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Ancora una tremendst tmciskgnw^sk arri wmmm pas&saffffio st livella Ancora una tremendst tmciskgnw^sk arri wmmm pas&saffffio st livella Il treno travolge un'autopompa a Rivarolo Quattro vigili del luoco morti e quattro feriti (Nostro servizio particolare) Rivarolo, 2 gennaio. Un'altra catastrofe provocata da un passaggio a livello. Si è conclusa con quattro morti e altrettanti feriti gravi, ed è avvenuta questa sera poco prima delle 20,30 a circa un chilometro da Rivarolo, lungo i binari della Canavesana, che collega Torino a Pont. Una automotrice ha investito un'autopompa dei vigili del fuoco di Rivarolo, che accorreva a Rocca Canavese per spegnere un incendio. In questa zona la linea ferroviaria incrocia in molti punti la strada provinciale. La maggior parte dei passaggi a livello — del tipo a cancelli dipinti in bianco e rosso — sono affidati a casellanti. Lo era anche quello in cui è accaduta la sciagura, il casello N. 2 tra Rivarolo e Favria. La casellante titolare Angela Fagliassotti, di 63 anni, aveva lasciato il servizio due giorni addietro, per raggiunti limiti di età. Nell'attesa di designare il successore, della sorveglianza del passaggio a livello era stato incaricato il custode del casello 17, Serafino Arcuri, che abita ad Ozegna con la famiglia. L'Arcuri è scompare al momento della sciagura, e si ritiene che sia fuggito per il terrore. Fino a quésto momento non è stato rintracciato. Alle. 8 e 8 minuti di stasera, era partita da Font l'ultima automotrice diretta a Torino. Trasportava una trentina di viaggiatori, ed era guidata, dal macchinista Adolfo Avenati, di 32 anni, abitante a Rivarolo. Sulla vettura era anche il capotreno Giuseppe Spadoni, di 40 anni, anch'egli residente a Rivarolo. Il convoglio marciava alla velocità di 55-60 chilometri l'ora, che è quella normale dopo il tramonto, quando la visibilità è scarsa. Pochi minuti prima dell'arrivo del treno era stato dato l'allarme ai vigili del fuoco di Rivarolo, un incendio divampava a Rocca Canavese, a una quindicina di chilometri di distanza. Il reparto di pompieri di Rivarolo è composto interamente di « volontari >, al comando dell'assessore anziano Giacomo Gindro, di 45 anni, impresario edile, che è una dello vittime. Il Gindro radu nò' alla svelta sette uomini, quelli che fu possibile rintracciare subito. Partirono con la loro nuovissima autopompa: un Leoncino O.M. rosso fiammante ricevuto il 23 scorso e alla sua seconda uscita. Con il Gindro erano l'industriale Domenico Forello, di 51 anno, che aveva anche il compito di autista; il decoratore René Sacchi, 53 anni, abitante a Rivarolo in via Ivrea n. 23, nella stessa casa del Porello; Antonio Merlo, 51 anno, commerciante, che abitava in via Trieste 29. Questi quattro sono morti nella sciagura. I loro quattro compagni sono rimasti gravemente feriti. Si chiamano: Ezio Porello (21 anno, figlio di Domenico Porello), Domenico Vecchio (42 anni, commerciante, via San Francesco 7), Domenico Milano (23 anni, operaio, corso To^ «ino). Secondo Fumo, 33 anni. Quando l'autopompa giunse al passaggio a livello il cancello era chiuso o aperto? L'inchiesta dovrà stabilirlo perché su questo particolare si basa tutta la responsabilità del disastro. Il cancello sul lato destro appare intatto e spalancato; quello sinistro, invece, è stato quasi sradicato e contorto. Si dovrebbe quindi dedurre che l'autopompa, viaggiando sulla sua destra, abbia trovato il passaggio a livello aperto, e che il battente dirimpetto sia stato divelto dallo stesso automezzo dopo lo spaventoso urto con il treno. Erano circa le 20,30 quando l'automotrice Pont-Torino incrociò la strada provinciale. In quell'istante, l'autopompa era in mezzo ai binari. Si udì uno schianto pauroso, la rossa macchina venne afferrata, stritolata, divisa in due. La parte posteriore finì, co me un proiettile, contro il pilastrino del passaggio a livello. La parte anteriore, cabina di guida e motore, fu trascinata per una cinquantina di metri, poi lanciata in pezzi sulla massicciata sinistra. Degli otto uomini due furono raccolti orribilmente sfracellati proprio davanti all'in gresso del casello, a circa trenta metri dal luogo dello scontro. Un terzo cadavere finì ancora più lontano, an. ch'esso straziato. L'automotrice prosegui la corba per un centinaio di metri con il < muso » fracassato. Si fermò quando le ruote anteriori uscirono dal binario. Per un caso che ha dell'incredibile nessuno degli occupanti, né il macchinista, né il capotreno, né i passeggeri, riportarono ferite di qualche entità. Una scena raccapricciante. Accorrere di gente. L'allarme recato a Rivarolo dai primi automobilisti e motociclisti di passaggio. Lungo le rotaie i brandelli dell'autopompa, il vermiglio della vernice sì me scolava a quello del sangue. Sotto ai rottami rimasti ac canto alla strada, alcuni corpi davano flebili segni di vita: si udivano gemiti e invocazio ni di aiuto. Lo stivalone di un pompiere era volato lon tano, i caschi di protezione L'automezzo, che usciva per la prima volta, accorreva a Rocca Canavese per un incendio • I cancelli quasi sicuramente erano aperti L'automotrice partita da Pont per Torino è piombata sull'automezzo spezzandolo in due - Procedeva a 50-60 chi metri all'ora; si è fermata dopo cento metri - Quasi tutti illesi i passeggeri - Il casellante è fuggito dopo la disgrazia • Era ai primi giorni di servizio Il tragico groviglio al passaggio a livello: la macchina d sembravano barattoli vuoti gettati via qua e là. s.' Si organizzarono i primi soccorsi, da Rivarolo partì la ambulanza della Croce Rossa che raccolse tre feriti ed un cadavere (in quel momento gli infermieri ebbero la speranza che quel corpo esanime fosse ancora vivo) e li portarono all'ospedale. Un'auto di passaggio aveva già prelevato un altro ferito. I rimanenti corpi furono portati all'ospedale con un secondo viaggio della stessa ambulanza La notizia del disastro subito diffusasi nella cittadina suscitò una impressione indescrivibile. Centinaia di uomini e di donne si diressero verso il tragico casello. Per mantenere l'ordine e dirottare iltraffico, si prodigarono i carabinieri di Rivarolo al comando del maresciallo Gamba, e quelli giunti dai centri vicini al comando del capitano Dellucca. Per le formalità di legge si recò sul posto 11 pretore dottor Marzanasco. Il macchinista e il capotreno vennero accompagnati alla caserma dei carabinieri per essere interrogati sulle cause della el vigili del fuoco è semisfasciat sciagura. I due ferrovieri sono rimasti nell'ufficio del maresciallo fino a tarda notte. Non hanno potuto fornire molte indicazioni utili all'inchiesta, data la fulmineità dell'urto e l'oscurità in cui viaggiava l'automotrice. Più tardi effettuava un sopraluogo anche il cap. Dellucca, comandante la Compagnia esterna del Carabinieri. Sul luogo della tragedia si sono quindi recati ed hanno sostato lungamente il prefetto, dott. Saporiti., il viceprefetto, dott. Cappellaro, il comandante l'83" Corpo del "Vigili del fuoco, ing. a sulla linea ferroviaria Previti, il vice-comandante, ing. Bonomi, il questore dott. Ortcna ed il sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Sellcorni. Essi si sono poi recati all'ospedale a visitare i feriti. Uno di essi, Ezio Porello, aveva nel frattempo ripreso conoscenza ed aveva potuto riferire come si è svolto lo scontro, compatibilmente con quello che egli aveva visto dal sedile posteriore dell'autopompa. Secondo il racconto del Porello, quando il < Leoncino » giunse al passaggio a livello i cancelli erano aperti. Suo padre, che guidava l'automezzo, procedette così senza rallentare. Quando stavano per attraversare i binari, il giovane vide alla sua destra una luce vivida.Pensò per un attimo che fossero le luci di Favria: erano invece i fari dell'automotrice che si avvicinava. Quando se ne rese conto, urlò al padre: < Frena, frena! >. Domenico Porello cercò forse di bloccare l'autopompa, ma non ne ebbe il tempo. Dopo l'urto, Ezio Porello fu sbalzato fuori, proprio davanti al casello e vide che le luci erano spente. Subito do po scorse le finestre illumi Km. 0 1 ? 3*5 I vigili del fuoco si recavano vese per spegnere un incendioa livello della Canavesana do I vigili rimasti feriti: Domen Secondo Fumo, che ha le g e .o e narsi, la porta aprirsi e uscire il casellante Arcuri. Quest'ultimo si mise le mani nei capelli, gridò qualche frase sconnessa, poi tornò nel casello e dopo avere spenta la luce uscì di nuovo, tenendo per il manubrio la bicicletta. Vi balzò sopra e si allontanò verso Favria. Questo il racconto del ferito. I carabinieri stanno ora cercando l'Arcuri nella zona tra Favria e Salassa dove risiedono dei suoi parenti. I militi che erano andati a cercarlo a Ozegna hanno trovato solo la moglie e i due figlioletti. La donna era al corrente della sciagura, ma non aveva visto il marito. .Le rivelazioni del Porello hanno fatto cadere l'ipotesi, affacciata in un primo tempo, che il casellante avesse aperto il cancello su richiesta dei pompieri ai quali urgeva raggiungere il luogo dell'incendio. Questa supposizione aveva, per altro, trovato poco credito. Infatti, anche se l'Arcuri avesse aderito ad una richiesta di tal genere, si sarebI be pur sempre accorto in tempo dell'arrivo dell'automotrice. In quel tratto, infa*f:, la linea ferroviaria corre su un rettilineo di circa due chilometii e sarebbe stato facile scorgere i potenti fari del convoglio. L'impianto elettrico dell'automotrice è stato trovato in perfetta efficienza anche dopo lo scontro. A tarda notte le condizioni dei feriti erano stazionarie. I medici che li hanno accolti e medicati (dott. Massoglia, Aliberti, Burrone e Timo) escludono per ora complicazioni allarmanti. Il sanitario dell'83" Corpo dei vigili, dott. De Pace, ha disposto il trasferimento a Torino di uno solo dei feriti, il giovane Porello. II Furno ha entrambe le gambe e alcune costole spezzate, il Vecchia traumi al cranio e al torace, il Porello la frattura di un femore, il Milano un forte choc ma ferite leggere. I due vigili del fuoco di Rivarolo, che sono scampati al disastro perché lavoravano al cotonificio Valle di Susa e non hanno.udito la sirena, sono: Adriano Scarduelli, di 24 anni, e Italo Sacchi, di 32. Appena informati della tragica sorte dei loro compagni, essi si sono precipitati all'ospedale assieme al sindaco Bartolomeo Rossi per mettersi a disposizione dei medici qualora occorressero trasfusioni di sangue ai feriti. Le quattro salme sono state composte, una accanto all'altra, nella camera mortuaria dell'ospedale. Tutte le vittime, eccetto il Sacchi, lasciano moglie e figli, ; - Gii Lt ;Giorgio Lunt da Rivarolo a Rocca Cana. La freccia indica il passuggio v'è avvenuto l'Investimento ico Vecchia e Domenico Milano ambe spezzate, ed Ezio Porello Dalle lamiere contorte le sq U ■ 11111 ■ 1111111111111111111111111 ■ M11111 11 11 ■ 111111111 ( 1 ■ squadre di soccorso hanno già ( 111 ■ 11111 ! 111111 ■ 11111 ■ 11 1111111111111111111 i U1111 estratto 1 morti ed 1 feriti 11 ■ I [ 1111MI ■ 11111111 ■> 1111111 ■ 11 11 ■ 11111 ■ III111111