Il governo provvisorio del Venezuela ordina a Perón di lasciare il Paese

Il governo provvisorio del Venezuela ordina a Perón di lasciare il Paese Attentalo all'ex-dittatore "ospite,, dell" ambasciata domiaicana Il governo provvisorio del Venezuela ordina a Perón di lasciare il Paese Seguaci di Perez Jimenez sparano dalle auto sui passanti: un italiano tra le vittime? Seimila connazionali a Caracas tentano di ritirare i risparmi in banca, ma ottengono solo cento dollari ciascuno • Altri 200 firmano un manifesto contro le autorità diplomatiche (Nostro servizio particolare) Caracas, 27 gennaio. Il governo provvisorio del Venezuela presieduto dal contrammiraglio Larrazabal ha ingiunto stasera all'ex-dittatore argentino Juan Perón, rifugiatosi nell'ambasciata di San Domingo dopo la cacciata di Perez Jimenez, di lasciare il P'-*. ,e etor tro poche ore.' Perón na fatto subito sapere che se ne sarebbe andato «immediatamente*. Ma partirà •domattina all'alba, per destinazione ignota. La decisione si imponeva, non tanto per la sicurezza dell'eadittatore (starnante all'alba alcuni sconosciuti hanno sparato contro le finestre dell'ambasciata, domimicana), quanto per la tranqwllità del Paese, dove i seguaci di Jimenez sembrano ancora numerosi e sui quali la presenza a Caracas di Perón poteva esercitare un fascino nefasto. Oggi il governo si è riunito d'urgenza in seguito alle voci insistenti di un tentativo dì controrivoluzione ad opera di fedeli del deposto dittatore. Forse il Umore è eccessivo; ma è un fatto che gruppi isolati di facinorosi cercano di suscitare torbidi nella speranza di riportare Jimenez al potere. Si tratta in massima parte di esponenti del caduto regime. Costoro compiono scorrerie in automobile per le strade della capitale, sparando indiscriminatamente contro le pattuglie militari, i civili e le squadre di operai e di studenti che collaborano con le forze armate al mantenimento dell'ordine. Una donna è morta e altre dieci persone sono rimaste ferite dalle « auto fantasma>; sembra che in uno scontro tra soldati e simpatizzante del dittatore fuggiasco sia stato ucciso anche un italiano, ma la notizia, data da agenzie di informazioni straniere, non stata confermata da altre fonti. La colonia degli italiani di Caracas sembra inquieta e divisa nella valutazione degli avvenimenti. I più desidererebbero rimpatriare: seimila connazionali hanno affollato oggi le banche per ritirare i loro depositi- in vista della partenza, ma in molti casi le banche hanno' limitato i rimborsi a soli cento dollari (circa 63 mila lire) per le spese di viaggio. Altri duecento italiani hanno firmato un manifesto in cui si dichiara che l'ambasciatore, conte Giusti Del Giardino, non è < persona grata ». Essi lo accusano di aver collaborato con Pablo Estrada, uno dei capi più odiati della disciolta polizia segreta, e di aver tentato di ottenere l'appoggio degli «aitarti al dittatore Jimenez; inoltre di aver sottoposto i connazionali a « intimidazione e ricattai con l'appoggio di Pablo Estrada e di alti esponenti fascisti. Un altro gruppo, l'< Unione democratica italiana », ha accusato l'ambasciata e i consoli italiani di non avere informato gli immigrati sulle reali condizioni nel Venezuela e d% non averli avvertiti a non immischiarsi negli affari poi-itici del Paese. Alcuni connazionali, secondo l'< Unione democratica >, avrebbero votato a favore di Jimenez nel plebiscito del dicembre scorso perché ingannati. Quanto a Perón, egli ha detto stasera dopo aver, ricevuto l'ingiunzione a partire, che si recherà probabilmente in Europa « per riposarsi della sua lunga lotta », ma ha fatto capire che, nel'frattempo, egli potrebbe soggiornare per un breve periodo a San Do mingo. Interrogato sul futuro del < peronismo », l'ex-dittatore ha negato che il suo movimento sia in procinto di scomparire. < Altri penseranno a continuare la lotta che io ho iniziato — ha dichiarato —. Quando gli um cadono, altrt occupano i loro posti. Credo che faremo una grande sorpresa al mondo, in un prossimo avvenire ». Perón ha quindi smentito di essere stato ispiratore degli atti « sovversivi » in Argentina. « In realtà — ha proseguito — il popolo argentmo non ha altro mezzo di resistere all'oppressione. Non può che ricorrere alla violenza. E' questa la ragione per cui fa esplodere le bombe. Se fossi in ^Argentina farei lo stesso ». _ u. p pttas

Persone citate: Del Giardino, Jimenez, Pablo Estrada, Perez Jimenez

Luoghi citati: Argentina, Caracas, Europa, Venezuela