La fine del primo Sputnik

La fine del primo Sputnik Il satellite artificiale si è già disintegrato? La fine del primo Sputnik Fu lanciato il 4 ottobre do! 1957 - La lunga e vorticosa rotazione attorno alla Terra - L'esperimento ha aperto una nuova era per l'astronomia; i risultati della prova sembrano però inferiori al previsto Sta per finire, seppure non è già finita, l'avventura dello Sputnik I: da fonte sovietica è detto che esso dovrebbe bruciare nell'aria la vigilia o il giorno dell'Epifania;'ma vedrà qualcheduno l'effimera luminosa meteora che ne segnerà la morte? Non si credeva che durasse tanto: gli astronomi americani F. L. Whipple e J. A. Hynek, che ne seguirono con grande cura il cammino, presagirono, dopo due mesi di osservazioni, che la sua corsa avrebbe dovuto concludersi verso l'il dicembre: è durato quasi un mese di più. Questo lungo carosello intorno alla Terra ha una sua storia. Lanciato su una orbita ellittica, il satelloide non l'ha percorsa con velocità costante in tutti i 96 minuti primi, necessari per fare un giro completo. Conforme alle leggi che regolano il moto dei pianeti intorno al Sole, esso accelerava quando si trovava più vicino alla Terra, rallentava quando era più lontano. Nei tratti percorsi vicino alla Terra, incontrò tosto una certa resistenza dell'aria, il cui effetto fu di modificare a poco a poco l'ellisse in una circonferenza parallela alla superficie terrestre. Quando la traiettoria fu diventata pressoché circolare, essa degenerò a poco a poco in spirale, le cui volute molto rav-, vicinate tendevano verso la superficie del Sole. La descrizione di questo movimento non è peraltro completa se non si aggiunge che la traiettoria, avendo avuto inizio da un qualche-luogo nella regione.del Mar Caspio con un'inclinazione di 65 gradi rispetto al Meridiano, in direzione nord - nord-est. si è mantenuta in un piano pressoché stazionario nello spazio, mentre la Terra ruotava sotto di essa; talché, rispetto alla Terra considerata fissa, lo Sputnik parve descrivere molti giri, ciascuno a ovest del precedente che avviluppassero il nostro pianeta tutto all'intorno, come il filo fa intorno a un gomitolo. Bisogna aggiungere per maggior precisione che, per effetto del rigonfiamento equatoriale della Terra, l'orbita . dello Sputnik non è rimasta del tutto stazionaria rispetto allo spazio, ma ha ruotato anch'essa lentissimamente in direzione ovest di tre gradi al giorno. L'avventura del satelloide ha avuto molteplici effetti. Tralasciamo quelli, oramai ben noti, legati alla controversia politica e alla gara di potenza e di prestigio tra Oriente e Occidente. Per l'aspetto scientifico il viaggio del primo satellite artificiale rappresenta un trionfo della meccanica celeste, la prima prova sperimentale della validità delle leggi che governano il moto degli astri. Queste leggi furono scoperte, è vero, fin dal tempo di Galileo, Keplero e Newton; e hanno avuto innumerevoli conferme indirette; ma oggi è accaduto che ad esse si sono affidati con successo gli ingegneri per mettere un corpo di fattura umana su una sua strada celeste prefissata. Per la prima volta l'astronomia diventa una scienza sperimentale. Molte delle cose di cui oggi lo Sputnik informa gli scienziati, per esempio sulla forma della Terra e la distribuzione della sua mas sa, ce le ha. dette anche la Luna; ma, dichiarano icom petenti, alcune settimane di volo dello Sputnik equivalgono, per questo riguardo, a duemila anni di osservazione della Luna. Gli astronomi d'altra parte guardano a questo oggetto come a un possibile avamposto per le osservazioni celesti, al di là della torpida coltre dell'atmosfera. E' tutta una nuova stru mentazione che, per così dire, si propone, e che già in parte è potenzialmente ac quisita: sorgenti permaner! ti di energia (che possono essere fornite da batterie solari) sistemi di stabiliZ' zatori; occhi di televisori destinati a vedere e tra smettere quaggiù ciò che è osservabile di lassù. Già la breve vita dello Sputnik ha per così dire creato nuove tecniche di osservazione per cogliere in cielo, mediante onde luminose e onde radio, il passaggio di oggetti così piccoli e sfrecciatiti rapidissimi. Negli Stati Uniti, due vaste organizzazioni erano state predisposte, munite di speciali strumenti, per l'osservazione dei propri satelliti; esse hanno avuto modo di esercitarsi inse guendo, per adesso, quelli sovietici. Anche gli inglesi, che posseggono i migliori radiotelescopi del mondo, hanno seguito con estrema cura la corsa dei satelloidi, ricavandone notizie che certamente sono state di utilità per gli stessi studiosi sovietici. Il primo Sputnin muore senza che per ora si sia imparato molto sulla densità dell'altissima atmosfera, sulla struttura degli strati ionizzati di essa, sulla radiazione ultravioletta del Sole, sui raggi cosmici, sui meteoriti; senza che siano insomma soddisfatte quelle curiosità scientifiche per cui esso era stato ideato. Ma questo primo satellite artificiale ci ha insegnato la cosa più importante di tutte: che l'idea era attuabile; e il resto non mancherà di venire dal secondo satellite che continua la sua corsa nei cieli, e dai successivi. Didimo

Persone citate: Hynek, Keplero, Newton, Whipple

Luoghi citati: Stati Uniti