La rinascita dello sci italiano non può venire che dai giovani

La rinascita dello sci italiano non può venire che dai giovani La rinascita dello sci italiano non può venire che dai giovani Abbiamo un vivaio promettente a cui bisognerà attingere - La sfortuna di Carla Marchelli - Tre grandi promesse fra le sciatrici: Schir, Riva e Poloni (Dal nostro inviato speciale) Badga8tein, 10 febbraio. Credevano tutti che Sailer fosse al massimo della parabola. Un atleta perfetto, il più grande nella storia dello sci, un atleta forse troppo perfetto. Più in su del limite dove era arrivato non poteva salire ed i campionati del mondo parevano dovessero rappresentare una specie di scadenza per il ragazzo di Kitzbuhel, una scadenza triste, a Badgastein ci sarebbe stato l'inizio del declino. Sailer ha vinto tre titoli mondiali, lo slalom gigante, la discesa libera e la « grande combinata » ed è finito secondo nello slalom speciale, mai una serie di risultati è servita insieme da conferma e da smentita. Sailer è sempre meravigliosamente sulla breccia ed il tempo non scalfisce le doti di chi si affermò alle Olimpiadi di Cortina, come il superasso delie nevi, come uno degli sportivi più completi del mondo. I discorsi su di lui sono tanto uguali da riuscir monotoni, mentre è alle spalle di Toni invece, che si è verificato del nuovo. Rieder ha preso il posto di Molterer, e gli austriaci sono ormai sul punto di trovar avversari capaci di battersi con loro ad armi pari. Francesi e svizzeri hanno tradotto nella realtà di ottimi piazzamenti il loro risveglio, gii statunitensi hanno unito la loro voce al coro di riscossa: la situazione, sia pur lentamente, sta cambiandosi e, proprio in questo mutamento, si nota con maggior risalto la povertà della prestazione azzurra. Andar in giro cercando scuse sarebbe controproducente: Alberti, Milianti, Gino e Bruno Burrini Siorpaes si sono affacciati alla scena dei « mondiali » con limitatissime spe- ranze che erano solo un po'rinfocolate dal quinto posto ottenuto da Alberti nella disce'sa libera di Wengen. Badgastein è stato crudele, persino i cosidetti piazzamenti onorevoli che rappresentano in un certo senso la piccola consolazione di chi fallisce il bersaglio, si son ridotti a poca cosa. Non ci par giusto però gridar allo scandalo, investir di critiche atleti e dirigenti: il «materiale uomo» è quello che è e, purtroppo, qualche cenno di perfezionamento da parte di Alberti e di Milianti non ha avuto seguito. I tecnici, dal canto loro, sono obbligati ad operar la scelta in una schiera troppo esigua e, stando cosi le cose, archiviata una sconfitta che nemmeno è stata prodiga di ammaestramenti che già non conoscessimo a memoria, altro non ci resta da fare che attendere che i giovani crescano: ce n'è un «vivaio» intero capeggiato da Carlo Senoner e da De Nicolò ed è giunto ormai il momento di provarli, sia pur con cautela per non bruciarne il fresco entusiasmo, nell'attività internazionale. Si faranno le ossa, diranno che traguardo sono capaci davvero di raggiungere. Che qualcosa di buono sia possibile realizzare, è provato dalla nostra squadra femminile, che, se pur torna a casa senza un titolo mondiale, si è rivelata tuttavia a Badgastein tra i complessi migliori. In una serie di competizioni dove le austriache e le francesi han provato il gusto amaro della delusione, di fronte a nazioni nuove o quasi nuove come la Norvegia ed il Canada, le azzurre han dovuto battersi anche contro la sfortuna e sono uscite dalla lotta a testa alta. Abbiamo la Carla Marchelli, in grado di tornar a sicuri trionfi solo che si guarisca la gamba ferita; abbiamo la Vera Schenone che deve semplice | mente prender maggiore con¬ fig fidenza con l'agonismo delle gare oltre frontiera; abbiamo Jerta Schir, Pia Riva e Jole Poloni tre ragazzine che si sono imposte di colpo all'attenzione dei tecnici di tutto il mondo. Alle tre azzurre ed al loro allenatore Roberto Lacedelli son piovuti addosso gli elogi più sinceri c l'esempio traccia la strada giusta. Per loro merito il bilancio italiano a Badgastein non è in passivo. Gigi Boccacini

Luoghi citati: Badgastein, Canada, Cortina, Norvegia