Nessuna condanna all'ergastolo inflitta in un anno dalle Assise

Nessuna condanna all'ergastolo inflitta in un anno dalle Assise Nessuna condanna all'ergastolo inflitta in un anno dalle Assise La maggiore pena: 28 anni al giovane che accise la moglie in via Fossata - La più mite: quattro mesi al pensionato che soppresse il genero per difendere la figlia - i processi in Appello Nel corso del 1957 la Corte di Assise ha discusso 31 processi: di questi 28 sono stati conclusi con sentenza, gli altri 3 sono stati rinviati perché si è ritenuto che la istruttoria non fosse completa. La più dura condanna — 28 anni e un mese di reclusione — è stala inllitta al ventiquattrenne Giu¬ seppe Amato. Il 29 gennaio 1966 in via della Fossata 6 aveva ucciso la moglie Caterina Jovino, spaccandole sul capo l'asse per la vare. Fu detto il delitto della in |comprensione e della miseria. i Per omicidio colposo o per ten- tato omicidio si sono avuti lO'processi. Tra gli imputati ricor- ' diamo Giuseppe Cannatella, Raf- faele Sorrentino, Enrico Forno. ill Cannatella uccise con un pun-jteruolo lo zio, la vigilia del Na- j tale 1956, durante una lite Per molivi di interesse. Era rimasto icon sole mille lire in tasca, men- tre lo zio si rifiutava di pagargli]'1 compenso per i lavori che egliaveva fatto. La Corte ha fissatola pena in 3 anni 6 mesi di reclusione ritenendo che l'imputato agi, con eccesso colposo, per legittima difesa. Il pensionato Enrico E urno uccise il genero a colpi di rivoltella Il 12 luglio 1957 in via Lanfranchl n. 2. Sparò per difendere la figlia angariata e offesa dal marito manesco. La Corte lo ha condannato a 4 mesi di carcere, riconoscendo- mi imi immillimi mimimiiiiimmimim gli non soltanto l'attenuante della legittima difesa, ma anche quella della grave provocazione. E' stata questa la condanna più mite per un reato di sangue. Si è avuto, sempre in tema di tentato omicidio anche una sentenza di assoluzione. Imputato era il sarto Benedetto Caruso di 31 anni. Vittima di mania di persecuzione aveva voluto uccidersi con il gas e, secondo l'accusa, avrebbe tentato di avvelenare anche la moglie Elsa Giotto di 54 anni. Il fat¬ to avvenne in via Caltanisetta 4 il 4 luglio 1956. ji caa0 più drammatico è stato auello di Raffaele Sorrentino, l'ex-grossista dei Mercati Genera cne commise l'errore di sposa1rg una donna di troppo più giova! ne di lui. La donna accettò la corI (e di un ufficiale di artiglieria, ab■ bandonò il marito ed andò ad abi tare in corso Vittorio 192 con 1 tre IMgij j\ sorrentino, oramai rldotì[0 a vivere con il contrabbando 1 spicciolo di sigarette — lui che aveva conosciuto la ricchezza e che possedette anche una scude ria di cavalli — il 28 settembre 1955 andò in casa della donna e sparò contro l'ufficiale e contro la figlia che tentava di disarmarlo L'imputazione era di duplice tentato omicidio; la Corto ha Inferto una pena di 6 anni e 8 mesi I processi per rapina sono stati 13. Ricordiamo tra gli imputati Giuseppe Pensabene, insegnante presso una scuola di avviamento, che rubò in casa di un industriale in corso Vittorio 237, dove la prò pria fidanzata lavorava ad ore co me persona di servizio. Sorpreso dall'industriale, per poter fuggire lo colpi al capo con uno scalpello. Ha avuto 5 anni e un mese e la fidanzata 3 anni e 3 mesi. Tutte le udienze sono state pre siedute dal dott. Carron Ceva Giudici i a latere » sono stati di volta in volta i dott. Ansaldi, Fornelli, Bianchi. Cancelliere il dott. Santostefano. La Corte di Assise di appello ha portato a termine durante l'anno 80 processi. Ha confermato tre condanne all'ergastoli: a Renato Dosio, 11 giovane di Rivoli che uccise due persone per rapina; a Tredicino Omarino che ammazzò un ex-compagno di detenzione a ! Pernate di Novara il 5 agosto l!J5ft[ per derubarlo e poter far regali alla fidanzata; ad Eugenio Pizzagrani che ammazzò, bruciandone poi il cadavere, un giovane ladro di bestiame, suo complice, a San Bernardino sopra Vcrbania' il 18 agosto 1955. Nello stesso anno sono stati riesaminati i processi Amato, Cannatella, Sorrentino, Pensahene. A tutti la Corte ha ridotto la pena. Invece ha aumentato la pena i Salvatore Russo, il « guappo » spaccone che li 17 gennaio 1955 feri gravemente un rivale che aveva osato offenderlo. In primo grado l'imputato aveva avuto 15 anni, al processo di appello la pena è stata portata a 19 anni. Ha presieduto tutte le udienze il dott. Cottafavi. Consigliere < a latere » il dott. Bersano. Cancel 1 ieri i dott. Caprioli e Quaglia.

Luoghi citati: Novara