II PSDI inviterà i suoi rappresentanti a ritirarsi dalla Giunta di Roma

II PSDI inviterà i suoi rappresentanti a ritirarsi dalla Giunta di Roma Minaccia di crisi al Consiglio comunale capitolino II PSDI inviterà i suoi rappresentanti a ritirarsi dalla Giunta di Roma La proposta di Saragat, Simonini e Tartassi; oggi si riunirà la di. Uno dei due assessori sarebbe restio a lasciare la carica rezione Roma, 29 gennaio. Una nuova minaccia di crisi sembra incombere sul Consiglio comunale di Roma. Com'è noto il sindaco democristiano di Roma, Urbano Cioccetti, fu eletto giorni addietro mercé il concorso dei voti, determinanti, dei missini. Per conservargli la collaborazione in giunta, il partito socialdemocratico richiese che almeno egli facesse all'atto dell'insediamento qualche dichiarazione di sapore antifascista; era il minimo prezzo che intendevano esigere per consentire ad un compromesso. Parlando ieri sera in Campidoglio, il sindaco Cioccetti ha preferito, invece, tenersi molto nel vago; e per dare l'idea dell'atmosfera, in cui s'è svolta la seduta, basterà dire che il consigliere missino Vanni Pozzo Teodorani si è provocatoriamente esibito in saluti fascisti a braccio teso, ogni volta che lo chiamavano all'appello per il voto. E ciò fra il lieto compiacimento dei suoi compagni di gruppo Oltre i fatti esteriori, in ogni modo, sono state le generiche dichiarazioni di Cioccetti ad irritare i socialdemocratici. Per commentarle, l'on. Romita ha detto brontolando; « Secondo me, sono del tutto Insoddisfacenti. Penso, comunque, che una decisióne spetti alla direzione del mio partito che è convocata per domani ». Ma già stamane, senza por tempo in mezzo, s'è riunita la segreteria, con l'intervento di Saragat e dei due vice-segretari Simoninl e Tanassi, e ì tre hanno deciso di comune accordo di proporre domani alla direzione di Invitare gli assessori socialdemocratici al Comune di Roma — Farina e L'Eltore — a presentare le dimissioni. « E' una proposta — ci ha detto Saragat — che certamente sarà approvata alla unanimità ». Perciò la crisi sembra incombere sull'amministrazione capitolina, anche perché si ri 111111 ■ Il 1111111111 ■ 111111 1 II 11 II 11 II II HI IIHIII II 1111 tiene che i liberali, quando verrà a mancare la copertura dei socialdemocratici, non si sentiranno di proseguire In una collaborazione sempre più compromettente con l'estrema destra. D'altra parte si attende di sapere quale atteggiamento sarà preso da uno del due attuali assessori del PSDI, Giovanni L'Eltore. Costui avrebbe, infatti, manifestato il proposito di resistere alle ingiunzioni del suo partito. Esponente .della corrente di destra, egli gode di largo favore nella federazione socialdemocratica romana, e pretenderebbe che a questa venisse riepnoscluta piena autonomia per quanto riguarda la politica negli enti locali. Comunque abbia a comportarsi tuttavia, il risultato che egli può ottenere è che, in aggiunta alla crisi nel Consiglio comunale di Roma, ne aprirebbe una seconda tra la base socialdemocratica della capitale. Appunto al fine di sventare questa deprecabile eventualità. La Giustizia pubblicherà domattina un corsivo del suo direttore Luigi Preti nel quale, dopo la raccomandazione di evitare colpi di testa, si afferma: «Noi abbiamo fiducia nel senso di responsabilità di tutti i componenti della federazione di Roma, a cominciare dagli assessori comunali. Essi si renderanno conto che la direzione nazionale adotta deliberazioni legittime e pienamente valide nell'interesse superiore del socialismo democratico ». Nel desiderio di stabilire un certo equilibrio fra le interne correnti di destra e di sinistra, la segreteria del PSDI ha tuttavia deliberato nel medesimo tempo di richiamare a disciplina anche il consigliere provinciale Riccardi, che sinora ha appoggiato la Giunta soclalcomunista di Palazzo Valentin!, cosi votando « per una Giuntn provinciale che il PSDI sul piano politico non può assolutamente approvare». An¬ cII II 11 llll I li I III I II II I II 11 II I 111 I [III Il I II I III Hill II I I cora per far salva l'equidistanza, Saragat ha deciso di invitare la direzione, domattina, « ad esaminare l'atteggia stento di quei suoi membri che hanno firmato un documento politico in cui, accanto alle firme di autentici democratici, figurano quelle di altrettanti autentici comunisti ». Si tratta del noto manifesto, firmato da esponenti di tutti i partiti, dal democristiano al socialista, per deplorare che il sindaco di Roma accettasse alleanze con 1 fascisti. Il manifesto non reca firme di comunisti ed era, infatti, stato preparato proprio allo scopo di « isolare » i comunisti da un lato ed 1 fascisti dall'altro, ma alcuni nomi di socialisti che vi figurano in calce hanno ugualmente irritato Saragat, anche perché stasera il comitato direttivo della federazione comunista ha deliberato di dare la propria adesione, non richiesta, al manifesto stesso. E* una decisione che può venire interpretata in due modi: o come desiderio comunista di uscire dall'isolamento: o come, prova indiretta che il manifesto interpartitico aveva, di fatto, un' impostazione <frontista». Per questa se conda interpretazione propen de la D.C. oltre che Saragat, e sono stati infatti deferiti ai probiviri i democristiani che avevano firmato. Uno di questi, il prof. Granelli, che è anche membro della direzione del partito, ha dichiarato di aver soltanto aderito al manifesto per la sua ispirazione antifascista, senza conoscerne esattamente i particolari, e, in ogni modo, di non averlo materialmente firmato, essendosi trovato a Milano quando fu redatto. Del caso degli altri due firmatari, Galloni e Pistelli, che sono consiglieri nazionali del partito, si occuperanno i probiviri con maggior severità, a ciò esortati da un comunicato della direzione che li ha oggi vivamente deplorati, di¬ III II I II ni I IMI 1111 II I i II 111 II II III I II II 111 II I II 111 111 II D chiarando che essi « non si sono attenuti al rispetto dello statuto e sono venuti meno ad elementari vincoli di solidarietà, offrendo pretesti agli avversari per mettere in dubbio la fedeltà dell'intero partito alle ispirazioni fondamentali della sua azione politica». Ribadiranno gli accusati che anche l'alleanza con 1 fascisti è un grave mancamento alle ispirazioni fondamentali del partito e in tale modo il dibattito originato dalla situazione del Consiglio comunale di Roma sta dilagando in una polemica destinata a coinvolgere più larghi strati della D.C. Vittorio Gorrésio

Luoghi citati: Comune Di Roma, Milano, Roma