L'Irlanda ha eliminato l'Italia dai campionati del mondo di calcio: 2-1

L'Irlanda ha eliminato l'Italia dai campionati del mondo di calcio: 2-1 La squadra azzurra non è riuscita a superare l'arduo ostacolo di Belfast L'Irlanda ha eliminato l'Italia dai campionati del mondo di calcio: 2-1 Le due reti irlandesi sono state segnate nella prima mezz'ora di gioco - Nella ripresa gli azzurri ottengono un gol all'ir con Da Costa p dònno l'Impressione di poter risalire lo svantaggio - L'espulsione di Ghiggia al 23" tronca la riscossa dei nostri; gli avversar:, che davano segni di sbandamento, riprendono tona e portano in salvo la vittoria - Corretto comportamento del pubblico e nessun incidente (Dal nostro inviato speciale) Belfast, 15 gennaio. Per la prima volta nella storia del calcio mondiale, da quando noi partecipiamo alla Coppa del mondo, siamo stati battuti, nella fase eliminatoria della competizione : ci si è tolto il disturbo di prender parte al torneo finale c "decisivo della competizione. Siamo stati sconfitti all'ultimo passo del nostro girone di qualificazioiK, sconfitti ri» stretta misura ma regolarmente s senza che il verdetto offra il destro a prandi attenuanti. Non. avevamo la squadra al completo, si può dire, ma la parte principale delle sostituzioni degli assenti è stata fatta in modo non da rimedarc alla situazione, ma di aggravare la medissima. Quando l'altoparlante annunciò la formazioni, delle due squadre, e quando le medesime entrarono in campo in perfetto orario, l'animo degli italiani, si aprì alla speranza, più ancora di quanto esso già non si fosse aperto in precedenza. Voleva dire che era assente Gregg, il miglior portiere che possegga al momento la Gran Bretagna tutta: voleva dire che non si attendeva nemmeno che egli arrivasse all'ultimo momento sfondando la nebbia, se del ritardo gli interessati non cercavano di far uso in alcun modo. Quando si vide come giocavano i nostri avversari, subito la prospettiva si fece più ardua e confusa: essi si comportavano come noi tecnicamente più non sappiamo comportarci. Quando, prima ancora che scadesse la mezz'ora, noi ci trovammo con due reti di svantaggio, allora l'orizzonte sì oscurò del tutto. All'osservatore non volutamente- ammalato di tifo, appariva chiaro fin da allora che, a meno di un caso o di un miracolo, uno svantaggio simile noi non lo avremmo mai rimontato. I rappresentanti dei nostri rolori riuscirono al massimo a diminuire la distanza, a ridurre il distacco che ci separava dall'avversario ; e in un modo stramo c inusitato ancora, ciioè essendo gli uomini nostri a caricare il portiere e a fargli perdere il controllo della palla. Più avanti nel ricupero, non andammo, malgrado J-J minuti rimanessero ancora a -nostra disposizione. Perdemmo anzi un uomo per espulsione: ed è la terza volta negli ultimi quattro incontri internazionali che un giocatore dalla maglia azzurra viene per violenze di gioco o scorrettezze invitato a prendere anzitempo la via degli spo gliatoi. Gl'irlandesi, che stavano in quel periodo tentennando, ebbero tempo di riorganizzarsi e di riprendere. E terminarono la partita da gran signori, dominando e dando l'Ì7npressionc di poter segnare ancora da un momento all'altro. Ed effettivamente segnarono ancora, a mezzo del loro centravanti, ma l'arbitro giustamente non riconobbe come valido il punto a causa d'un fuori gioco del se¬ ggp gnalare. Morale: il risultato è giusto e superiore ad ogni pos'*' 'il di contestazioni.. L'avversario ci ha superato i* tecnica, e soverchiato in spirito pratico Esso aveva in campo un Danny Blanchflower che giocava due volte meglio che il mese scorso: ria condottiero e da ispiratore della compagine. Ma l'intero undici si è portato, nel senso stilistico del termine, in modo ottimo. Forse l'unico degli Urlandosi che ò risultato inferiore all'aspettativa è stato proprio quello che da parte nostra veniva ritenuto il più pericoloso, l'ala sinistra McParland. Forse lo critiche al suo gioco, che supera i limiti del lecito in fatto di decisione e robustezza, hanno smorzato j suoi bollenti spiriti. Ma per tutto il rimanente la squadra avversaria è stata non soltanto tecnica e forte, ma anche brillante e convincente. Il portiere stesso, quell'Uprichard che sostituiva Gregg, bloccato dalla nebbia a Manchester, non fu all'altezza della situazione che nell'occasione del secondo tempo, nella quale, su centro di Montuori e tiro di Ghiggia, eglli sì lasciò sgusciare la palla dalle mani nella rete, a seguito di una carica di Da Costa. Per cui non- possono proprio più essere gli azzurri ora a lamentarsi perché un attaccante piombi sul guardiano della rete avversaria, quando questi ha i piedi a terra e la palla nelle mani. Anche il pubblico irlandese si è portato bene questa volta, Forse anche perche, quando si vince, ò sempre facile tenere buona condotta: in- simili casi sì incarica il risultato di fare da calmante. Chi è portato a gridare e ad inveire non può trovare sfogo migliore che nei palloni che-finiscono nella rete avversaria. Nessuno, da vicino o da lontano, è più intervenuto in questa occasione a soffiare sul fuoco. Ma in realtà va detto che l'inno nazionale italiano fu ascoltato in questa occasione a capo scoperto e in religioso silenzio — anche con qualche ap¬ ponss plauso — dalla folla che, rare occasioni a parte, di' insulti ai nostri giocatori durante la gara non ne rivolse più. Va detto che persino l'espulsione di Ghiggia, che aveva sferrato un calcio a un avversario non in azione di gioco, fu a accolta in silenzio dagli spettatori. Alle escandescenze dei medesimi mancò fra l'altro quasi interamente quel grande incentivo che è la dura e poco complimentosa carica al portiere. Di cariche efficaci ve ne fu una sola, e questa da parte italiana, come già detto. Da parte irlandese si dovette attendere fin quasi al termine dell'incontro, quando il piccolo Cush andò addosso in modo tutt'altro che violento e scorretto al portiere Bugatti. Null'nV-o che lodi e nessuna lamentela quindi sotto questo aspetto. Ed un plauso merita pure l'operato dell'arbitro ungherese Zsolt e dei guardialinee suoi compatrioti. Occhi critici erano puntati su quest'uomo, per il quale i famosi (/.ludici di gara britannici erano stati sospinti decisamente in seconda linea: occhi di gente pronta a distruggerne il buon nome II risultato c la spietata espulsione du un giocatore italiano hanno tolto ogni velleità denigratoria a chi ne aveva il proposito. Ma in qualunque modo fosse andato l'incontro, qualunque ne fosse stato il risultato, e anche se a Ghiggia fosse stato permesso di rimanere in campo fino al termine dell'incontro, l'arbitro non avrebbe in realtà meritato altro che consensi. Si tratta di un competente franco c severo. Un uomo, finalmente, che sa vedere giusto nella situazione di gioco e che fa un uso preciso di quella regola del vantaggio che tanta gente ha dimenticato e dimentica da noi di applicare. Per cui, a non meritare né plausi né riprovazioni, in questa gara che chmde una vertenza che cominciava a diventare troppo lunga e antipatica, non rimane che l'unità alla quale- era stata affidata la difesa dei nostri colori. La quale, senza essersi portata in modo pessimo, non si è portata bene affatto. lì gioco adottato e praticato dagli avversari ha messo .Vi luce e in evidenza i difetti di costituzione che essa aveva, chi quelli della prima linea andando giù fino a quelli della difesa. Difetti, di cui, eccezion fatta per il portiere Bugatti, che non poteva parare i due tiri che lo hanno battuto, si è resa partecipe l'intera compagine. Sulte deficienze emerse in questo undici italiano ci sarà tempo e modo di ritornare con spazio a disposizione. Non ci limiteremo qui a dire che non è con attaccanti che si limitino a fare sfoggio del loro controllo della palla; con avanti che combattere con vigoria e convinzione non sanno, che si può sperare di sfondare una difesa dura, compatta, forte e accorta come quella che può presentare anche la sola piccola Irlanda del Nord. Il risultato che la squadra nostra ha subito, pur non essendo severo come avrebbe anche potuto esserlo, è giusto e onesto. Vittorio Pozzo T Lo scontro fra il portiere e Da Costa che ha provocato la rete degli azzurri (Telefoto)

Persone citate: Da Costa, Ghiggia, Montuori, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Belfast, Gran Bretagna, Irlanda, Irlanda Del Nord, Italia, Manchester