Il libero Comune

Il libero Comune Il libero Comune Negli scrittori politici di cento anni or sono si dà per pacifico che l'amministrazione locale sia la grande scuola ove il popolo apprende a considerare la cosa pubblica come cosa sua, a discutere problemi d'interesse generale. Nelle tradizioni di governo locale si sono sempre viste le salde basi del liberalismo inglese, mentre da noi l'instaurarsi di ordinamenti liberi seguiva su terreno dove la vita locale (remota l'epoca dei Comuni, fioriti del resto solo in alcune regioni) aveva una tradizione di reggitori nominati dall'alto,, controllati e compressi da funzionari governativi; di corpi civici composti sempre da membri delle stesse famiglie, cfie talora avevano amministrato la cosa pubblica come padri, ma più spesso come proprietari (chi non ricorda in Mastro Don Gesualdo la scena dell'appalto del fitto delle terre comunali?). Nella Svizzera, modello di democrazia, già oltre cent'anni or sono in ogni comunèllo l'assemblea dei padri di famiglia decideva degli affari civici; e chi appena sosta in una città svizzera, dai manifesti, dai titoli dei giornali, subito si accorge quanto fiorisca la vita municipale e cantonale. Più interessante conversare con amici degli Stati Uniti; noi subito entriamo a parlare della vita politica, degli organi federali; ma ci accorgiamo che le loro preoccupazioni, e soprattutto le loro passioni, le loro^ indignazioni, ciò che più li scalda, tocca la vita municipale e dei singoli Stati. L'Italia liberale aveva constatato subito quale scuola fosse l'amministrazione locale per la formazione dell'uomo politico. Da Antonio Di Budini all'indimenticabile Marcello Soleri, molti erano venuti dal seggio di sindaco; ed anche chi era giunto alla politica per altra via, sentiva la necessità di un legame con gli enti locali: Giolitti e Boselli erano zelanti presidenti di Consigli provinciali.' Si rimproverava alla vita delle nostre amministrazióni locali di essere troppo inquinata di politica; ma questo era fino ad un certo punto naturale, non potendo l'una o l'altra concezione politica od economica non ripercuotersi nell' amministrazione della cosa pubblica (fisima od ipocrisia di reazionari che non osano confessarsi tali, il qualunquismo, l'idea di criteri di governo che astraggano dai principi su cui si formano i partiti), e costituiva lo scotto necessario perché si potesse verificare la osmosi dal governo del Comune o della Provincia a quello dello Stato. ' Che la via naturale delVallargarsi degli interessi, partendo dalla famiglia, passi per l'ente locale prima di giungere allo Stato, ai è del resto subito visto al ritorno degli istituti di un popolo libero, appena caduto il fascismo: subito abbiamo riavuto i Consigli comunali e provinciali politicizzati, le ascensioni alla vita politica dal piedestallo della vita locale. E, di fronte ad un molto tenue numero di cittadini «ideologi», che pensano ai sommi problemi, ai destini del mondo, e sono insofferenti di guardare a quelli della loro casa, c'è un numero immensamente maggiore che non spinge lo sguardo troppo lontano, che ritiene sia possibile migliorai le sorti del proprio Comune o della propria Provincia, ma che occorra lasciare a Dio quelle del mondo. In queste constatazioni, ed altresì nel ritenere che un Paese libero deve avere amministrazioni locali con le mani non legate, tutti d'accordo. Non più nel volere veramente, non a parole, autonomie locali. Chi scorre la nostra legge comunale constata come tutto sia regolato uniformemente; un enorme numero di funzioni e di spese obbligatorie per tutti indistintamente i Comuni. Anche i più poveri non possono sottrarsi a certe funzioni (che spesso integrano compiti di Stato, di cui questo dovrebbe logicamente sostenere l'onere), anche i più ricchi non possono, o solo col beneplacito delle autorità tutorie, assumere certe iniziative. L'idea anglosassone — che l'amministrazione locale è scuola di democrazia in quanto il ccadeacr—sacgdndultldcgttccissamsratpddrdlddlbzpntèCrrgrtlmn corpo elettorale deve toccar con mano le conseguenze di aver votato in un certo modo, che 1' amministrazione eletta deve poter agire fino a che il magistrato non constati l'illegalità dell'operato degli amministratori — è estranea a noi. Eppure sono convinto che sarebbe attuabile senza gravi pericoli, solo che si accompagnasse alla creazione di giudici amministrativi regionali, che decidessero rapidamente, r col reintrodurre un sistema di azioni popolari, sì che il cittadino potesse come tale chiedere la declaratoria di illegalità di certe delibere. Ulteriore cautela, il referendum per gli atti di. maggiore importanza, occasione per i partiti avversi di mostrare idee chiare su problemi di cifre. La tutela è invece da noi continua: quel ch'è peggio, intensamente politicizzata ; sicché non opera dove ci sono amministrazioni care a ministri o deputati di maggioranza, soprattutto se si tratti di centri maggiori; ma può invece essere altrove vessatoria. I prefetti sono in genere ottime persone, neppure guastate dallo spirito di corpo; non di rado, nominati consiglieri di Stato o della Corte dei Conti, reagiscono all'operato dei loro colleghi di ieri. Ma la tradizione della Prefettura organo politico, del prefetto il cui banco di prova sono le elezioni nella sua Provincia, è più che secolare. Talora all'amministrazione colpita dall' annullamento di una sua. delibera non è neppur dato ricorrere al Consiglio di Stato; l'autorità tutoria le nega l'autorizzazione. E fra tante leggi d'iniziativa parlamentare, non ce n'è stata una per togliere questo assurdo dell'avversario che si fa primo giudice su fondamento del reclamo sloStdrTaqudagr| rsttsftgrctvmnsnnsssplmlsbrarmtdgmmmgpdmntéra diviene subito tiepido delle autonomie locali che magari fino a ieri patrocinava. Ed a queste si oppone non solo la burocrazia statale, gelosa delle sue funzioni, ma anche la burocrazia degli umili. Per vaste categorie la somma ambizione è di essere statali; anche se non! L^ACosl ogni partito al po*fàtiniimiiiMmmniiiininimmmiimminmmii e e n e i e i è n l r o si saprebbe mai scorgere il loro utile di dipendere dallo Stato piuttosto che da certi Comuni con ottime tradizioni di buon governo, di rettitudine, di generosità. Tutti sentono quale strana autonomia dei Comuni sia quella, in cui il capo degli uffici non dipende dal sindaco ma dal prefetto; peraltro l'intera classe dei segretari comunali si ribellerebbe ad una legge che li | restituisse ai Comuni, come seguiva prima del fascismo. Il buon governo degli enti locali non è incoraggiato dall' alto. Gli amministratori di grandi città, che faticosamente riescono a tenere il bila icio in pareggio, debbo-o fare amare riflessioni sulle leggi speciali con cui si viene in aiuto a città, forse non più povere, ma certo peggio amministrate. Se almeno si ponesse la regola che l'aiuto statale può consistere solo nell'assumere certe funzioni del Comune; no, si versano miliardi in casse costantemente male gestite. E' proprio vano augurarsi che nella imminente campagna elettorale si esca dalle astrazioni e dalle polemiche sulle tendenze, si parli meno di politica estera, si pongano sul tappeto problemi concreti? Se questo fosse a sperare, ogni partito dovrebbe agitare il problema del libero Comune: che potesse in massima scegliersi i compiti (strettissimo il numero delle mansioni che la legge dovrebbe imporgli J ; con maggior respiro anche in materia tributaria; con am* ministràtori, i cui atti illegittimi potessero venire rapidamente annullati dal giudice amministrativo ; soggetti a pagare in proprio, ma non inceppati dalla tutela quotidiana e che sempre distingue figli della mano destra e della mano sinistra; con l'avvento di quel o e a e a n! Arèf.eren-dum di cui sono oo*fàì timidi accenni nelle nostre leggi, e-che se sòl terreno nazionale e politico è arma che offre noti pericoli, è invece strumento benefico, elemento di educazione, quando abbia ad oggetto problemi locali, scelta fra tributi, assunzione o dismissione di pubblici servizi, piani regolatori. A. C. Jemolo miiimiiuMiiiMumnìn

Persone citate: A. C. Jemolo, Antonio Di Budini, Boselli, Giolitti, Marcello Soleri

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Svizzera