aìimpedire che fatti dello stesso ': genere possano ripetersi: però ! il governo deve prendere la\ sta affermazione è stata uccol-' in dai mormorii di quasi tutu i presenti e dalle interruzioni degli ex-presidsnti René Pleven e Robert Schumann. Riassumendo la discussione, Pleven ha messo in guardia il Ministro degli Esteri contro un eccessivo ottimismo provocato dal voto dell'Assemblea Nazionale di mercoledì scorso, perché, hi affertilito, molti di coloro-che hanno votato a favore del governo, lo hanno fatto per evitare la crisi in un momento cosi difficile, però non sono d'ac- cordo con ciò che è stato fatto. Il punto di vista dei socialisti e dei democristiani pare che prevalga net gruppi che fanno parte della maggioranza immateriale, ed è probabilmente \n questo senso che il Quai d'Orsay sta svolgendo un'attività molto intensa, anche se, ufficialmente, non se ne conoscono ancora gli sviluppi. Può essere tuttavia interessante registrare a questo proposito che ti consigliere dell'ambasciata tunisina a Parigi, Berghaoui, incaricato d'affari dopo il richiamo dell'ambasciatore, è stato ricevuto stasera da Christian Pineau, con it quale ha avuto un lungo colloquio. A queste trattative è ancora isscnte il Presidente del Consiglio, che, a causa dell'influen- za che lo ha colpito, anche oggi non ha potuto prendere parte a un consiglio interministeriale Le condizioni di salute di Felix Gaillard stanno però mi- 'inorando ed è possibile che par'ecipi al Consiglia dei Ministri, indetto per domattina sotto la presidenza del Presidente della Repubblica. Sandro Volta :— ì l Cili dll'ONU