A due modesti artigiani di Nichelino la vincita di quindici milioni al Totocalcio
A due modesti artigiani di Nichelino la vincita di quindici milioni al Totocalcio Volevano rimunero anonimi, ma ia gioia ti ha traditi A due modesti artigiani di Nichelino la vincita di quindici milioni al Totocalcio Uno ha un laboratorio di cromatura ed è tifoso della Juventus, l'altro ha un negozietto da ciclista'ed è appassionato del Torino - Avevano scritto sulla scheda: "Gli amici di Nichelino,» - Oggi tornano al lavoro' • : . - ■ «■• *' ri' Domenico Iraudl e Giuseppe Vittone: due oneste persone, due bravi artigiani che la sorte ha premiato con un « 13 » al Totocalcio: quindici milioni divisi in due. L'Iraudi, detto «'1 cit» per la sua non elevata statura, ha 38 anni, abita al Nichelino in via Torino 87 ed è proprietario di una piccola bottega da ciclista al n. 54 della stessa via: sposato, la moglie si chiama Felicita, due bimbe, Rita di 9 anni e Anna Maria di 5 e attorno, non però convivente, una corona folta di congiunti, fra cui quattro fratelli e due sorelle. Il Vittone è scapolo, ha 26 anni, è robusto, con un bel faccione aperto e allegro: è domiciliato a VInovo in via Tetti Grcllo 6, ma è titolare di un laboratorio artigiano per la pulitura e cromatura dei metalli in via Torino 54, a Nichelino, nello stesso stabile cioè dove c'è la bottega dell'Iraudi. Vicini e amici; anzi amiconi. C'è un punto, però, che li divide: la passione calcistica. L'Iraudi, sin dalla più tenera età, è tifoso del «Torino»; il Vittone è acceso sostenitore della « Juventus ». Da qualche tempo 1 due giocavano insieme al Totocalcio. La settimana scorsa, ecco giunto il momento di riempire le schedine. « Verona-Juventus? — diceva il Vittone — non c'è da pensarci un at timo: vittoria sonante di Charles e compagni, qui c'è un 2 sicuro». L'Iraudi esitava, inane, riconoscendo lealmente l'attuale forza della Juventus, si dichiarava d'accordo. «'Torino-Inter? — propo- neva poco dopo il Vittone — ah, iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuii i a a a e i qui, da' retta a me: mettiamo 2». « Non scherziamo — replicava l'iraudi, punto sul vivo — il Torino che le busca da una Inter squinternata com'è quest'anno'.' Ma non sai che l'Inter è a pezzi'.' Anche domenica scorsa le. ha prese dal Bologna a Milano... ». « Andiamoci adagio con l'Inter — osservava l'amico — è una squadra estrosa, bizzosa, capace di tutto. Per me, vince ». LI per 11 l'Iraudi metteva solenne veto ad un « 2 ». Poi ci rifletteva, ripassava la formazione dell'Inter, cominciava a dire « Però, quell'Angelino... però, quello Skoglund... »; alla fine, con un grosso sospiro, allargava le braccia e diceva al Vittone « Ma si... se proprio vuoi mettere 2 in una colonna, mettilo... ». L'altro, a sua volta, veniva colto dai dubbi per Verona-Juventus: ma la visione del possente Charles lanciato in area avversaria fugava ogni esitazione: 2. Entrambi si sono accorti della vincita ieri mattina, prima di re carsi al lavoro. L'Iraudi, a dir la verità, era piuttosto abbattuto per la sconfitta del Torino. « Eravamo in vantaggio per 2 a 1... e l'Inter ha vinto! Che disastro! Ah, quell'Angelillo... ah, quel Masiero... ». Dicendo cosi apriva il giornale, controllava i risultati: 13, con una vincita di quindici milioni, sette milioni 743 mila lire a testa. « Una volta tanto, esulto per una sconfitta del Torino ! » pensava e sen za dir nulla a nessuno si precipitava a cercare il Vittone. Questi s'era appena accorto della vincita, si stava grattando un'orecchia e ripeteva: « Mi pare impossibile., mi pare impossibile... che colpo...» LI per 11 si giuravano recipro- camente e con solennità di non parlare: la schedina portava l'in- dicnzlonc anonima « amici di Ni- diclino », bastava andare da un notalo e il gioco era fatto. Ma poi non resistevano: la contentezza era troppa, cominciavano a confidarsi con i parenti, con gli amici più intimi e in breve la notizia dilagava e diventava di dominio pubblico. L'Iraudi e il Vittone, vestiti da lavoro, con 1 giacconi di pelle e i « purilli » in testa, chiudevano bottega e seguiti da un codazzo di dipendenti e conoscenti andavano a festeggiare la vittoria nel bar-ricevitoria dove avevano giocato. Molte strette di maro, risate, 'gioiose esclamazioni, parecchi cordiali brindisi. « Avevo ragione, io, di dar fiducia alla Juventus! » esclamava il Vittone raccogliendo il plauso frenetico dei tifosi bianconeri. « Eh, io me la sentivo — diceva dal canto suo l'Iraudi — me la sentivo che il Torino sarebbe caduto nello scontro con l'Inter... quell'Angelillo ha un tiro che non perdona... Da domenica riprenderò a gridare " Viva il Toro! ", per oggi la- sottovoce " Viva ' sriatemi dire l'Inter"... ». Con la schedina In mano, lieti e sorridenti, i due amici si son fat- ti fotografare e hanno risposto all'immancabile domanda « Progetti per l'avvenire? », La loro risposta è stata molto semplice e precisa. « Niente pazzie, niente avventure — hanno dichiarato — domani si ricomincerà a lavorare come sempre... adopereremo i soldi della vincita per ingrandire e consolidare le nostre piccole aziende... ». ■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin Domenico Iraudi e Giuseppe Vittone controllano fi-iornule la notizia- della vincita
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