Il comunista Marcel Cachin decano dello Camera francese

Il comunista Marcel Cachin decano dello Camera francese LA MORTE DI UN PERSONAGGIO CARATTERISTICO Il comunista Marcel Cachin decano dello Camera francese Aveva novantanni, era popolare, tutti lo conoscevano per la sua attività rivoluzionaria, le battaglie e le prigionie,l'abilità oratoria Ora il più vecchio deputato francese è il canonico Kir Un tipo originale, buongustaio e di gran coraggio • Con nove pallottole in corpo, ritto in piedi, mise In fuga i miliziani di Vichy coprendoli di ingiurie Le sue battute sono celebri e divertenti (Nostro servizio particolare) Parigi, 1? febbraio: E' morto stamane a Parigi il vecchio deputato comunista Marcel Cachin, all'età di 89 anni. Da parecchi mesi non lo si vedeva quasi più nel corridoi di Palazzo Borbone, -dove là sua figura era molto popolare, soltanto di quanu , in quando, in occasione delle discussioni parlamentari molto importanti, egli ricompariva, e scorgendo il suo capo canuto e i suoi baiti bianchi in prima fila del folto gruppo comunista si capiva subito che era giorno di battaglia. Fino all'ultimo momento Marcel Cachin è apparso robustissimo, malgrado l'età avanzata, e particolarmente lucido e conH battivo. Era il decano della Camera e probabilmente anche del partito comunista francese. Professore di filosofia, egli entrò nella vita politica nel 1900, all'età di 31 anno; fu eletto deputato per la prima volta nel 1914 ed aveva già 51 anno, nel 1920. quando il partito comunista nacque dalla scissione socialista avvenuta al congresso di Tours. Marcel Cachin a quell'epoca era già illustre e noto nel mondo intero. Fu lui che, nel 1915, convinse Mussolini, che allora era socialista e direttore dell'Acanti.', dell'opportunità di scatenare una campagna in favore dell'intervento dell'Italia a fianco della Francia nella guerra contro l'Austria e la Germania. Fu pure Cachin che nel 1917 si recò a Pietrogrado per tentare di convincere Kerensky e il suo governo provvisorio a continua, re la guerra contro la Germania. E fu ancora Marcel Cachin a ritornare in Russia alla fine della prima guerra mondiale, dopo essere stato rieletto deputato di Parigi, per portare a Mosca l'adesione del partito socialista francese alla Terza (n,c.rnazionaie L'anno successivo in seguito alla scissione di Tours, era fra i fondatori del partito comunista francese, di cui fu da allora e senza interruzioni un dirigente attivo. Uomo di vasta cultura e di intelligenza aperta, direttore dal 1918 del giornale Humanitè, Marcel Cachin fu varie volte incarcerato a causa della lotta che, coraggiosamente, egli sosteneva in difesa delle sue idee: nel 1922 per la sua campagna contro l'occupazione della Ruhr; nel 1927-1928 per la campagna contro la guerra del Riff (Marocco); nel 1940, quando i tedeschi occuparono la Francia, sebbene egli avesse approvato, insieme con gli altri deputati comunisti, 11 patto tedesco-sovietico. Fu liberato un anno dopo, e contemporaneamente 1 muri di Parigi furono ricoperti di manifesti che riproducevano il brano di una lettera con cui Cachin deplorava gli attentati individuali contro i soldati tedeschi e invitava i lavoratori francesi a rimanere calmi. La lettera a cui abbiamo accennato, e un tentativo di far ricomparire X'Humamté a Parigi all'inizio dell'occupazione tedesca, gli furono aspramente rimproverati dopo la Liberazione, ma egli si difese contestando il secondo fatto, che non potè essere provato, e sostenendo, circa la lettera, che i tedeschi avevano abusato della sua posizione di prigioniero. Fu comunque membro dell'assemblea consultiva, po' delle due costituenti e, infine, deputato al Parlamento. Era il decano della Camera, ina non riusci mai ad esserne il presidente a causa della sua appartenenza politica, sebbene ogni anno egli presentasse regolarmente la propria candidatura. Ma ogni anno, in qualità di decano, pronunciava il discorso di apertura della sessione parlamentare, ed in quella circostanza le gallerie erano sempre affollatissime per ascoltare il vecchio rivoluzionario che sapeva utilizzare con molta abilità gli slogans del suo .partito. Con Marcel Cachin scompare un uomo che anche i suoi avversari stimavano e che ha avuto una parte attivissima negli avveni¬ menti mondiali della prima metà del secolo. Un deputato molto pittoresco succede alla Camera in qualità di decano al rivoluzionario comunista: è il canonico Felix Kir, sindaco di Digione, Combattente della prima guerra mondiale, resistente della seconda, il canonico Kir è il tipo di prete alla « don Camillo », che sa apprezzare anche ì beni terreni nonostante ì suoi 82 anni che, del resto, non dimostra E' ancora sveltissimo e la sua faccia rubiconda sotto i folti capelli bianchi dimostra che l'« abbé Kir », come lo chiamano alla Camera, sa separare benissimo i problemi della fede da quelli del buongustaio. A Digione, dove è amatissimo dalla popolazione che lo rielegge regolarmente dal 1946 in qua, egli ha creato persino una specie di aperitivo: un miscuglio di vino bianco di Borgogna « aligoté » e di sciroppo di more, di cui i digionesi fanno un largo consumo, così come ridono di cuore alle sue numerose battute. Quando i tedeschi lo condannarono a morte perché, fra l'altro, aveva favorito l'evasione di ben 6 mila prigionieri, ai quali aveva procurato falsi documenti di identità, egli obiettò: < Meglio io che un altro. Sono vecchio e non ho moglie ». La sentenza non fu eseguita, ma i miliziani di Vichy tentarono poi di assassinarlo prima che i tedeschi evacuassero la Francia. Essi tuttavia fuggirono spaventati perché il canonico continuava ad insultarli rimanendo in piedi sebbene fosse colpito da nove pallottole. A Digione egli va sempre in giro per la città; si diverte ogni tanto a prendere dalle mani di un agente il bastoncino bianco e a dirigere il traffico: c E' facile come dare la benedizione », dice Nei comizi elettorali la sua forza è l'ironia, e anche al Parlamento le sue battute sollevano sempre le risate. Di recente, durante una discussione sugli assegni familiari, ■ un deputato comunista lo volle ringraziare dell'appoggio che egli dava alla sua tesi, e disse: «Il collega ha tanto più merito in quanto, essendo abate, non ha figli ». Si alzò di scatto 11 canonico, ribattendo: « E lei che ne sa? ». Questo è l'uomo che succederà al rivoluzionario Marcel Cachin. Non c'è dubbio che le gallerie continueranno ad essere affollate quando egli pronuncerà alla Camera il discorso annuale di apertura. Loris Mannuccì