Nuovo esperimento negli Stati Uniti di un vaccino contro lo poliomielite

Nuovo esperimento negli Stati Uniti di un vaccino contro lo poliomielite Una prova in massa tra I ragazzi del Minnesota Nuovo esperimento negli Stati Uniti di un vaccino contro lo poliomielite La scoperta è del dottor Cox - Si tratta di un virus vivente ed addomesticato - Il dottor Salk aveva finora usato virus ucciso - / bambini verrebbero protetti non solo dalla paralisi ma dolla malattia net suo complesso St. Paul, 27 gennaio. Invaia oggi nel ninnesota un programma di prova in massa di un nuovo vaccino contro la poliomielite, che si somministra per bocca. Si tratta del vaccino del dott. Cox, il quale ha, tra i suoi vantaggi, la possibilità di proteggere non solamente contro la paralisi che accompagna la polio, ma contro la malattia stessa nel suo complesso. Si tratta quindi, come ha detto il dott. Barr del Dipartimento della Sanità del Minnesota, di un mezzo integralo per-sradicare in maniera definitiva la poliomielite dagli Stati Uniti e alla fine dal mondo intero. Se, come viene ora annunciato, si sta per attuare in America una prova in massa di vaccinazione contro la poliomielite mediante un vaccino somministrabile per bocca, gli è che l'èra del < vaccini vivi » antipolio sta per soppiantare quella appena attuale dei < vaccini uccisi », di cui il Salk è stato il pioniere e, come prima tappa contro il grave malanno, ha fatto innegabilmente incoraggiante prova. Che nel Minnesota si stia, difatti, per vaccinare mediante un vaccino allestito con virus viventi vien confermato dal fatto che i) vaccino d'impiego è stato realizzato da Cox. Ed è ben noto che Heral Cox, di Pearl River, Koprowski di Filadelfia e Sabin di Cincinnati, sono stati i prir mi fautori dei vaccini vivi, caparbi nel sostenere che solo il virus vivente — evidentemente privato della sua terribile pericolosità mediante curiose tecniche d'addomesticamento — è in grado di conferire una immunità sicura e permanente. Mentre un'altra corrente di virologi avanzò il timore che ad un certo momento quel virus, sia pure devitalizzato m». non morto, possa riprendere Ja primitiva energia; sicché guardò sin da principio ai vaccini uccisi, cioè inattlvitatl del tutto, affermando che 11 virus ucciso sprigiona ancora stimoli sufficienti per sollecitare l'organismo a formare gli «anticorpi » necessari alla sua futura difesa. La questione tornò in acceso dibattito all'ultimo congresso mondiale contro la póllo, di cui demmo ampi resoconti il luglio scorso da Ginevra, con la conclusione di un alto riconoscimento a Salk per i suoi primi risultati, ma con l'auspicio che 1 vaccini vivi possano acquisire al più presto tutte le necessarie garanzie di assolUr ta innocuità, onde passare dai primi esperimeti su volontari, effettuati dopo debite prove su scimpanzè, alle applicazioni con un più vasto plano generale. Queste speraze furono avanzate particolarmente dopo le comuicazioni fatte da Sabin e da Koprowski sull'Impiego dei rispettivi vaccini per via orale. E' ora plausibile pensare che il vaccino di Cox abbia offerto proprio le garanzie richieste, se è stata concessa l'autorizzazione a servirsene per una vaccinazione di massa in grande stile. Se, come naturalmente si ha ragione di credere, il grande esperimento riporterà il successo sperato, la profezia cne strappai a suo tempo a Cox si può consiliare avverata. Or sono esattamente quattro anni una sera al Waldorf Astoria di New York ebbi la ventura di sedere a cena a fianco di lui. L'indomani ero già al suo laboratorio di Pearl River, e due giorni dopo La Stampa pubblicava che Cox sarebbe stato colui che ci avrebbe dato il vaccino definitivo contro la polio. Lia previsione aveva, difatti, salde basi. Da tempo egli lavorava alla coltivazione dei tre tipi di virus della polio. Perseverando in tentativi sino allora falliti a tutti di coltivare tali agenti infettivi nelle uova fecondate, sicuro di una migliore manegevolezza, con accorgimenti speciali era infine riuscito al suo scopo. Non solo, ma mediante successivi passaggi di uova in uova era proprio già allora riuscito a preparare un vaccino orale antipoliomielitico, sia pure limitatamente al virus tipo Lansing (ceppo MEFI), il più pericoloso per letalità, ma meno paralizzante nei soggetti sopravviventi. In quella visita avevo potuto aver conferma del fatto che sessantun fanciulli, nel cui sangue non preesistevano « anticorpi > contro tale virus, un certo tempo dopo aver preso per bocca la pasticca vaccinante se ne erano mostrati provvisti, senza che alcun sintomo della malattia fosse nel frattempo Intervenuto. Con tutto ciò il Cox non mancò di confessarmi quante difficoltà si frapponevano ancora all'allevamento ed al successi' vo indispensabile indebolimento degli altri due tipi di polio-virus, il Brunilde ed il Leon, che danno più frequenti paralisi. A chi tentava di strappargli una profezia circa la data della vittoria finale, in genere rispondeva: anni, anni. Con me parve voler essere più preciso, dicendomi che per le prove cliniche sarebbero occorsi ancora quattro anni. Risposta esatta, a quanto pare. E' soltanto da due anni che il vaccino « ucciso » di Salk (al lestito con tutti 1 tre tipi di virus) ha fatto le prime prove generali; ma già allora si sapevi*, che lo scienziato di Pit¬ tbvictrvnpntlGrndrvdollmcrndsptcinassa tsburg aveva ottenuto risultati buoni in un ristretto cerchio di vaccinazioni umane. Cercai di intrattenere n\.!i'argomento Cox che con molto garbo insistette, tuttavia, nell'affermare che le ricerche da lui intraprese potevano essere egualmente continuate, .per raggiungere la tappa finale, quanto dire l'immunizzazione « completa e duratura» contro la malattia poliolielitlca. Salk. da parte sua, a Ginevra mi ha personalmente riaffermato che con le opportune cautele anche col suo metodo la vaccinazione può arrivare a proteggere la totalità dei vaccinati, mentre oggi si giudica che giunga al solo settanta o settantaelnque per cento. Ma la stessa Commissione speciale dell'O.M.S. (Organizzazione mondiale della sanità)' ha recentemente sentenziato a favore dei vaccini vivi, come più naturali ed attivi sollecitatori di un'immunità permanente. Tutto sta, dunque, che sia stato superato il rischio della persistenza di qualche elemento patogeno ne] vaccino ed anche la possibilità che i virus ingeriti attenuati riacquisiscano virulenza dopo il passaggio attraverso l'intestino e la loro successiva espulsione, con rischio per la diffusione. Del che avremo occasione di riparlare. Angelo Viziano tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiimimmiiimHMiiiiiiiiini Il dott. Cox, a cui si deve il nuovo vaccino antipolio Un servizio di disinfezione dei 400 mila sacchi postali Roma. 27 genna'o. Il Ministero delle Poste e Te lecomunicazionì, proseguendo nella sua azione di ammodernamento dei servizi, ha preso In esame un progetto che prevede la razionale ed integrale disinfezione dei sacchi postali Detto progetto prevede l'impianto di speciali macchine lavatrici, sterilizzatrici e sciacquataci, per evitare che i 400 mila sacchi postali in viaggio quotidianamente ed anche gli altri 700 mila che costituiscono la riserva per i periodi di maggior movimento, divengano facile veicolo di malattie. Lo stabilimento verrebbe costruito in una zona depressa In Umbria e recherebbe un valido aiuto nella lotta contro la disoccupazione locale. La realizzazione ài questo importante impianto porta l'Italia ad affiancarsi ad altri paesi europei, come la Francia, l'Inghilterra e la Germania, che già possiedono attrezzature del genere.