La Camera ha del progetto di legge Merlin

La Camera ha del progetto di legge Merlin Dopo È' approvazione dia parte del Senato La Camera ha del progetto di legge Merlin (Nostro servizio particolare) Roma, 24 gennaio. L'insistenza delle deputate di ogni partito perché la legge della senatrice Merlin per l'abolizione delle « case chiuse > venisse finalmente affrontata dall'assemblea di Montecitorio, ha avuto rag'one e stamane il progetto è stato preso in esame. V'è stato all'inizio un tentativo della destra per insabbiare il provvedimento mediante una proposta del monarchico nazionale Caroleo che suggeriva, prima di discutere-la legge, di reperire l fondi necessari alla sistemazione delle oltre quattromila donne ora accolte nelle case che si vogliono abolire. La proposta è stata respinta. Su nove oratori, sette sono stati a favore della legge, due contro. I favorevoli appartengono al partito democristiano, repubblicano, socialista, comunista; i contrari sono di parte missina e monarchico-nazionale. Due donne si sono particolarmente battute per le idee che la senatrice socialista Merlin sostiene strenuamente, così come face in Francia con successo Marie Richar dal 1948: la democristiana Gigliola Valandro, professoressa di filosofia, e la comunista Gisella Floreanlni, professoressa di musica. Mentre tra i sostenitori del progetto si sono schierati insigni clinici quali De Maria e Caronia, democristiani, tra gli avversari si è schierato l'on. Rubino (p.n.m.), docente universitario di patologia medica. La tesi di Rubino è che la < liberazione > di quattromila donne (taluno sostiene che siano cinquemila) aggraverà la situazione dal punto di vista igienicc-sanitarlo: mancheranno i controlli della pubblica sicurezza e le infezioni derivanti da malattie veneree dilagheranno per la mancanza di una efficiente organizzazione profilattica. Secondo l'oratore, le malattie veneree sono in aumento dal 1954 in poi per la assuefazione degli organismi agli antibiotici: c La legge Merlin — ha concluso — favorirà inconsultamente la diffusione della morbilità >. L'altro oratore contrario, il missino Calabro, avvocato, ha sostenuto la tesi che l'abolizione delle case chiuse costi tuirà un incentivo alla libe ra prostituzione: « Il problema si pone soprattutto in termini di educazione della gloven tu, alla quale non concorre certamente ... certa cinematografia che pone in rilievo, con spaventosa crudezza, il mondo delle prostitute contribuendo ad abbassare il prestigio della donna italiana nel mondo». Secondo il medico, on. De Maria, la regolamentazione delia prostituzione non 6 una remora alla diffusione del contagio venereo. In Francia le statistiche dimostrano che dopo la chiusura delle case le malattie sono diminuite. Il riconoscimento da parte del 10 Stato di questa vergognosa piaga sociale non è ammissibile: non è in alcun modo tollerabile che lo Stato consenta alla tratta delle bianche. Concorde si è trovato anche il pediatra on. Caronia, il quale ha osservato che l'« immoralità dilagante nel Paese e lo stimolo degli istinti ses suali costituiscono dei fattori che inducono ad approvare il provvedimento. Basta con lo sfruttamento legalizzato delle donne che contrasta con ogni principio morale. In tutti : Paesi civili questa regolamentazione è stata abolita. Solo l'Italia è rimasta in contrasto con le norme internazionali solennemente sottoscritte alle Nazioni Unite >. Il medico chirurgo on. Be rardi, socialista, ha rincarato la dose: « Occorre impedire a loschi individui di ingaggiare delle infelici trasformandole In turpi strumenti per il soddisfacimento degli istinti ses suali >. Egli ha concordato con l'on. De Maria che la maggior parte delle donne ospitate nelle case non risulta psichicamente normale. Ha poi ricordato che la legge n. 1545 recante nuove norme per la profilassi delle malattie veneree offre garanzie per una sorveglianza igienico-sanitaria anche al di fuori dei penosi ambienti che ora si propone di abolire. Uguali pareri ha espresso 11 repubblicano Macrelli. La on. Valandro Gigliola (DC) ha giudicato indispensabile che 11 Parlamento < compia questo atto di liberazione restituendo la donna al suo rango e alla sua dignità secondo i precetti cristiani» e la comunista Floreanini ha insistito affinché l'Italia si ponga sulla strada già seguita dai paesi civili, combattendo gli interessi che si agitano nel mondo dei lenoni e degli speculatori. La discussione sarà ripresa martedì e si giudica che la legge, dato gli schieramenti palesatisi, potrà essere approvata. Se saranno apportati emendamenti essa dovrà tornare al Senato, dove, però, vigila la senatrice Merlin pronta a far superare al suo progetto gli ultimi eventuali ostacoli. Nella breve seduta mattutina di Palazzo Madama sono state svolte'interrogazioni: alle preoccupazióni del democristiano Santoro sulla necessità che i giovani vengano preparati per esercitare la loro attività nei nuovi istituti europei, il sottosegretario agli ssteri Folchi ha convenuto che 11 problema si pone. Qualcosa tuttavia si è fatto con o senza l'intervento dello Stato coma, ad esempio, presso l'isti¬ tso Su nove oratori, sette (DC, PRI, PSI, PCI) si sono dichiarati favorevoli all'abolizione delle «case chiuse», due (MSI e PNM) contrari - Le tesi dei clinici De Maria, Rubino e Caronia tuto universitario europeo di Torino. Lo stesso sottosegretario ha risposto al socialista Busoni sulla questiona delle seicento opere d'arte trafugate dai tedeschi affermando che da parte germanica non vi sono obiezioni per la restituzione. Vi sono peraltro molte difficoltà di ricerca. Finora ne sono state reperite una settantina. Alacremente si procede alla ricerca delle altre. Al comunista Donini, infine, che si era preoccupato della totale * assenza dall'Insegnamento scolastico del periodo storico della resistenza, il sottosegretario alla P.I., on. Scaglia, ha dichiarato che nei futuri programmi questi eventi troveranno adeguata trattazione. Già in alcuni istituti superiori sono state distribuite copie del libro di Salvatorelli < Venticinque anni di storia italiana ». Tanto al Senato che alla' Camera le sedute sono state rinviate a martedì. , et. m. I

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