Gli elefanti riprendono a mangiare dopo il ritorno dei loro guardiani
Gli elefanti riprendono a mangiare dopo il ritorno dei loro guardiani Come vma fiaba quanto è accaduto nel circo equestre di Genova Gli elefanti riprendono a mangiare dopo il ritorno dei loro guardiani Per tre giorni i tre animali hanno digiunato essendo i "cornak,, in carcere (Nostro servizio particolare) Genova, 11 gennaio. Fra gli animali, l'elefante è uno dei più miti e sensibili, incline all'affetto e alla devozione. Queste qualità, precisano i testi, sono ancora più vive nell'elefante indiano, riconoscibile dalle orecchie, piccole al confronto con quelle enormi dell'elefante africano. Sono appunto indiani 1 tre pachidermi protagonisti della graziosa favola che ha avuto per teatro un circo di periferia, il « Palmiri », le cui tende si levano in questi giorni a Sestri Ponente, sobborgo genovese. I tre elefanti, Tago, Tony e Pongo, si sono rifiutati di prendere cibo per tre giorni, attuando un vero e proprio sciopero della fame, perché mancavano dal circo i loro due fedeli amici, i guardiani Otto Kristensen, danese, e Leopoldo Bambula, austriaco. Otto e Leopoldo erano stati arrestati tre giorni fa. Avevano preso dal tavolo di un bar, forse per distrazione suggerita dal vino, una borsa e un paio di guanti appartenenti ad un cliente. Gli agenti subito chianu.ti, non avevano faticato a rintracciare i due guardiani mentre se ne stavano ritornando al circo con la borsa. L'operazione, abbastanza semplice, si concludeva con denuncia e trasferimento alle carceri. Ma nessuno aveva tenuto conto dei sentimenti dei tre elefanti. Tony, Tago e Pongo passarono una notte agitata; al mattino rifiutarono di avvicinare i secchi contenenti l'abituale «pastone»; per tutta la giornata furono nervosi, continuando a rifiutare il cibo, lavorando nel circo con malagrazia. Così per tre giorni, finché divenne chiaro che i tre elefanti sarebbero morti di fame se i loro guardiani non fossero stati messi subito in libertà: Avvenne il fatto straordinario! le porte del carcere si aprirono. Otto e Leopoldo ebbero la libertà provvisoria, ritornarono dal loro tre amici. Non è possibile garantire la esattezza del racconto di chi vuole siano avvenute scene di gioia degli elefanti con altissimi barriti. E' questa una supposizione colorita ma fresca e ingenua, in tutto degna della favola che è vera. Questa precisazione è necessaria perché sono inevitabili i sospetti quando si leggono episodi del genere. La fiaba è vera, semplice, perciò priva di dettagli particolarmente coloriti. I tre elefanti non Banno dimostrare i loro affetti. A differenza di un cane che può con lo sguardo o i guaiti suggerire infinite emozioni, l'elefante resta impassibile ed enigmatico. Questa sera, in compagnia del due giovanotti che 11 accarezzavano sotto i lampi del fo tografl, Tony, Tago e Pongo hanno conservato solennità e distacco, muovendo lentamente le orecchie e le proboscidi. Anche i loro amici Otto e Leopoldo sono semplici fino a sembrare incomprensibili. Non trovano eccezionale l'attaccamento dei loro elefanti; lo spiegano vagamente accennando alla convivenza abituale. Per chiunque, non per essi, è sorprendente apprendere che i due ragazzoni, uno di venticinque e l'altro di ventisei anni, dividono con i pachidermi l'esistenza quotidiana, spingendo l'amicizia fino al punto di dormire sotto la stessa tenda. Nell'abitazione provvisoria fatta di pesante tela, è una pedana su cui dormono i tre elefanti legati da una fragile catena. Accanto due brandine povere ma pulite per Otto e Leopoldo. Non c'è l'odore pungente della gabbia delle tigri e del leoni, ma soltanto un odore di stalla, domestico come il tepore della tenda. ni. f. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiimiiiiiiD I tre etef.mtl Tago, Tony e Pongo con 1 loro guardiani Otto e Leopoldo (Telefoto)
Persone citate: Kristensen, Leopoldo Bambula
Luoghi citati: Genova, Sestri Ponente
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