Il lento cammino

Il lento cammino Il lento cammino Mentre il satellite n. 2 prosegue nei suoi giri attorno alla terra, Bulganin continua a distribuire messaggi sul nostro pianeta: lettere e memorandum di decine di pagine, redatti con formule diverse a seconda delle nazioni cui sono rivolti. Sinora questi documenti, dove quasi si confondono polìtica e propaganda, sono pervenuti a ottantatrè governi. Incominciano a giungere a Mosca le prime repliche degli alleati e da discorsi o commenti ufficiali già si può capire quali saranno le risposte degli altri paesi atlantici. C'è una sostanziale unità di tono, anche se nei particolari si scorge qualche differenza di giudizio. Soltanto Danimarca e Norvegia sembrano decise ad accettare il progetto polacco di zona disatomizzata nel centro dell'Europa, che Bonn respinge, Washington giudica con riserva e Parigi con* menta senza favore. E' prò babile che francesi ed ingle si siano meglio disposti de gli americani all'incontro fra i capi di governo; gli Stati Uniti insistono per riprendere all'ONU le trattative sul disarmo, mentre altri paesi (come il Canada) sono pronti a negoziare su basi nuove ; infine Adenauer, così incerto e prudente alla conferenza di Parigi, è tornato ai principi di una politica forte. E' chiaro che le note di Mosca miravano a dividere le nazioni atlantiche ed a creare fra i popoli neutrali afro-asiatici una atmosfera ostile all'Occidente. Ora, i paesi della NATO dissento no forse sul metodo da scegliere per le trattative con la Russia; ma nelle repliche a Bulganin rivelano l'unanime convinzione che solo un fronte unito consenta di resistere alle manovre ed alle minacce sovietiche. Inoltre tutti gli alleati riconoscono che l'America resta il grande pilastro della difesa occidentale, anche se le nazioni dell'Europa cercano di influire sempre più (esposte come sono a maggiori pericoli) sull'elaborazione delle direttive comuni. Abbiamo segnalato che negli Stati Uniti autorevoli giornalisti e commentatori (quali Lippmann, Kennan, i fratelli Alsop), dopo avere deplorato la politica di Foster Dulles, invitavano il governo a più coraggiosi negoziati con la Russia. Questi giudizi hanno avuto larga eco in Europa; ma ora si nota, negli ambienti responsabili della politica americana, un'evoluzione in sen. so contrario, un irrigidimento coerente con la linea seguita finora. Eisenhower ha ripetuto nella /orma più esplicita di approvare e sostenere l'opera svolta dal suo Segretario di Stato; ed i dirigenti del partito democratico, che al Congresso dispone della maggioranza, condividono le sue tesi, anche se non accettano tutti i metodi dell'azione governativa. L'importante articolo di Dean Acheson, presidente del comitato di politica estera dei democratici, scrit to per confutare le idee di Kennan ed apparso pochi giorni fa su La Stampa, .non lasciava dubbio alcuno. Ora l'ex-ministro ha pubblicato un libro, La potenza e la diplomazia, in cui ribadisce quei punti di vista con lucidità ed asprezza. «/ soli accordi possibili oggi, sarebbero svantaggiosi per noi e non diminuirebbero affatto i pericoli della guerra fredda. Non possiamo evitare il fatto che la forza avrà una gran parte nella vasta strategia, necessaria per costruire un efficiente sistema mondiale non comunista... Parlare di sincerità dei russi, è dire una cosa senza senso e molto pericolosa». Se si trascura il fatto che Acheson non cita la Bibbia, sono le opinioni che Foster Dulles ripete da parecchi anni. Egli è ancor più categorico e pessimista nel pre¬ vinrinscciaddpsurivimccgsetNpqnctsflBstnl"pLFtsdcgasdmdlocvulmdPisnp vedere quel che accadrebbe in Europa, appena fossero ritirate le truppe americane: l'occupazione a breve scadenza da parte dell'esercito russo. Nell'ipotesi che anche l'URSS si ritirasse dai Paesi satelliti, afferma di essere sicuro che scoppierebbe un'immediata insurrezione come in Ungheria, cui seguirebbe l'intervento militare sovietico con imprevedibili conseguenze. Dulles ed Acheson, l'uno con principi religiosi, l'altro con lucidi ragionamenti, giungono alla stessa conclusione; purtroppo essi non espongono un piano altrettanto chiaro per il futuro. Non indicano alcun mezzo pacifico per mutare.lo statu quo in Europa, né fanno conoscere un programma concreto per arrestare la continua marcia dell'imperialismo sovietico. Quarant'anni fa, proprio di questi giorni, l'URSS firmava la pace di Brest-Litovsk; da allora l'espansione russa non ha avuto sosta. Nell'ultimo decennio ha ancora conquistato la Cina ed il Vietnam ; ades¬