Prosciolti l'agente di custodia e il detenuto accusati d'aver avvelenato in carcere Pisciolta

Prosciolti l'agente di custodia e il detenuto accusati d'aver avvelenato in carcere Pisciolta Depositata, la semi**nata tieiia sezione istruttoria Prosciolti l'agente di custodia e il detenuto accusati d'aver avvelenato in carcere Pisciolta Riconosciuta la loro completa innocenza • Insufficienza di prove per il padre del bandito - Dopo quattro anni ancora misteriosa la morte del luogotenente di Giuliano (Dal nostro corrispondente) Palermo, 7 febbraio. La Corte d'Appello di Palermo, sexlone istruttoria, ha depositato stamane nella cancelleria della Corte, là sentenza contro l'agente di custodia Ignazio Salvaggio, il detenuto Filippo Mollo e il detenuto Salvatore Pisciotta da Montelepre, padre del bandito Gaspare Pisciotta, luogotenente di Giuliano. Essi erano imputati in correità di omicidio pluriaggravato per avere, con premeditazione, (il Salvaggio violando i doveri inerenti alla sua funzione di agente di custodia, il Pisciotta quale padre della vittima e il Riollo quale mandante) provocato la morte del detenuto Gaspare Pisciotta, mediente stricnina, avvenuta nelle carceri dell'Ucciardone il 9 febbraio 1951). La sezione istruttoria della Corte d'Appello, a parziale difformità dalle richieste fatte dal P.M. (insufficienza di prove per i tre imputati), ha deciso di non doversi procedere contro il Riollo e il Salvaggio in ordine al delitto loro ascritto a rubrica, per non avere commesso il fatto e contro Salvatore Pisciotta ha confermato l'assoluzione per insufficienza di prove. La sentenza è stata emessa il 17 gen¬ IItlHIIIll IIIIIIII!I!IIIMII!MII1llllllllllll!llll naio scorso ed è stata depositata stamane in cancelleria. Si è conclusa così una lunga vicenda giudiziaria, che si trascinava da quattro anni, e nella quale era stato implicalo un agente di custodia che, dopo due anni di detenzione nelle carceri militari 'di Palermo, venne rimesso in libertà in attesa che la Corte d'Appello decidesse in merito alla sua assoluzione, richiesta dal P.M. per insufficienza di prove. Così come per il Salvaggio, anche per il Riollo — detenuto per altra causa e ritenuto dagli inquirenti il mandante del veneficio ai danni di Gaspare Pisciotta — la sezione istruttoria della Corte d'Appello ha ritenuto validi gli argomenti prospettati dai difensori e ha riconosciuto la loro completa innocenza. Nei confronti del padre dell'exluogotenente di Giuliano, la Corte ha confermato la richiesta a suo tempo fatta dal rappresentante della pubblica accusa, e cioè l'assoluzione per insufficienza di prove. L'unico dubbio che ancora permane, dopo quattro anni di indagini, di inchieste, di esami chimici e istologici, è nei confronti del padre di Gaspare Pisciotta, il quale è stato assolto con formula dubitativa. L'agente di custodia Salvaggio, che nel frattempo era stato riassunto in servizio e trasferito in altra sede a seguito dell'odierna sentenza, verrà reintegrato in tutti i suoi diritti di carriera ed economici. Il detenuto Riollo, accusato a suo tempo da un altro carcerato, certo Enea, viene ora liberato dal grave peso di essere stato sospettato quale mandante dell'uccisione di Gaspare Pisciotta. In sostanza, se un dubbio rimane, è a carico del padre di Gaspare Pisciotta, il quale (non essendoci altri incriminati per venefìcio) da solo si sarebbe procurato la fatale stricnina; da' solo l'avrebbe messa nell' amarissima caffè dal figlio, e tutto ciò per motivi destinati a restare misteriosi, come oggi misteriose rimangono, a seguito della sentenza, la fine'del bandito monteleprino e tutti i retroscena inerenti all'ingresso nell'XJccìardone della stricnina. Mentre il Salvaggio e il Riollo, sul cui capo pendeva la minaccia di una condanna all'ergastolo (che tale pena è prevista dal nostro codice pei l'omicidio aggravato premeditato con veneficio) — sono ritornati liberi, perché la Corte ha deciso non doversi contro di essi procedere, il vecchio padre del bandito Gaspare Pisciotta resterà in carcere, perché condannato in altri processi ove era imputato di appartenenza a banda armata, di correità in sequestro di persona a scopo di estorsione. A distanza di quattro anni, si ripropongono, gli stessi interrogativi che vennero agitati fin dalla mattina del 9 febbraio '54: chi ha avvelenato Gaspare Pisciotta f com'è giunta la stricnina nella cella n. 8 dell'Ucciardonef Perché l'exagente di Salvatore Giuliano fu ucciso? Questi gli interrogativi "rimasti ancora senza risposta. £ j

Luoghi citati: Montelepre, Palermo