L'esempio del Giappone di Ferdinando Vegas

L'esempio del Giappone L'esempio del Giappone La conferenza afro-asiatica del Cairo si è svolta su. due piani: uno pubblico, spettacolare e propagandistico, che è emerso nelle sedute preliminari e risulta dai numerosi documenti finali; l'altro per nulla appariscente, elaborato nelle sedute delle varie commissioni speciali. L'efficacia propagandistica costituisce già di per sé un successo notevole, poiché la conferenza mirava appunto a questo scopo, cioè a tener vivi e a diffondere presso i popoli dell'Asia e dell'Africa i temi dell' • .^colonialismo, deiTini1'_ Fidenza per i territori ancora soggetti, del pacifismo e del neutralismo: tutti i motivi insomma che a noi possono sembrare or mai triti e logori, ma che per i popoli interessati con servano sempre un vivissi mo valore emozionale. Ed è sotto questo profilo che bisogna considerare l'at tuale fase di sviluppo del mondo afro-asiatico; quan do la passione nazionalista è scatenata, la voce della ragione trova purtroppo scarso o nullo ascolto. L'Occidente non può certo scendere ad una gara di demagogia, che tradireobe le sue stesse ragioni ideali: deve però saper trovare un linguaggio che faccia presa su popoli i cui problemi si chiamano- fame, arretratezza culturale e sociale, difficoltà economiche, suscettibilità nazionale, impazienza di bruciare le tappe. Ed il linguaggio deve essere naturalmente tradotto in una politica costruttiva e lungimirante, che contemperi armonicamente gli interessi essenziali dell'Occidente con le legittime aspirazioni dei popoli afro-asiatici. L'Unione Sovietica ha compreso questa" elementare necessità, vi si è adeguata e al Cairo ha colto i frutti del suo atteggiamento. Un uragano di applausi si è levato nella sala quando il delegato sovietico ha detto: chiedete tutto quel che volete, prestiti in denaro, aperture di credito, missioni economiche, tecnici, diteci come e quando lo volete e noi ve lo daremo, senza alcuna condizione di politica interna o estera, « pronti ad aiutarvi come un fratello aiuta il fratello ». Tanta generosità non è dettata da mero idealismo, ma da un sottile calcolo politico; rinunciando a chiedere una contropartita positiva agli afro asiatici, i russi si ripromettono di ottenere una vistosa contropartita negativa, che coincide perfettamente con gli interessi immediati di quei popoli. Mosca si accontenta di veder peggiorare sempreppiù le relazioni fra il mondo afro-asiatico e l'Occidente; su questa direttiva si pone, ad esempio, il suggerimento di adottare una politica di nazionalizzazioni, accolto in una delle risoluzioni finali. Ma i sovietici hanno condotto anche, dietro le quinte, una battaglia su un altro fronte, contro l'India e soprattutto la Cina. Nehru e Ciu En-lai erano stati i veri protagonisti di Bandung, dove la Russia era assente e sembrava avere lasciata alla Cina la posizione di guida per conto del mondo comunista. Al Cairo invece, quando l'accento è stato posto sui problemi economici, l'India e la Cina non hanno avuto niente da offrire, essendo esse stesse bisognose di aiuto; sicché alla Russia è stato possibile eclissare le due grandi rivali asiatiche, facendo leva sul suo potenziale economico e sul prestigio acquisito con i recenti successi tecnici e scientifici. Un concorrente nuovo, inatteso ma pericoloso, si è dimostrato il Giappone, presente con la delegazione più numerosa e abilissimo nel manovrare sul piano economico. Le offerte commerciali dei giapponesi, che di recente hanno esteso il loro raggio d'azione al Medio Oriente, hanno destato grande interesse presso molti congressisti ; se verranno seguite da sviluppi concreti, si avrà un valido esempio di come si possa contrastare il passo ai russi, silenziosamente ed efficace mente. L'Europa occidenta le possiede i mezzi per entrare in gara, soprattutto quando il Mercato comune diverrà una realtà: le occorre però la chiara visione dei suoi interessi e la volontà di agire concorde. Ferdinando Vegas pEzmmegsBglpvktdbfcsvgcvlftrlunsgrmdduCve

Persone citate: Ciu En-lai, Nehru