Il preventivo 1958-59 di Ferdinando Di Fenizio
Il preventivo 1958-59 Il preventivo 1958-59 Un compiuto esame del bilancio dello Stato previsto per l'esercizio '58-'59 potrà farsi solo fra qualche giorno: quando questo complesso documento, che si distende per centinaia e centinaia di pagine, sarà stato presentato al Parlamento. Tuttavia le dichiarazioni delVresidente del Consiglio Zoli del 23 gennaio e la conferenza stampa ieri tenuta dal ministro Medici a Roma già permettono alcune affermazioni. Ci troviamo di fronte ad un edificio di cui oggi si vede abbastanza chiaramente il profilo esterno. Conviene esaminarlo. Prima di tutto richiama l'attenzione la riduzione rei seguita nel disavanzo v... parte effettiva, superiore a quella che si poteva prendere giorni fa. In cifre: si giudicava verosimile un deficit di 160-170 miliardi. Esso è registrato per soli 134 miliardi. In questo modo, rispetto all'esercizio precedente del '57-'58, si ha una riduzione del disavanzo di 70 miliardi; che è pur sempre quella di maggior rilievo durante l'ultimo settennio. Infatti, fra il 1952-53 ed il 1953-54, la riduzione del deficit è stata di 62 miliardi; di 69 miliardi l'anno successivo. Per due esercizi poi (1955-56 e 1956-57) la riduzione del disavanzo statale è quasi impercettibile: sempre considerate le previsioni iniziali. Ritorna a 67 miliardi nel preventivo 1957-58, rispetto all'esercizio precedente e sale, come s'è detto, a 70 miliardi in questo esercizio, rispetto all'anteriore. Se si continua di questo passo, nel giro di due esercizi si raggiunge il pareggio; e, come si vede, senza alcun particolare sforzo. Allora, mantenendo fede al bilancio di previsione, anche il debito pubblico cesserà di accrescersi al ritmo attuale, un anno dopo l'altro. E l'amministrazione di questi titoli sarà resa ben più agevole. ^ ^ A questo punto l'indagine dovrebbe continuare ponendo, quanto meno, a raffronto entrate ed uscite globali con quelle previste nei bilanci precedenti. Si potrebbe allora giudicare (se pure molto grossolanamente) come fu ottenuta questa riduzione nel disavanzo. Purtroppo, però, neppure questa modesta ricerca è oggi possibile. Né il sen. Zoli né il sen. Medici hanno offerto alla stampa codeste cifre. Segno che, se il punto terminale del preventivo è già stabilito, alcune e forse parecchie scritturazioni debbono ancora essere compiutamente assestate. E se ne riparlerà il 29 di gennaio. * * Una delle più interessanti innovazioni di questo preventivo 1958-'59 si riscontra non badando alla parte effettiva, ma a quella parte del bilancio dello Stato che si intitola al « movimento di capitali ». Nella primavera del '59 scadrà, com'è noto, la prima quota dei Buoni novennali emessi in questo dopoguerra: 314 miliardi. Pertanto la spesa relativa al rimborso di questi Buoni è puntualmente iscritta in questa parte del bilancio. Il Tesoro, però, desidera il rinnovo di gran parte di questi titoli: sostituendo dunque quelli in scadenza con altri da rimborsare tra nove anni, cioè nel 1968. E poiché una buona parte di questi Buoni si trova nei portafogli delle banche, dove svolge un'utile funzione, è probabile che questo desiderio sia in parte soddisfatto. Comunque, per facilitare la conversione di questi titoli (naturalmente da decidersi in piena indipendenza da parte dei loro possessori) si sono approvati due provvedimenti. Si autorizza in primo luogo il ministro del Tesoro a concedere a chi effettuerà quella libera conversione speciali premi: sia in misura percentuale sia mediante assegnazione, a sorte, di determinate somme globali, particolarmente vistose (le definitive modalità sono allo studio e non potranno essere stabilite se non quando s'applicheranno: dipendendo anche dalle quotazioni future dei titoli pubblici). Poi (secondo provvedimento) si è prov veduto a creare un apposito « fondo » per acquistare i Buoni novennali in scadenza: beninteso non solo appartenenti alla serie che si esaurirà la primavera prossima; ma anche le successive. ' . * * Per ora l'ammontare di questo fondo è piuttosto etldmTsnSvfcAnptqsssfiisBiqbpdDqnsd esiguo. Nel preventivo statale, di cui oggi si diecorre, lo stanziamento è, sembra, di 20 miliardi; e salirà a CO miliardi soltanto in futuro. Tuttavia si è almeno riusciti ad avviare un mecca nismo di difesa dei titoli ìi Stato "he r.olti pHtiocinr;var.o, e «eh ■, in condizioni fave ct'oli, potrò, forse anche avere lontani vantaggi. Ad esempio, potrebbe attenuare il costo dei capitali per l'attività produttiva. Si conferma così, per altro verso, un'aspirazione che questo preventivo manifesta: lo stimolare un rapido sviluppo economico del Paese col ridurre l'assorbimento fi . jovo risparmio da parie uello Stato per lasciarlo in maggior quota a disposizione delle imprese. Le Borse Valori, registrando ieri una netta ripresa nelle quotazioni dei titoli pub' blici, hanno mostrato di sa per apprezzare questi intendimenti. ' Ferdinando di Fenizio
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