"Nessun attacco vaticano alla nostra indipendenza,,

"Nessun attacco vaticano alla nostra indipendenza,, "Nessun attacco vaticano alla nostra indipendenza,, a n , l n i e a n à : ti li al rao e a an n el o e, nie, e o ni re elpe e il o a o a ea e o a aa n ro nnso a aea oato tese la uo onmra la e, di! la ve za (Nostro servizio particolare) Roma, 12 febbraio. Su iniziativa dell'opposizione Camera e Senato si sono oggi divisi il compito di attaccare il governo sulla questione dei rapporti tra Stato e Chiesa cattolica e sulle ingerenze del clero negli affari della politica italiana e della cosa pubblica. Alla Camera si trattava dell'ormai veochia mozione dell'onorevole Gullo, che reclama una garanzia del governo c contro ogni illegittimo intervento dell'autorità ecclesiastica diretto a limitare la libertà di voto nell'imminenza della consultazione elettorale >; al Senato gli argomenti si fondavano su fatti più recenti, quali le «intimidazioni del cardinale Ottaviani a causa delle opinioni espresse da un ministro nel Consiglio dei ministri » (ci si riferisce al caso dell'on. Del Bo e l'interpellanza era del senatore Donini), e la questione della precedenza delie autorità ecclesiastiche in pubbliche cerimonie (ci si riferisce al viaggio di Gronchi in Sardegna e alla < precedenza > concessa all'Arcivescovo di Cagliari; e -l'interpellanza era di Lussu). V'era poi un terzo argomento — ma questo vecchio — relativo agli apprezzamenti del ministro Andreotti sul comportamento della Magistratura verso il Vescovo di Prato, mons. Fiordelli, rinviato a giudizio per avere definito pubblici concubini i coniugi Bellandi, sposatisi col solo rito civile; ma di questo argomento il presidente del Consiglio si è presto sbrigato, dicendo al senatore Papalia, presentatore di una interrogazione, di avere già risposto In proposito al Senato. Più importante, dunque, la interpellanza di Donini, che fu ambasciatore d'Italia a Varsavia durante 11 periodo della collaborazione comunista al governo. Egli ha inquadrato il «caso Del Bo>, e cioè le divergenze del ministro sul tema dei rapporti tra Est ed Ovest, nella più ampia cornice dei rapporti internazionali, per poi passare agli attacchi rivolti allo stesso Del Bo dall'Az:one Cattolica e dal card. Ottaviani su II Quotidiano. Il rabbuffo rivolto dal pro-Segretario del Santo Uffizio, caldina-. le Ottaviani, all'on. Del Bo nFlncavicpcniCsdvcèdsHrMmval<icdfnsdcdnczggivorrebbe significare che male ha fatto il ministro — secondo la Chiesa — a non tener conto delle prospettive ecclesiastiche per sostenere, invece, una « politica italiana autonoma e indipendente ». Appunto pei questo, l'interpellante ha voluto chiedere cento al presidente del Consiglio di «un atto di ingerenza codi grave nelle faccende interne italiane» Zoli ha rifatto la storia del Consiglio dei ministri nel | corso del quale il ministro j Pella lesse, la lettera di rispoI sta a Bulganin: « Non vi fu dibattito o contrasto. Furono cambiate alcune virgole, talune parole. Il ministro Del Bo palesò alcune perplessità di carattere non sostanziale. Si i trattò di osservazioni personali, già per altro rese note in precedenza sui giornali dallo stesso ministro. Da questo atjjj I teggiamento nacquero le di| storsioni e le polemiche di i stampa. Fu Del Bo che la mattina del 21 gennaio chiese di essere ricevuto da me per a-1 < una rettifica di carattere fe-eo-i nerico » e per una leale daft-'fermazione della sua fiducia nel presidente del Consiglio. Fu deciso un comunicato. Nella stessa mattina II Quotidiano pubblicava l'articolo del card. Ottaviani, ma io non lo avevo letto. Quando ne presi visione, volli ugualmente che il comunicato contenente, il chiarimento su'Del Bo venisse pubblicato. Volli dimostrare con ciò che non subivo alcuna influenza esternai Dopo aver riaffermato che le illazioni tratte dall'articolo del Cardinale sono « arbitrarie e senza fondamento >, il Presidente ha osservato che il rilievo del Principe della Chiesa contro i « preti armeggioni » è una conferma della volontà del Vaticano di non immischiarsi nella politica italiana. Ha poi difeso Del Bo e la sua rettitudine dicendo che non al Ministro si doveva attribuire 11 monito contro < coloro che, invece di difendere la Chiesa, si alleano con i massacratori della Chiesa >, sibbene ad altra < gente ben individuabile >. Legittimo, a detta di Zoli, è il monito del Cardinale verso i cattolici che hanno il dovere di difendere la Chiesa: «Da parte mia ho giurato di rispetare e far rispettare la Costituzione e non verrò mai meno a questo solenne impegno. Debbo, però, dire che nessun tentativo è star to posto in atto da parte ecclesiastica per menomare l'indipendenza dello Stato italiano. Ma debbo anche dichiarare che, come cittadino e come cattolico, sia pure nella mia funzione di presidente del Consiglio, non posso non tener oocito sul piano morale degli insegnamentì che promanano da un'altissima cattedra». Al senatore socialista Lussu, iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiniiimiiiiiiiiiiiiiiiiiimimi Zoli ha ricordato che in occasione della visita in Sardegna del Presidente della Rcpubbli ca nessuna autorità ecclesiastica fu anteposta alle autorità italiane: « V'è un'antica con suetudine, per cui il Capo dello Stato, dopo avere ricevuto collettivamente l'oma-ggio delle autorità politiche, civili e militari, si apparta in una saletta per ricevere l'omaggio dell'autorità ecclesiastica, e, nel caso in questione, dell'Arcivescovo di Cagliari. Nessuno è presente allo scambio di cordialità. < Non si è trattato di riceve re il prelato "prima" degli altri, ma "separatamente" dagli altri. Che c'è di male? Si è sempre seguita questa procedura ovunque, non soltanto in Sardegna. La < circolare > sulle precedenze pone in quarta categoria il Vescovo, ma si tratta dell'Ordinarlo militare, che ha una sua precisa carica. Nul- asadSmncdnlaardlodmpmdla a che vedere, dunque, con|dl'omaggio appartato d'un pre-lsule che rappresenta uno Sta-1 to sovrano». Anche in questo'caso, ha concluso Zoli, non sl'può parlare di < clericalizzazio no, di c violazione costituzio- nale», ecc.. Lussu si è molto ri- sentito di questa risposta: < Al tempo del fascismo - ha detto \ — 1 parlamentari occupavano i nelle precedenze 11 secondo po- sto ed i prelati il quinto. Io an-1 tifascista non ho altro da ag-igiungere». \... _ .,1 Alla Camera, trattandosi di;una mozione, per cui chiunque; lo voglia può intervenire nel dibattito, due deputati democristiani, Galli e Manzini, sono intervenuti a rispondere al! comunisti Luciana Vivianl e| Grilli. L'onorevole VIviani se' l'è presa con < l'ingerenza eie ricale nel settore dell'assistenza», tornando sulla vecchia questione della P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza) < alla quale sono stati ceduti i beni della eXiO;i.L., valutati nel '48 a 160 miliardi di lire». « Badi — ha rettificato il ministro Medici — che quei beni sono valutati oggi intorno ai 30 miliardi ». Il democristiano Galli ha affermato che < l'estrema sinistra pretenderebbe addirittura che 1 cattolici nella vita politica non si ispirassero ai principi del Cattolicesimo». Assurdo: c Non si ispirano forse i comu- niati al marxismo?. Del resto; libertà e giustizia sono gli idear1 li della D.C Il comunista Grilli ha elencato enti vaticani che svolgono azione economica e finanziaria < con la conseguenza che la nostra politica creditizia viene ad essere determinata più dalla volontà degli organi ecclesiastici che dagli effettivi interessi nazionali ». In ultimo il democristiano on. Manzini, che fu Sottosegretario per la stampa alla Presidenza del Consiglio, ha definito c triste» questo dibattito: «Triste perché suona critica ad una benemerita categoria di cittadini: i religiosi; quei religiosi che diedero prova di civismo e di coraggio quando l'Italia grondava lacrime di sangue ed erano ancora aperte le piaghe della guerra civile». Poiché la mozione comunista comporta un voto finale, ed essendovi ancora ali ri oratori iscritti, la discussione è stata rinviata ad altra giornata, ci, m.

Luoghi citati: Cagliari, Italia, Roma, Sardegna, Varsavia