Singolare colloquio

Singolare colloquio Singolare colloquio Qualche mese fa un profestott di chimica di Gerusalemme ebbe una idea curiosa: quella di far pubblicare su un giornale dello stato di - Ghana un annuncio nel quale chiedeva di entrare in relazioni epistolari con uomini di cultura di .quel paese, ^hana è la nuova repubblica indipendente africana . costituita per la totalità di negri, sorta con la recentissima dichiarazione di autonomia dell'antica colonia inglese di Costa dell'Oro. L'annunzio poteva sembrare una bizzarria. Quali interessi intellettuali e sociali potevano mai legar» i lontanissimi negri della costa atlantica dell'Africa con un intellettuale abitante nello stato d'Israele, per la quasi totalità costituito da emigrati europei da millenni imbevuti della civiltà occidentale? Vi era ben poco da sperare che all'annunzio qualcuno rispondesse.' Il chimico isiaeliano iu quindi sorpreso ricevendo nel corso di una settinr na ben centotrentasette lettere provenienti da tutte le zone del vastissimo paese di Ghana. Non potendo entrare in rapporti epistolari con tutti i suoi improvvisati corrispondenti, il professore distribuì le lettere ricevute fra i suoi amici creando cosi una rete di rapporti fra un gruppo di intellettuali di Gerusalemme e gli ignoti negri africani. Ora, in un recente : numero del quotidiano di lingua inglese Jerusalem ?ott, sono apparse alcune di queste lettere che danno un'interessante visione di un popolo di cobte rimasto pressoché ignoto, salvia per quanto si sa quale f^nte del ^iù mostruoso mercato di schiavi svoltosi nel secolo XVII e XVII1 a profitto dei coloni dell'America del Nord. Le lettere sono scritte in inglese da persone di tutti i ceti: professori, funzionari, agricoltori, operai specializzati dell'industria diamantifera, tipografi, fotografi, una proviene persino da un noto capo tribù dell'interno del paese. Non è facile conoscere lo stato di civiltà di questa tribù; ciò che appare dalla lettera dimostra che questo capo non ignora i fondamenti della cultura europea. La lettura di tali lettere ci illumina su una situazione per lo più ignorata e cioè sulle reazioni che provoca su popolazioni primitive e di civiltà arretrata, l'acquisto della libertà e dell'indipendenza. Vi è una curiosità intellettuale in questi negri, una sete di conoscere questo mondo moderno che spesso è apparso loro come uno spettacolo lontano offerto da prepotenti e tirannici colonizzatori, spettacolo al quale essi erano sprezzantemente esclusi. Wn cattolico di Ghana scrive : « I miei avi erano mussulmani, ciò nonostante io sono staro educato e istruito in una scuola cattolica sotto maestri che ancora oggi cercano di persuadermi a convertirmi. Vi prego di consigliarmi e di informarmi, raccontandomi quanto più potete sulla vita di Gesù Cristo e darmi nello stesso tempo un consi glio: devo credere a Lui o i Maometto? ». ' Il capo tribù, convinto che Gerusalemme sia più prossima a Dio, di qualunque altro luogo della terra, conclude la sua lettera chiedendo al suo corrispondente di «pregare perché egli possa continuare ad essere ubbidito e rispettato ». Un altro, ansioso di notizie più complete, comincia la sui lettera così: « Prima di iniziare uno scam • bio di idee desidero sapere qua le sia la vostra filosofia della vita, le vostre occupazioni, la vo stra statura e il vostro peso, se siete ammogliato e che religione professate ». Quando egli sarà informato su tutto ciò egli tiene a conoscere quali siano le leggi che regolano le successioni a Gerusalemme; se i beni del padre e della madre passino ai figli, se siano ancora vigenti discriminizioni razziali, se vi siano retigioni diverse. Il tema dell'indipendenza re centemente ottenuta domina quasi tutte le lettere: ritorna spesso la domanda se a Gerusa lemme si è o meno liberi dal dominio straniero; uno fra gli altri su ricordi biblici chiede se il culto tributato a Mose liberatore degli ebrei dalla schiavitù d'Egitto, debba essere tributato pure agli uomini che hantitj liberato il paese di Ghana dal do minio inglese. Il colloquio continua ed è i irdmp esso rimanda parte nei confini cki privati fra i corrisnon- rammaricarsi che in' gran rapporti denti. L'Europa ignora troppo ciò che pensano i popoli di colore, e soprattutto come essa ne sia giudicata. Questo singolare colloquio potrebbe essere un esempio ed un inizio di un più vasto interessante contatto fra due mondi che si sono conosciuti per lo più con rapporti di padrone a servo, di sfruttatole a sfruttato. Un mondo ignoto che noi chiamiamo barbaro perché come dice saggiamente Montaigne; abbiamo la presunzione di credere che nel mondo in cui viviamo vi sia « toujours, la parfaicte religion et le parfaict et accomply usage de toutes choses », ha certamente molte cose da apprendere da noi; ma forse ne ha qmlcuna iriVhe a insegnare. Il conoscerlo meglio sarebbe forse utile per risparmiarci spiare sorprese vicine e lontane. Eucardio Momigliano

Persone citate: Jerusalem, Momigliano