Lo sherpa Tenzing giunto a Roma: "Non credo all'uomo delle nevi"

Lo sherpa Tenzing giunto a Roma: "Non credo all'uomo delle nevi" Lo sherpa Tenzing giunto a Roma: "Non credo all'uomo delle nevi" Si tratta probabilmente di un orso o di una scimmia di grandi propar ztom - "Perché lo scienziato russo che ha visto l'animale non l'ha inseguito nella caverna?,,- Ricerche organizzate da un giornale inglese (Nostro servizio particolare) Roma, 17 gennaio. L'esistenza dello « Yeti », dell'abbominevole uomo delle nevi, nella zona dell'Imalaia è stata ancora una volta smentita dall'uomo che non soltanto ha scalato la vetta più eccelsa del mondo, ma che fra quelle montagne ha trascorso tutta la sua vita- incontrando 1 pochi esseri umani e i non molti animali che la popolano: dallo Sherra Tensing, lo scalatore dell'Imalaia, giunto oggi a Roma per un secondo viaggio in Italia. Già in un'altra occasione, qualche mese fa, Tensing aveva detto di non credere all'abominevole uomo delle nevi, dicendosi convinto che un qualche animale — forse un orso, forse una scimmia — era stato scambiato per un essere selvaggio ma umano dalle persone — alcuni monaci buddisti — che hanno affermato di averlo incontrato. Tensing non aveva messo in dubbio che fossero state trovate sulla neve misteriose impronte, somiglianti a quelle ohe avrebbe lasciato un uomo a piedi nudi (piedi giganteschi), le vide per primo il maggiore inglese Weddell fra le montagne del Nepal, ad oltre cinquemila metri d'altezza. E le vide anche il colonnello Kaulbach, qualche anno dopo. «Io però non le ho mai viste » ha detto Tensing, senza volersi pronunciare sulla polemica che ora attribuisce le impronte a un orso (ma si sarebbe dovuto trattare di un orso che, a differenza degli altri plantigradi ohe si muovono sbandando a destra e a sinistra, avesse Imparato a seguire una linea retta, perché le impronte non denunciavano nessuna Incertezza nei movimenti e seguivano una linea diritta) e ora le attribuisce a una scimmia di razza Langur, anche se appare improbabile che una scimmia antorpolde, di non grande peso, potesse lasciare sulla neve gelata impronte tanto profonde e chiare. Quando Tensing dichiarò l'ultima volta di non credere all'uomo delle nevi, non era stato ancora pubblicato il racconto fatto alla « Komsomolskaja Pravda» dallo scienziato sovietico A. G. Pronin il quale affermò id aver visto due volte, nello spazio di tre giorni, lo « Yeti > (o < Mirka » o < Mlgo », come lo chiamano gli indigeni). Il racconto fu preciso. «Sapevo che la zona del Pamlr dove si moveva la nostra spedizione era disabitata. Ma uri giorno mi apparve una strano creatura, nuda, coperta di peli rossicci, che cammina su due gambe, un po' curva. Era un essere tarchiato e aveva le braccia molto lunghe. L'uomo delle nevi era appena uscito da una caverna e, dopo aver percorso duecento metri, scomparve fra le rocce. La seconda volta lo potei osservare soltanto per pochi secondi: appena mi vide, si precipitò In una caverna». È' stato domandato a Tensing cosa pensasse di questo racconto; e lo scalatore ha ripetuto che non continua a credere all'esistenza dello « Yeti ». Come mal si trovava solo, e in tutte e due le occasioni, lo scienziato sovietico in una zona dove non è consueto separarsi dai compagni di spedizione? E perché non tentò d'inseguire lo abominevole uomo delle nevi nella caverna dove s'era rifugiato? Tensing crede così poco all'essere misterioso che non progetta di partecipare alle ricerche promosse da un giornale londinese, che ha promesso un gran premio a chi riuscirà a catturare quésto leggendario antropoide o vero uomo che sia. Per il momento Tens'r.: pensa soltanto allo sci; e vuole restare a sciare per un mese sul monte Bondone in compagnia delle due figlie e della nipote che Io hanno accompagnato da Calcutta a Roma. e. a. . a à e Lo sherpa Tenzing scende dall'aereo a Ctamplno (Telefoto) ■ M1111111111 M111111111J [ 111111 ! M11111111 < 111111 i 11 ! 1111111 i 111 i 1111 i 111M ■ ■ I ] 11111111111111 [ 11111E11111111113 0

Persone citate: Pronin, Tensing

Luoghi citati: Calcutta, Ctamplno, Italia, Nepal, Roma