Un morto ed un ferito nell'automobile incastrata sotto il rimorchio di un camion
Un morto ed un ferito nell'automobile incastrata sotto il rimorchio di un camion Ieri sera sull'autostrada a Chivasso, a eausa della nebbia Un morto ed un ferito nell'automobile incastrata sotto il rimorchio di un camion Il guidatore della macchina, lanciala a torte velocità, dice di non aver visto i ianalini dell'autotreno - Nell'urto il suo compagno di viaggio è stato scaraventalo sull'asfalto: deceduto sul colpo - La scena della tragedia alla luce delie pile elettiiche Un'altra sciagura mortale a causa della nebbia. E' accaduta ieri sera alle 19 EL-ll'autostrada, tra Biandizzo e Chivasso a un chilc metro da quest'ultima località. Una automobile è andata a schiantarsi contro il rimorchio di un autotreno. Le versioni delle due parti in causa non concordano: l'automobilista superstite afferma Iche 11 camion era fermo e aveva i fanalini spenti, 1 camionisti sostengono che il loro automezzo era in movimento e che i fari erano accesi. Sull'autostrada c'era molta nebbia e l'automobile procedeva — secondo quanto ha potuto accertare la polizia stradale di Chivasso e di Torino nei suqi primi rilievi — a forte velocità, forse superiore ai cento chilometri all'ora. Certo In queste condizioni l'automobilista non ha visto in tempo utile l'autocarro, anche se era in movimento e con i fanali accesi e il cozzo è stato inevitabile. L'autotreno è di proprietà della ditta, d'autotrasporti Olivero di Dronero (Cuneo); era vuoto e di-iretto a Torino. In cabina c'erano l'autista Sergio Batti di 28 anni abitante a Dronero, il proprietario e titolare della ditta Giovanni Olivero di 40 anni, e un passeggero, Giuseppe Cervetto abitante a Vlllar. I tre raccontano che a un certo momento hanno udito alle spalle un colpo fortissimo, come un boato e nello stesso istante sono stati sbattuti in avanti. Il Batti ha immediatamente frenato e tutti sono scesi. Dietro l'autotreno c'era lo spettacolo che tutti e tre temevano: una « 1100 », distante circa un metro dal rimorchio, aveva la parte anteriore completamente sventrata. La macchina aveva battuto contro la parte posteriore sinistra del rimorchio tanto forte da arcuarne il piano di ferro e legno. I tre dell'autotreno illuminavano con una pila elettrica la tragica scena. Sull'asfalto, a destra, un uomo era steso in una pozza di sangue, con il capo' quasi scoperchiato e gli occhi sbarrati: era morto all'istante; al posto di guida sedeva ancora il conducente che rantolava. I camionisti accendevano immediatamente un fuoco per segnalare l'ostacolo agli altri automezzi in arrivo e scongiurare nuove sciagure e, con una macchina di passaggio, facevano trasportare il ferito a Torino. II ferito riprendeva conoscenza durante il trasporto a Torino. Al l'astanteria Martini egli veniva ricoverato con prognosi di 26 giorni per contusioni al torace e lieve commozione cerebrale. Si tratta del viaggiatore di commercio Antonio Pericoli di 35 anni abitante a Milano in via Crespi 76 che era diretto per affari a Torino. Il suo compagno di viaggio, defunto, è un collega di lavoro, Mario Alemanni di 46 anni abitante pure a Milano in via Mac Mahon 25. Il Pericoli lavora in cosmetici e l'Alemanni trattava orologi. Andavano spesso in giro insieme per dividere le spese di viaggio. Il Pericoli è sposato con due figli; l'Alemanni era diventato padre, per la prima volta, tre mesi fa. La polizia ha accertato che l'automobilista ha incominciato la frenata una trentina di metri prima dell'ostacolo, troppo pochi per poter fermare in tempo utile, — L-s condizioni di Antonio Cucco, gravemente ferito nella sciagura accaduta giovedì presso Brandlzzo, sono leggermente mi¬ ignorate; i medici non disperano di salvarlo. La notizia stradale ha ricostruito lo svolgimento del tragico incidente che è costato la vita al rag. Natale Bazzani, cassiere principale al « Credito Italiano ». Il Bazzani si dirigeva verso Chivasso a bordo della sua auto; quando imboccò 11 ponte sul Melone, a causa di uno strato di ghiaccio, perse il controllo della vettura che andò a urtare contro il parapetto. Sceso per raddrizzare un parafango, egli fu poco dopo travolto da un autotreno, insieme con il Cucco, accorso per dargli aluto. Un'altra vettura — pilotata dal signor Agostino Odino, abitante nella nostra città in via Fiano 27 — pochi minuti prima era sbandata sulla strada scivolosa finendo contro la spalletta opposta del ponte. La concomitanza delle due disgrazie aveva fatto credere che le auto del Bazzani e dell'Oddino avessero avuto fra loro una collisione. Dopo il tragico investimento il signor Odino si fece premura di cercare soccorsi per le due vittime e di avvisare la polizia stradale
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