L'amministratore dei conti Salussolia a giudizio per falso in atto pubblico

L'amministratore dei conti Salussolia a giudizio per falso in atto pubblico L'amministratore dei conti Salussolia a giudizio per falso in atto pubblico Avrebbe redatto un atto di compra-vendita - Nella sentenza si parla di un danno di 100 milioni nei confronti dei nobili piemontesi - Coinvolti anche il notaio e due testimoni e i e u i e a e (Nostro servizio particolare) Cuneo, 26 dicembre, (b. hi.) Con sentenza dei 19 dicembre scorso, sono state rinviate a giudizio quattro persone accusate di falso in atto pubblico in danno del conte Gianmarìo Salussolia e della consorte contessa Maria-Luisa Sammlniatelli di Fossano. Gli imputati sono il geometra Ottavio Manera di 52 anni, ex amministratore dei beni dei conti, il notaio Cesare Solza, di 47 anni, ir rag.'Alessandro Dotto di 57 anni, e il signor. Bartolomeo Mina di 84 anni. Il Manera, in particolare, si sarebbe raso responsabile di fatti ed azioni consumate in danno .■ dell'intero patrimonio Immobiliare e mobiliare dei conti Salussolia, per un ammontare di oltre 100 milioni L'istruttoria prese inizio il 30 giugno del '53, In seguito alla denuncia di un nipote del conte, il dott. - Federico Salussolia, di Roma, uno degli eredi, presentata alla Procura di Cuneo. All'atto della denuncia 1 conti erano già morti, da tempo: la moglie ,il 7 febbraio 1949, il marito il 20 febbraio del '52. Tre mesi fa circa, per un incidente, moriva a Roma anche il dott. Federico Salussolia che con la sua denuncia aveva dato l'avvìo alla : vicenda giudiziaria, '. Tuttavia l'istruttoria condotta dal sostituto procuratore dott. Aldo Speziani era ormai prossima alla conclusione e infatti essa veniva depositata nel novembre scorso. Secondo la sentenza di rinvio a giudizio il Manera, abusando della sua posizione di amministratore dei beni, avrebbe redatto un atto pubblico di compravendita con cui il conte Salussolia gli cedeva la nuda proprietà del patrimonio immobiliare, costituito da una cascina detta «La Baranina> con annesso fondo di 50 giornate e dalla casa civile di • via Craveri in Fossano; il tutto per l'importo di soli tre milioni. Il Manera, per ottenere tali risultati, avrebbe approfittato delle minorate condizioni fisiche del conte Salussolia, che dall'inizio del 1949 era costretto a letto per una grave forma di artrite. L'ex-amministratore deve rispondere come richiedente dell'atto di compravendita, il notaio Solza come rogante, il Mina e 'il Dot>.o come testi presenti all'atto. Sempre secondo la sentenza, Il Manera sarebbe responsabile di.aver compilato una falsa 1 scrittura privata, con la quale il conte, quale procuratore della contessa sua moglie, cedeva al Manera tutti i beni mobili della casa di via Craveri come controprestazione di cure mediche e assistenza in favore della contessa. Il Manera avrebbe inoltre falsificato in Fossano, nel febbraio del '49, le firme del conte Salussolia su polizze riguardanti la cessazione della locazione e su quelle attestanti il godimento di una cassetta di sicurezza della Cassa di Risparmio di Fossano ed un'altra che autorizzava il Manera ad esercitare sulla cassetta stessa 1 diritti riservati al conte. Infine si fa carico al Manera del furto di titoli di Stato per tre milioni e di gioielli, già appartenenti alla contessa Sammlniatelli, servendosi della falsa firma di delega. Nel corso dell'istruttoria, l'atto pubblico, la scrittura privata e le deleghe venivano sottoposte a perizia grafica e il professor Benini di Torino dichiarava autentiche le firme del conte Gianmario Salussolia. Successivamente il dott. Federico Salussolia, confortato dal parere di altri esperti, faceva istanza per una nuova perizia e l'incarico nel dicembre del '54, veniva affidato al questore Sorrentino, direttore ' della Scuola superiore di polizia scientifica di Roma; il perito concludeva che lt firme incriminate, fatta eccezione forse per quella di una polizza, non erano autentiche. D'altra parte, una consulenza tecnica prodotta dalla difesa conclude per l'autenticità dei documenti. Gli imputati negano ogni addebito e si dichiarano certi di poter dimostrare la loro innocenza, per quanto molte persone di Fossano siano disposte a testimoniare contro di loro. Alcuni amici dei conti sostengono che il patrizio confidò loro, nell'autunno del '50, di ritenersi proprietario della cascina e della casa di Fossano che, secondo il rogito del notaio Solza, avrebbero invece dovuto già appartenere al Manera in quanto l'atto di compravendita reca la data del 21 febbraio 1949; la contessa, venti giorni prima di morire, avrebbe dichiarato alla signora Giovanna Tesio di voler lasciare 6V figli della stessa signora Tesio tre milioni in titoli che riteneva di avere ancora nella cassetta di sicurezza. In. seguii0 alla morte del dott Federico. Salussolia, si è costituita Parie civile la nobildonna Eugenia Salussolia vedova Dho, assistita dagli avvocati on. TJngaro di Roma, Fiasconaro di Torino e ToEelli di Cuneo. Il notaio Solza e -ti geometra Manera sono difesi dagli avvocati Barosio di Torino e Beltrand di Cuneo; il Mina e il Dotto dall'avvocato Jemina di Cuneo.