La sottile donna primaverile proposta dai grandi sarti a Firenze di Clara Grifoni

La sottile donna primaverile proposta dai grandi sarti a Firenze La sottile donna primaverile proposta dai grandi sarti a Firenze Drappeggi e pannelli volanti la renderanno flessuosa ed aerea - Gonne corte e scialli per le scollature - Le fantasiose interpretazioni dei "creatori,, in nove sfilate a Palazzo Pitti (Nostro servizio particolare) Firenze, 23 gennaio. < La donna di primavera », che i grandi sarti italiani hanno proposto, in nove sfilate, alla Mostra di Palazzo Pitti, appare soddisfacente. E' anco"i lunga e sottile, cor icarse curve; ma non sembra più sfuggita, in camicia, da una carestia cinese. Ha le spalle naturali, la vita al suo posto anatomico, o quasi, le lunghe gambe sciolte nel pas^. Drappeggi e pannelli volanti provvedono a renderla flessuosa o aerea. Può concedersi scollature aperte senza venir meno alla modestia: giacche, paltò, scialle, necessario complemento di ogni abito, le offrono il modo di esser castigata e à la page. , Purtroppo gli abiti corti (o cortissimi, ahimè) la obbligano a mostrare le ginocchia, che ha quasi sempre interesse a nascondere. In realtà non vi sono cambiamenti sostanriali dallo scorso luglio (si sa che le rivoluzioni della moda esplodono a preferenza nei mesi caldi); eppure, tutto è diverso. In cinque o sei mesi, le fogge hanno il tempo di decantare; ciò che in esse sorprese o irritò, va a fondo, e il meglio viene a galla. Il meglio della linea < sacco » è di ricordare sempre meno un sacco nella gran parte delle collezioni Cominciamo dalla prima stilata, quella di Schuberth, uno dei nostri sarti più fastosi e spettacolari. La linea che propone si chiama « Ambasciata > per via di certi tagli e increspature trasversali arieggianti alle fascie diplomatiche. E' una diplomazia vellutata e carica di rose. L'abito, in georgette, bianco guarnito di rose nere. la rosa alla sommità del capo, la rosa sul guanto, la rosa che fissa un drappeggio, la rosa che pende da un nastro, la tunica alla orientale con rose verdi su fondo nero, l'abito di lino bianco ricamato a tralci verticali di rose, e ancora rose sulle spalline del « guscio » nero a tutto fare, buono per l'ora del tè, per il teatro, per la cenetta al ristorante. Altri motivi ricorrenti, le sciarpe con frange, le frange ai termine dei pannelli, i pannelli ad ala di rondine o ramuourscs, i fiocchetti usati al posto dei bottoni. Questi abiti romantici e di bel taglio — molti dei quali rallegreranno la primavera di qualche attrice e forse di qualche imperatrice — seno accompagnati da cappelli e acconciature spiritose (per esempio una serie di cercini in chiffon con veletta). Le gonne sono allungate di 5-8 centimetri e lunghe fino a terra per gli abiti da fera. I colori vanno dall'orchidea al verde germoglio, al giallo-chartreuse, al rosso ciclamo, ma la base è sempre il bianco e nero. Più classico e composto il fiorentino Guidi, che veste « tutta via Tornabuoni ». I suoi ammirévoli taillcurs hanno giacche corte, scendenti dietro, colli rotondi e scostati, gonne strette. Dobbiamo a questo sarto (che ha scelto la linea « Carezzevole ») alcuni modelli dedicati alle clienti « d'una eerta età»: una indossatrice di quella età e di una eleganza impeccabile, dimostra, sfilando senza impaccio tra le sue giovani colleghe, in qual modo dovrebbero vestirsi le signore anziane. Torniamo al « Giovanile », parlando degli scamiciati di Jole Veneziani, sorta di casacche e paltoncini aperti da indossare su chemisiers a maniche lunghe, rigati o fioriti. Le goni sono estremamente corte, ; abiti si gonfiano sul dorso e i mantelli sulle anche, imitando il profilo di una pera. E' l'epoca del charleston, rievocata a tempo di roc7c and roll, vale a di-re in un rapido crescendo di panneggi roulé plichés. I ricami sono favolosi e certi contrasti di colore, grigiofumo e turchese, verde cipresso e viola, amaranto e verde acerbo, o la fantasia di un'enorme rosa in 'chiffon posta al fondo di un drappeggio, diventano una festa degli occhi. Con gli abiti della sarta milanen sfilano le ultime «creazioni per uomo» di un sarto romano, il quale, per mezzo d'un bruno e levigato boy, offre all'attenzione un compie to color Madera, uno smoking con gilè a fusciacca e una radiosa giacchetta di tussor amaranto, illeggiadrita da scarpe di raso nero, a punta quadra e fiocco. Un incarnato color azalea — è il nuovo trucco flou, a base di ciprie pallide e matite bianche — rende immateriali le superbe indossatrici di Simonetta e Fabiani, che presentano due collezioni singole, benché accomunate nella tecnica e nel gusto. Non si deve dimenticare che questi « creatori » sono moglie e marito. Lei confeziona certe ^onne a palloncino chiuse sotto il ginocchio da una fascia cjn nodi laterali che di /entano enormi, formando una coda, negli abiti da cocktail. Gonne cortissime e sciolte, abolite le sottogonne. La medesima linea si rintraccia nella collezione del marito, salvo una piccola variante: gli abiti sono leggermente ripresi sotto il seno, con un accenno di linea Impero. Tutto è morbido, i tessuti, i drappeggi, le pettinature (capelli riportati intorno al viso), le acconciature, a immense volute di tulle. E una quantità di collane. E colorì sfumati, il rosso-cipria, il bianco cremoso, il biondo; e toni squillanti di giallo, arancio, turchese. Questa eontrollatissima eleganza scuote anche i conoscitori, e il binomi j Simonetta-Fabiani raccoglie un massimo di applausi. Anche la donna di Capucci, il più giovane sarto di Roma, è « immateriale » e d'una deliziosa freschezza. Non si può immaginare che un'adolescente entro quei mantelli cortissimi, quei tailleurs diritti a scollatura ovale, quei paltoncini chiusi sul dorso da un triplice nodo, o quegli abiti in taffetà spumeggianti di arricciature nel fondo, da primo ballo. Germana Marucelli continua a sviluppare con grazia la sua famosa linea « pannocchia », che sflora con molle drappeggio il busto e i fianchi; Antonelli ci presenta la sua tenuissima mongolfiera (linea ball-look), Giovanna Caracciolo o Carosa fa sfilare una lunga teoria d'abiti raccolti e signorili, un gusto misuratissimo, in una gamma tranquilla di grigi, turchini, sabbia, con qualche pennellata d'arancio e di rosa. Il discorso s'è fatto lungo e conviene stringerlo. Tanti sarti, tante mode. E tutte queste mode permetteranno alla «donna di primavera» d'essere una e centomila. Così lì bilancio della XV Mostra di Palazzo Pitti si chiude con un confortante attivo, sia nel genere boutique — un ramo in cui gl'italiani detengono il primato assoluto — sia in quello Alta Moda, gli artigiani, i sarti, le modiste di casa nostra (fra le ultime citiamo con piacere la torinese Cerrato) hanno raggiunto un ottimo livello. E stipulato grossi affari. Clara Grifoni

Persone citate: Antonelli, Capucci, Cerrato, Fabiani, Germana Marucelli, Giovanna Caracciolo, Jole Veneziani, Madera

Luoghi citati: Firenze, Roma