Non è con il buon senso che si fanno i cappellini di Clara Grifoni

Non è con il buon senso che si fanno i cappellini L'ALTA MODA HA INAUGURATO LA PRIMAVERA A PALAZZO PITTI Non è con il buon senso che si fanno i cappellini Un pizzico di amabile follia nei vestiti presentati alla "Mostra Italiana,, Gonne «danzanti» e mirabili tessuti - Perché sono assenti le sarte torinesi? (Nostro servizio particolare) Firenze, 20 gennaio. Una ragazza alta e fiiifor- rne, con in testa una eatiov derà di paglia verde che su , rebbe piaciuta alla «Bella ci dista 1910 » inaugura ufficialmente la primavera nella Sala Bianca a palazzo Pitti (fuori, un cielo toscano livido e basso la smentisce). Undici lampadari di Murano splendenti come soli bianchi e cespi di fronde sparsi dappertutto contribuiscono a rafforzare l'illusione di un maggio precoce nell'enorme pubblico convenuto alla Mostra Italiana della Moda, giunta felicemente alla sua quindicesima presentazione bi-annuale. Nata nel '50 per iniziativa di G. B. Gicrgini, un fiorentino che si occupa da 30 anni del commercio con l'estero per tutto quanto riguarda l'artigianato e l'abbigliamento nostrani, visse giorni critici, ma oggi, convalidata e affinata, gode di un sicuro prestigio internazionale. Sono presenti nella sala croniste e tecniche di moda di ogni paese, come dire alcune centinaia delle più eleganti, profumate e terribili donne del mondo, prontissime d'occhio e di parola. Un vasto settore della platea è riservato ai buyers, i compratori giunti dall'America, dall'Inghilterra, dalla Germania, dai Paesi scandinavi e che tra breve partiranno per Parigi, dove continuerà a svolgersi nei prossimi giorni il gran carosello dell'Alta Moda. Questi compratori esteri sono di due specie, confezionisti e rappresentanti dei grandi magazzini: i primi vengono qui in cerca di formule nuove, magari bizzarre, da sfruttare per un vastissimo pubblico; mentre i secondi puntano soprattutto sulla preziosità, del modello e l'esecuzione perfetta. I nostri « creatori » (ne abbiamo sei o sette, eccellenti) si sono fatti, anno per anno, a queste contrastanti esigenze: e nelle proprie collezioni non trascurano i gusti di una clientela esotica che va dalle placide finlandesi amanti dei mezzi toni alle calde boliviane attirate dal colori smallanti. La loro donna ideale, perciò, è di tipo composito e 11 corredo che le allestiscono volta a volta è quanto di più vario ed estroso si possa immaginare. ■ Incominciamo dalla testa anche perché il primo mattino della Mostra è riservato ad cappellini. Quelli della primaveraestate si ispirano ancora al genere vamp del cinema muto e sono sempre calzanti; ma anziché scendere sulla fronte tendono a coprire la nuca. Una tra le più raffinate e spiritose modiste torinési presenta dei cuffiotti in foulard a colori, da ciurma barbaresca; si chiamano infatti « alla corsara » ; vengono appoggiati sulla guancia destra e terminano a cocche sul collo. La stessa modista lancia il cappello «smontabile» con l'ala che va e vienet trasformando lo « sportivo » in « elegante » secondo le ore e la necessità di una giornata intensa. Altri modelli posti sotto l'« insegna » del « fa giovane » o « fa tipo » (tutte formule chiave), ricordano le petulanti berrette dell'infanzia; ma in luogo del pompon inalberano una rosa, una lucciola di tulle e ciuffo di piume alla sommità. E vediamo passare a ritmo veloce (otto modiste e modisti alimentano la sfilata) Biancalani, Canessa, Cerrato, ExportZacco, Leonella, Marucelli, Schubert, Veneziani) caschi in velluto, pagliette cariche di ciliege e fragole, capottes in broderia bianca, ampie scodelle da lume a petrolio, tegamini con pinne frontali e laterali, col- bacchi, feltri alla agherra. Canestrini ondulati consigliabili ner il sole e la piogeia. adatta¬ bili come portafiori, e, secon >o uno spettatore irriverente come montacarichi. L'irriverenza, ci pare, accomuna i molti uomini presenti a questo torneo di cappellini. Evidentemente li trovano irraeionevoli. Ma perché non dovrebbero esserlo? Non è con I buoni sentimenti che si fa delia buona letteratura, diceva Gide; non è con ,il buon senso, diciamo noi, che si fanno dei cappellini da giorno o da sera. A proposito: lo slogan « sera con cappello » viene appoggiato da tutti i sarti. Ma dall'ora del cocktail in po', non si tratta che di abbozzi o intenzioni di cappello, rappresentati da conri-chignon in tulle d'oro, armature di nastri e Strass, romantici schermi di veletta (A noi la veletta che adombra e non nasconde. E' una confidente O una complice). Con questi cappelli si porterà una figura sciolta e allungata. Siamo ancora alla linea flou, alla linea mou. In altre parole, 'a donna è sempre nel < sacco ». Ma le infinite varianti apportate alle camicie, ai tubetti e ai fusi le consentiranno, nella prossima stagione, di somigliare sempre meno alla squallida aringa nella quale s'idéntificava, da anni, la cosiddetta /emme chic. GH espositori di oggi, tutti specializzati nel genere boutique (Adria, Baldini, Livix, Scarabocchio, Vito, Glans, Miricae, Mirsa, Avolio, Bertoli, eccetera) ce lo fanno sperare. Il venticello spregiudicato che soffia sulle loro collezioni gonfia e scompone le linee, modellando i busti, agitando pannelli e ventaglietti, abbassando le tasche fino all'orlo delle gonne e tutto rallegrando con un pizzico di) follia. Abbiamo il vestito con un nastro en coulisse sotto il ginocchio e il vestito con un albero ricamato che sale dal basso fino al centro della scollatura. Abbiamo le gonne danzanti, con volani sull'orlo e le gonne ricavate dai tappetinl di Gobelin o dalle vecchie coperte matrimoniali. Abbiamo l'abito a saio con il cordone In vita e tutte le possibili interpretazioni del tema grembiale o — per 1 modelli destinati alle vacanze — del tema casacca. I tessuti, creati appositamente per queste collezioni sono mirabili: sete opache come cotone, cotoni morbidi come seta. E tutti i colori, possibili, rubati alla natura o alla fantasia: l'aranciotramonto (colore dominante), il rosso-guancia, il turchese, l'oltremare, 11 rosso bengala, il verde olio d'oliva, il rame e perfino il cacao. Non parliamo degli stampati. Ogni delirio dell'immaginazione, prende corpo sul foulard, lo shantung, il rasatello, il voile e la mussola di cotone che accolgono praticamente ogni cosa, pannocchie e maggiolini, guereri thailandesi e mappamon- vecchi lampioni a gas e pa-ranze a vela, pesci e corazze. Ma le spettatrici s'incantano e i buyers applaudono divertiti, con ampi sorrisi che svelano magnifiche dentiere americane. Domani sfileranno i modellii dei principali « creatori » d'Aita Moda dì Firenze, Milano e Roma. Ancora una volta, Torino non figura nel programma. Sono diventate mammole le bravissime sarte torinesi? O vengono tagliate fuori, per qualche motivo, dalle manifestazioni ufficiali? Ci piacerebbe saperlo. Clara Grifoni Sensato o no, sul capo di una bella ragazza un cappellino può essere veramente delizioso

Persone citate: Avolio, Baldini, Bertoli, Biancalani, Canessa, Canestrini, Cerrato, Gide, Schubert, Veneziani

Luoghi citati: Adria, America, Firenze, Germania, Inghilterra, Milano, Parigi, Roma, Torino