Il feroce aggressore è un giovane timido

Il feroce aggressore è un giovane timido Il feroce aggressore è un giovane timido (Nostro servizio particolare) Lesa, 27 gennaio. Caterina Bertolio, la contadina cinquantacinquenne di Massimo Visconti, vittima dell'aggressione del muratore Aliberto Ragazzoni di 24 anni, suo compaesano, non ha ancora ripreso cor 'scenza. Le sue condizioni ap/aiono ancora preoccupanti ai sanitari dell'ospedale civile di Arona, dove la po vcref .a è ricoverata. Impensie risce soprattutto la frattura del parietale sinistro: la prognosi è tuttora riservata. A Massimo Visconti, un paesino collinare tra Lesa e Meina, il « fattaccio > ha destato grande impressione, ed ha richiamato alla memoria un episodio che sembrava ormai dimenticato. Buon ragazzo, carattere un pò1 timido e chiuso, il muratore fu protagonista l'anno scorso d'un'incresciosa avventuretta sentimentale. Recatosi a Baveno per certe compere, il Ragazzoni entrò in un negozio e si trovò a tu per tu con una bella commessa, assai giovane. Vederla ed accendersene fu tutt'uno: il Ragazzoni se la strinse tra le braccia e certo l'avrebbe baciata se quella non si fosse data a gridare l'allarme a perdifiato. « Una ragazzata », si disse allora. Il muratore passò la notte in guardina, ma non fu nemmeno querelato dalla giovinetta. Ritornò al lavoro cupamente, a capo chino frustato dalla sconfitta. Ma il timido Ragazzoni doveva covare in cuor suo la amarezza di quell'isolamento. Sempre tetro, schivo, di poche parole, ieri cercò nel vino l'elisir per la sua solitudine. Uscì barcollando da un'osteria; entrò in un'altra, e poi in un'altra ancora, e sempre parve più chiuso e più taciturno. Trac innato l'ultimo bicchiere, si mosse per una boccata d'aria buona nell'ora vespertina. S'incamminò per un sentiero che mena fuori del paese. Disgraziatamente, s'imbattè in una figura femmipile: Caterina Bertolio. In quell'ora la donna stava risciacquando panni al ruscello. Quatto quatto il Ragazzoni le si avvicinò: l'afferrò per le spalle, la spinse a terra e sì diede a strapparle di dosso le vesti. Nubile, non più giovane, ma assai presente a sè stessa, la donna reagì vivacemente: «Vigliscco, ti riconosco. Lasciami etaro ó ti denuncio! >, gli gridò la lavandaia I pensieri del Ragazzoni a questa minaccia s'intorbidaro no ancor più. Lì vicino c'era una pietra, del peso di tre o quattro chilogrammi. Il mura tore la prese con le due mani e la scagliò sulla poveretta che boccheggiava in terra. Colpita alla testa, la Bertolio sì diede a gridare: «Aiuto, aiuto! >. Il muratore, perduto ormai ogni controllo, si chinò su di lei, le strìnse il capo tra le ginocchia e con la pietra la percosse nuovamente fino a lasciare svenuta e sanguinante la sventurata, All'accorrere dei vicini il Ragazzoni si diede alla fuga per i campi. Il muratore rincasò trafelato e sgomento. Mezz'ora dopo lo raggiungevano ì carabinieri di Lesa al comando del maresciallo Berruto. A guidarli verso la essa del Ragazzoni era stato un suo berretto blu, del tipo sportivo, che l'aggressore aveva abbandonato accanto alla Bertolio. « E' tuo questo berretto? >, domandò il maresciallo. Il giovane muratore prese a balbettare. I suoi pantaloni erano lordi di sangue. Non resistette alle contestazioni. Chinò il capo e seguì i carabinieri alla ce-serma di Lesa, prima tappa verso il carcere. p. b. La donna ferita sulle rive del lago Maggiore

Luoghi citati: Arona, Baveno, Lesa, Meina