Decadenza del Carnevale
Decadenza del Carnevale Decadenza del Carnevale Oggi il Luna-park dà il via alle feste-Vuol diffondere un po'di allegria con il chiasso dei baracconi, ma lo spirilo spensierato d'un tempo è scomparso - Uno sconcio da evitare: gli assalti dei teppisti alle donne Oggi alle 15 le autorità daranno il i via > al Iujk» park di piazza di Vittorio. L'apertura dei baracconi segna l'inizio ufficiale del periodo carnevalesco. Per un mese, lo strepito dei « tiri a segno » e delle autopiste, le musiche che dilagano dagli altoparlanti, la voce degli imbonitori, l'odore delle frit telle e le ragnatele di stelle filanti si sforzeranno di illuderci e di diffondere un po' di allegria. Carnevale è una tradizione, ma di anno in anno perde le sue at trattive. L'allegria di cartapesta e delle stelle Alanti è passata di moda. I bambini che ogni anno a Carnevale si mascherano da indiano o da cinesino, hanno un'aria un pqcp triste. Soffiano nelle trombette senza convinzione. Un giro'tra i « mestieri > di piazza Vittorio conferma l'atmosfera deludente. Spadroneggiano le au topiste, danno ai ragazzi sotto 1 18 anni l'illusione di una corsa in automobile. Un paio.- di < ruote » inalzano verso i tetti delle case le coppie di fidanzati o gli aspiranti volatori: brevissime evasioni dalla polvere delle strade, per respirare io smog e il fumo dei camini. Scomparse le giostre a cavalli, romantiche e gentili. Rievocavano galoppate di amazzoni, inseguimenti stimati o caroselli donchisciotteschi. Neppure i ragazzini si entusiasmano più per | destrieri di legno verniciato, con le gualdrappe intarsiate di lustrini. Preferiscono un « giro » sull'ultimo modello di macchina da corsa, sul reattore che sembra vero, sulla fuoriserie riprodotta in ogni particolare.. Un po' di antico ha conservato, piazza Vittorio. Un pizzico di ingenuo e di favoloso, che era il sapore del Carnevale di trent'anni fa. Della < donna barbuta » si è perso anche il ricordo come del IV uomo-ragno >. de! « mostro del le foreste > e della sirena sguaz z&nte nella bagnarola. In compen lo, c'è la « donna con due teste > (agghindata come le ptn-up, beninteso) e la « danzatrice egiziaca ». Hanno resistito al logorio del tempo anche il baraccone degli specchi deformanti, quello che si intitola c regno delle streghe ». Ogni giorno qualche centinaio di giovani sosterà in piazza Vittorio, per dimenticare nella baraonda forzata 1 guai del latino, la paura del tema di italiano, l'interrogatorio di matematica. Saranno gli unici a rammaricarsi quando la piccola città di cartapesta leverà le tende per trasferirsi stancamente su un'altra piazza, C'è da augurarsi che quest'anno, in piazza Vittorio, non si ripetano gli episodi incivili. In passato, l'allegria era pretesto per gesta da maleducati, da barabba. Signorine e ragazze inseguite da gruppi di teppisti imberbi, armati di « sfollagente di gomma ». Giovinastri che cacciavano a viva forza manciate di coriandoli in bocca alle signore, o spingevano l'imbecillità al punto da imbrat¬ tare volti e abiti delle passanti con nerofumo o gesso. Il servizio di vigilanza disposto dalle autorità, gli anni scorsi si èra rivelato poco efficace.
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