La giustizia in Parlamento di Francesco Argenta

La giustizia in Parlamento LA LEGGE E' UGUALE ANCHE PER GLI ELETTI DAL POPOLO La giustizia in Parlamento Aumentano, in questo scorcio di legislatura, le domande di autorizzazione a procedere - La polizia è più zelante e severa con senatori e deputati? - Appaiono casi nuovi, pittoreschi; ma la prassi resta uniforme (Nostro servizio particolare) Roma, febbraio. La sorte del Senato sarà àecisa entro il mese. Ma qualunque abbia ad essere, lé resistenze che i senatori (non tutti, a dir vero, ma la più parte), vanno opponendo al progetto di un anticipato scioglimento dell'Assemblea, non rimarranno senxa eco negli annali parlamentari. Il dibattito è ancora in corso e se le discussioni avvengono, per gran parte, fuori dell'aula, nei corridoi, o nel segreto delle riunioni indette dai gruppi, gli scontri che si sono avuti sinora in aula, fra i fautori e gli oppositori del progetto, ci hanno offerto, a josa, spunti movimentati e, persino, '■ pittoreschi. Dopo avere lanciato tutta una serie di colorite invettive all'indirizzo del governo, un senatore ottuagenario ha urlato: <Non ci muoveremo di qui neppure se manderete i carri armati per farci uscire! ». Un'ipotesi che non si avvererà mai, che llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll non potrebbe mai avverarsi. Ma il fatto solo di averla prospettata nella concitazione di una tirata polemica, è indice del surriscaldamento degli animi, della passionalità con cui è visto e considerato il problema. All'ottuagenario senatore non sono mancati gli applausi, i consensi, le felicitazioni. E nel suo sfogo, anche astraendo dalle ragioni di parte che 10 potevano lievitare, taluno ha visto un esempio della fierezza con cui i nostri rappresentanti alla Camera Alta (ma è, tuttora, valida questa distinzione che continua, tradizionalmente, a farsi fra i due rami del Parlamento, o- non è, piuttosto, il Senato, un doppione dell'altra Assemblear) intendono espletare il mandato conferito loro dagli elettori. Questa ipotesi, che non manca certo di fondamento, conduce ad allargare il discorso. E 11 discorso ha, inevitabilmente, per tema o per isfondo, la sostanza ed i limiti delle prerogative che la Costitu- lllllllllllllllllllllllllllllllllIIIIIIIIIIIItllllllllllllU zione accorda ai parlamentari, agli eletti dal popolo. Le relazioni presentate alle Assemblee dai componenti le commissioni per le autorizzazioni a procedere offrono alla nostra curiosità, ma anche alla nostra meditazione, un ampio e sorprendente materiale a questo proposito. Nella relazione stesa dal senatore Picchiotti per opporsi, a nome della commissione, alla concessione dell'autorizzazione a procedere contro l'on. Maurizio Valenzi, troviamo quest'affermazione: < La denuncia è avvenuta proprio perché l'autore (del preteso reato) era non un quidam de populo ma un parlamenture ». Il sen. Valenzi, di parte comunista, era stato denunciato per essere stato sorpreso (e il sen. picchiotti avverte: «.Avrei preferito la espressione fu trovato >) nel negozio di generi alimentari gestito da Salvatore De Sabata mentre procedeva alla raccolta di fondi per la festa de l'Unità, e ciò senza licenza del questore. Ebbene, il sen. Picchiotti, dopo avere osservato che il collega Valenzi < nella sua preminente qualità di senatore era andato dal De Sabato non a chiedere ma a ritirare l'offerta che costui aveva sempre dato e che anche in quella occasione aveva dato spontaneamente », sostiene che se, invece che dal Valenzi, l'offerta fosse stata ritirata da qualunque altro « nessuna conseguenza si sarebbe verificata*. L'ipotesi è fondata? Il sen. Picchiotti lo dà per dimostrato ed aggiunge, con non celato tono di amarezza: « Purtroppo, ognuno di noi sa per esperienza che vi è la preoccupazione in molti funzionari di ■ non apparire abbastanza zelanti specialmente nei confronti dei parlamentari ». Di qui la conclusione: t Appare chiaro che si è elevata la contravvenzione più che per la sua sostanza, per colpire l'uomo politico ». Il sen. Picchiotti è schierato all'opposizione: appartiene al gruppo dei socialisti nenniani, ma la sua tesi, secondo cui i parlamentari sono particolarmente tenuti d'occhio dalla polizia, e sono, consapevolmente, vessati, non ha trovato opposizioni in seno alla commissione che gli aveva confidato il mandato di stendere la relazione. E la commissione, come si sa, è composta di elementi di ogni partito: ne fan parte, in prevalenza, senatori del partito di maggioranza e, fra questi, due ex-guardasigilli e un primo presidente (non onorario) della Corte di Cassazione. Cosa c'è da concludere f Non avventuriamoci in deduzioni e fermiamoci, piuttosto, alla cronaca. E la cronaca ridonda di episodi in cui il parlamentare dimostra di non sentirsi o ritenersi un quidam de populo, secondo l'espressione usata con manifesto tono di distacco dal sen. Picchiotti, vale a dire un cittadino come tutti gli altri, un soggetto sottoposto alla legge, quella legge che ha da valere per la generalità, stando allo slogan che < la legge è uguale per tutti ». Chi si dia la'pena di pescare, anche a caso, fra le domande di autorizzazione a procedere che continuano ad affluire in questo scorcio di legislatura alla Camera ed al Senato (l'autorità giudiziaria che ha ricevuto la denuncia e che avesse esitato o temporeggiato nell'inoltrarla, è spinta dalla scadenza a liberarsi dell'imbarazzante arretrato) si imbatterà in episodi che possono lasciare pe?isosi. Al senatore Montagnani è toccato di vedersi denunciato perché l'autista che guidava la macchina di sua proprietà era sprovvisto di patente; all'on. Romunldi perché, omettendo . di denunciare fi passaggio di proprietà della sua vettura, aveva trascurato, altresì, di chiedere il cambiamento di residenza al fine delle variazioni nel pubblico registro automobilistico. Sono quisquilie, si dirà; sciocchezze prive di consistenza e di interesse, ma sono quisquilie che per un quidam de populo non sono prive di conseguenze e finiscono per costare assai care, almeno in linea pecuniaria. Ma, scorrendo le domande, si incontra dell'altro, e la soluzione data alla varietà dei casi dalle commissioni delle autorizzazioni a procedere è univoca: « Come può trovarsi motivo per accordare la autorizzazione a procedere t La qualità del denunciante fa sorgere il sospetto della persecuzione politica... ». Al sen. Lussu è accaduto di colluttarsi, verbalmente, in un comizio, col parroco del suo paese: Villasalto, in provincia di Cagliari. Era mancato un suo zio,-il signor Sebastiano Lussu, e la famiglia aveva espresso il desiderio che in occasione delle esequie officiasse il parroco del vicino paese di Armungla, non essendo gradita la presenza del parroco del luogo, don Mario Contu, con cui la stirpe dei Lussu aveva vecchi rancori per ragioni politiche. Sennonché il parroco di Armungia mancò all'appuntamento e la benedizione alla salma dovette impartirla don Contu, il quale non esitò ad elevare le più fiere proteste perché al corteo funebre era intervenuto un gruppo di persone issante sulla folla la bandiera dei quattro mori. Il funerale si era svolto il 17 settembre: quattro giorni dopo, parlando in un comizio, sulla pubblica piazza di Villasalto, il sen. Lussu si scagliava contro don Contu con una fioritura di invettive e di epiteti: criminale, miserabile, ecc. E agli epiteti, come si legge nella relazione, il senatore aggiungeva dell'altro, facendo < intendere chiaramente che i cittadini di Villasalto avrebbero dovuto mandar via dal paese il Contu » e manifestando il ■iiiiiiiiiiiii]iiiiiiiiiiiiMiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiii suo rammarico perché non 10 avevano fatto « allontanando il sacerdote al suono di corni, di latte ^vecchie ed a cavallo di un somarello ». Don Contu applicò alla lettera il monito di Jehring, 11 quale sostiene che non si può passar sopra alla lesione di un nostro diritto, qualunque esso sia: transigere con chi ha leso il diritto nostro, significa far offesa al diritto, e pertanto si rivolse ai giudici. La querela è giunta al Senato sei anni dopo i fatti e l'incarico di delibarla, in sede di commissione, è toccata ad un senatore, Antonio Romano, che l'annuario parlamentare ci indica come magistrato di professione e appartenente al gruppo d. c. Ebbene, ecco come'il relatore ha concluso: :.« Ove si tenga presente che tl^.sen. Lussu parlò in piazza solò quattro giorni dopo la morte dello zio, al quale era legato in modo particolare, ben si spiega il suo linguaggio poco riguardoso verso il sacerdote, che aveva fatto allontanare le persone recanti la bandiera dei quattro mori, atto giustificabile per il parroco Contu, perché conforme alle prescrizioni della Curia. Per quanto riguarda l'istigazione a delinquere, non può non considerarsi che il sen. Lussu si limitò a manifestare il suo rammarico per il fatto che i cittadini di Villasalto ancora non avevano provveduto all'allontanamento del Contu dal paese*. Tutto ammissibile, dunque, che la spiegazione dei fatti risiede « nel movente politico, sia per i rapporti ostili fra le due famiglie, sia per 10 svolgimento dei funerali cui segui il comizio da parte del sen. Lussu ». E il relatore ha proposto di negare l'autorizzazione a procedere. 11 Senato è stato d'accordo, attenendosi alla consuetudine, alla prassi. Una prassi o una regola che invidiano, allorché sono alle prese con la' giustizia, quanti, dai nostri parlamentari, sono definiti o considerati quidam de populo. Francesco Argenta iiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiirtiiiiiiiitiiiiiiiiii

Luoghi citati: Armungia, Cagliari, Roma, Villasalto