L' «Osservatore Romano» e la polemica elettorale di Vittorio Gorresio

L' «Osservatore Romano» e la polemica elettorale L' «Osservatore Romano» e la polemica elettorale "in tutto quello che abbiamo detto ' oi-emo la Chiesa non può essere impegnata né per la forma né per il contenuto,, • Un commento della "Voce Repubblicana, al trasferimento e alla promozione di due magistrati di Firenze - Rinviato il processo al vescovo di Prato Roma, 9 gennaio. iSul fronte della polemica fra ì cosiddetti laici ed i cat-1 tolici militanti si è avuto oggi un segno di schiarita. Agli argomenti addotti negli ultimi giorni dalla Giustizia oggi difatti L'Osservatore Romano risponde con un tono eccezionalmente garbato, pacatissimo, e soprattutto fornisce una precisazione che è da considerare veramente preziosa. Il tema della disputa erano le polemiche fra i partiti di centro e la D.C. oltre che le speculazioni edilizie che avvengono a Roma. L'intervento della Gfjus*i«o eia stato determinato dalli», difesa che l'organo vaticano aveva tentato a favore degli imprenditori immobiliari e dell'Amministrazione comunale di Roma Rimproverato dai socialdemocratici per questo atteggiamento, il quotidiano della Santa Sede pubblica oggi una avvertenza di notevole significato. Esso scrive al riguardo: « Avvertiamo subito che la Chiesa non c'entra. La Chiesa non può essere impegnata né per la forma né per il contenuto di quel che dicemmo cioè per alcuni rilievi politici che noi abbiamo fatto, come sempre, per conto nostro, siccome giornalisti cattolici in comunità di pensiero con i cattolici italiani. E' bene, molto bene —- insiste l'Osservatore — premettere tutto ciò all'approssimarsi di quella campagna elettorale cui parteciperemo come per l'addietro, ma come per l'addietro in questa veste: che se ne dovessimo assumere un'altra sarà ben visibile a tutti », In sostanza l'Osservatore mira ad affermare una ben precisa distinzione fra la propria responsabilità di semplice organo cattolico, che come tale ha pieno diritto di scendere a discutere di questioni politiche italiane, e la responsabilità, ben più alta, della Chiesa che può essere chiamata in causa soltanto in circo- stanze eccezionali. Già qual che giorno fa l'Osservatore aveva fatto questa distinzione in un suo corsivo polemico, e la conferma di oggi dovrebbe pertanto liberare il campo dagli ultimi equivoci, nel senso che per tutto il corso della campagna elettorale l'Osservatore intende essere considerato soltanto come un giornale di cattolici politicamente impegnati, esclusa ogni diretta compromissione della Santa Sede. Primo a rallegrarsi di tale precisazione è l'on. Fanfani, che ne acquista una maggiore libertà d'azione per la politica della D.C.; ma in pari tempo se ne rallegrano i partiti laici, che vengono a trovarsi liberati da quel complesso di reverenza che li tratteneva talvolta dal prendere nettamente posizione nei confronti di un giornale che si supponeva esprimesse ufficialmente il pensiero delle più alte gerarchie della Chiesa. Questo leale «ridimensionamento» della polemica politica compiuto oggi dall'Osservatore gioverà pertanto a rasserenare l'atmosfera, a tutti consentendo una maggiore e più tranquilla libertà di giudizio. Appunto in connessione con simile principio, si sta svolgendo una delicata polemica a riguardo del caso del Vescovo di Prato recentemente rinviato a giudizio, com'è noto, sotto l'imputazione di diffamazione a danno di una coppia di sposi che avevano contratto matrimonio secondo il rito civile. L'organo socialdemocratico La Giustizia denunciava ieri che alcuni magistrati fiorentini interessati alla causa pendente erano stati promossi o trasferiti ad altre sedi; e ne faceva anche i nomi, informando che il loro movimento era stato deciso su proposta del Guardasi gilli Gonella nell'ultima riunione del Consiglio dei Mini stri il 27 dicembre u.s. Le informazioni della Giusi» zia erano solo parzialmente l o a o n o a e — e l esatte, e il ministro Gonella ne profittava per dare subito una smentita avvertendo che non erano stati trasferiti o promossi né i magistrati fiorentini che avevano chiesto il proscioglimento del Vescovo di Prato né quelli che, invece, lo avevano rinviato a giudizio. La Voce Repubblicana di questa sera è intervenuta nel la polemica per informare che anche il ministro Gonella è stato a propria volta inesatto o reticente: risulta, infatti, che dal Consiglio dei ministri del 27 dicembre sono stati disposti trasferimento e promozione di due magistrati direttamente interessati alla vertenza. Infatti il dott. Francesco Rotella, procuratore della Repubblica a Firenze, è stato promosso procuratore generale e trasferito a Trento, e il dott. Vincenzo Renis, procuratore generale della Repubblica a Firenze, è stato promosso presidente della Corte d'Appello di Firenze. Osserva in proposito la Voce Repubblicana che il dott. Rotella avendo promosso l'azione penale contro mons. Fiordelli « è precisamente quel magistrato che in sede di udienza avrebbe dovuto formulare prossimamente, come pubblico ' ministero, le conclusioni della pubblica accusa a carico dell'imputato; avrebbe, cioè, dovuto chiedere l'assoluzione o la condanna del prelato. Siccome è stato promosso a Trento, non sarà più questo magistrato a presentarsi in udienza, quando si svolgerà la causa; sarà un altro ». Per quanto riguarda il oaso del dott. Renis, La Voce osserva che nella sua qualità di Procuratore Generale egli aveva richiesto il proscioglimento in sede istruttoria di mons. Fiordelli. La sua promozione a presidente della Corte d'Appello di Firenze, secondo il giornale repubblicano, avrebbe questo significato: «Il Tribunale di Firenze è messo preventivamente sull'avviso che, nel caso la sua sentenza sia di condanna, essa dovrà essere vagliata in secondo grado da quella Corte d'Appello presieduta daj magistrato che, senza possibilità di dubbio, ha già manifestato la sua opinione circa l'innocenza dell'imputato». Con molta cautela, l'organo del P.R.I. accenna a questo punto a « una terribile catena di sospetti » che il Consiglio dei ministri avrebbe giustificato con i suoi provvedimenti del 27 dicembre, ed aggiunge altri fatti a quelli denunciati: < 1) la causa del Vescovo di Prato, già fissata per il giorno 20 gennaio, è stata improvvisamente rimandata senza apparente motivo; 2) negli ambienti del palazzo di Giustizia di Firenze circola la voce sospettosa circa la possibile promozione del presidente della sezione del Tribunale che è chiamata a giudicare la causa in questione ». Del caso» dei « magistrati di Firenze » si parlerà comunque anche in Parlamento. Il socialista on. Berlinguer ha presentato una interrogazione in cui si chiede di sapere se il Ministro di Grazia e Giustizia « ritenga che le recenti promozioni e trasferimenti operati nella circoscrizione giudiziaria di Firenze possano considerarsi opportune e giovevoli al prestigio della Giustizia anche in relazione alla condotta tenuta da membri del governo e da autorevoli personalità della Democrazia Cristiana sul procedimento in corso contro il Vescovo di Prato ». Vittorio Gorresio