Il grosso delle vendite rateali comincia con la «tredicesima»

Il grosso delle vendite rateali comincia con la «tredicesima» Img i&ggt<& mmt olissi® & la statistica Il grosso delle vendite rateali comincia con la «tredicesima» I debiti nel '56 hanno raggiunto 1350 miliardij'quest'anno toccheranno i 400 miliardi - Nel Nord si acquistano automobili, televisori, lavatrici; nel Centro-Sud mobili e vestiti - Un'indagine ministeriale per una nuova disciplina non ha dato ancora risultati concreti - Si parla d'una «cambiale rosa» che regolerà in maniera diversa il sistema di vendite a rate (Nostro servìzio particolare) Roma, 24 dicembre. Helle centinaia di miliardi di lire corrisposti in questi giorni ai lavoratori italiani di tutto il Paese si è calcolato che circa una novantina lo sono nel triangolo industriale TorinoGenova-Mllano. Queste somme rilevanti erogate per la gratifica natalizia fanno lievitare la circolazione monetarla, anche se sono ingoiate piuttosto rapidamente da migliaia e migli: di negozi che in ogni fine d'anno si trasformano ta scrigni di luce. Per evitare le ripercussioni temporanee sulla circolazione monetaria della « tredicesima ». alcuni studiosi tedeschi proposero, qualche tempo fa, di corrisponderla in due rate, una delle quali in piena estate. Il progetto è caduto. Non se n'è fatto nulla. Per le « feste » gli italiani vogliono disporre della maggio \ possibile quantità di moneta. E, come tutti gli altri popoli del mondo, è anche nel periodo natalizio e di Capodanno che si inducono ai ipotecare il futuro. Lo fanno alimentando le vendite a rate; acquistano televisóri, mobili, vestiti; biancheria, motorette, autovetture e frigoriferi, con un piano di pagamenti che dura in genere oltre 11 semestre. Nel 1956 le vendite rateali in Italia hanno raggiunto la cifra di 350 miliardi di lire; in questo 1957, che sta per concludersi, raggiungeranno i 400 miliardi, con una spesa per abitante di circa novemila lire. Si prevede che nel I960 si arriverà ai cinquecento miliardi di lire. Si tratta, dunque, di un fenomeno di vasta portata, che non poteva lasciare indifferente il governo, soprattutto perché connesso con le cambiali insolute e protestate di somme non rilevanti, spesso non superiori alle ventimila lire. Fu cosi che al Ministero dell'Industria e Commercio si cominciò a coltivare l'idea di una disciplina della materia che avrebbe, tra l'altro, previsto una cambiale speciale per i debiti rateali, una cambiale di colore rosa. Il sen. Gava, attuale ministro dell'Industria e Commercio, diceva, qualche giorno fa, < che una cambiale speciale introdurrà una opportuna distinzione, rispetto alla cambiale comune, concepita per operazioni essenzialmente commerciali, sicché ridarà ai protesti un più chiaro significato economico >. A Roma c'è l'abitudine di chiamare «farfalle» le cambiali. Non si deve, però, pensare che la ventilata introduzione delle «farfalle rosa» sia cosa imminente; tutt'altro. Anzitutto non v'è, al riguardo, alcuna determinazione. E' necessario che il Governo predisponga un progetto e che 11 Parlamento l'approvi. Semmai, se ne parlerà solo nella prossima legislatura. In sede internazionale i giuristi dell'Ala hanno intanto già dato 11 permesso per la creazione d'una cambiale diversa da quella regolata dalla convenzione di Ginevra del 1930. L'ex-ministro liberale della Industria, on. Cortese, ritiene che le vendite a rate costituiscano un fattore positivo dell'evoluzione economica italiana. < Proprio in questo 1957 oramai prossimo alla fine egli dice — cade il centocinquantesimo anniversario del sistema delle vendite rateali, lanciato per la prima volta, come ricordano i volumi di storia del commercio, da una Casa di mobili di New York, la " Coppenwaith and Sons Il sistema venne introdotto In Europa dopo una quarantina di anni, da una filiale belga di una fabbrica americana di macchine da cucire». L'introduzione del sistema nel nostro continente non diede inizialmente buoni risultati giacché, soprattutto in Belgio, i compratori non commi stirarono i loro impegni alle effettive possibilità di paga merito. Le carceri belghe si popolarono allora di debitori, di coloro, cioè, cUe non. avevano potuto soddisfare gl'impegni contratti non acquisti a rate. In nessun Paese, oggi si finisce in carcere se per una ragione o per l'altra si salta una rata. Tuttavia in Belgio, a cagione di quel remoto esemplo, l'inadempienza agli impegni assunti col sistema rateale quasi non esiste. Nessuna particolare norma legislativa, oltre quella del Codice civile, disciplina oggi le vendite rateali. Nel dicembre del 1957 il Ministero dell'Industria dette il via ad una approfondita indagine sulle vendite rateali. La inchiesta venne eseguita in tutti i- diciannove capoluoghi di regione, con la collaborazione del le Camere di Commercio. Si accertò, grosso modo, che il valore delle vendite a. rate ammontava a circa il diciassette per cento del totale della spesa per i beni di consumo. Fu possibile avere laceriliferma che il sistema delle vendite rateali ha, da noi, caratteri diversi a seconda delle regioni, perché differenti sono i beni venduti a rate: beni atti a soddisfare bisogni meno urgenti nelle regioni a reddito più elevato, come il Piemonte e la Lombardia (autoveicoli, elettromodestici) e beni che soddisfano i bisogni più urgenti in quelle a reddito più basso. In altre parole, in quasi tutte le Provincie del Nord si comprano a rate automobili, televisori, lavatrici elettriche, pdrH frigoriferi, mentre nel CentroSud tali acquisti sono prevalentemente rivolti verso mobili, vestiti, tessuti, articoli casalinghi. Solo la metà dei prodotti venduti a rate sono pagati attraverso effetti cambiari, soprattutto al Sud. Nell'Italia settentrionale, infatti, l prelevamenti sulla paga sonò più diffusi che altrove. Nell'Italia centrale, e in particolare a Roma, dove c'è un nutrito esercito di impiegati, è diffuso il sistema dei buoniacquisto. Ma anche questo sistema ha i suoi inconvenienti. Nel moderno edificio di via Veneto, dove ha sede il Ministero dell'Industria e Commercio, sulla questione delle vendite a rate si trova una vera miniera di dati. Ne ha usufruito una Commissione interministeriale, formata da esperti, fra cui il prof. Ascarelll, ordinarlo di Diritto industriale all'Università di Roma, e il prof. Fantini. I commissari hanno vagliato i diversi punti di vista: di chi pensa.che le vendite arate costituiscano un pericolo e di chi ritiene che'1 siano una medicina abbastanza-efficace per risòlvere la crisi della distribuzione dei mézzi'di consumo. Hanno irriso sia alla . falsa figura del funzionario statale ' annientato e sepolto dalle cambiali sia a quei manifesti pubblici che mostrano gli appartamenti dei lavoratori pieni di ogni ben . di Dio e che possono essere acquistati a rate. Si sono, però, ben guardati dal proporre le norme che dovranno disciplinare là materia, -forse perché si sono profilate le due tesi estreme: quella della restrizione coercitiva delle vendite e quella del < non intervento » dello Stato. La discussione è certo destinata a protrarsi per non poco tempo. I prezzi delle vendite rateali sono maggiorati in Italia di quote modeste, variabili dal 5% al 10%, mentre negli Stati Uniti la percentuale va dalal 18<#> e in Inghilterra dal 1596 al 20%. L'anticipo per beni di consumo duraturo si aggira, in media, dal 10% al 20% dell'importo complessivo, con punte massime del 30% sugli autoveicoli ed altri beni di più alto valore.. Le rateizzar zioni più, frequènti vanno dai quattro ai sei mesi e dai dieci a dodici-Le cambiali, in genere, vengono richieste a garanzia solo dai due terzi degli esercenti. I dati che si riferiscono agli autoveicoli sono significativi: nel 1957 l'ammontare dei debiti inscritti al pubblico registro automobilistico, sugereràl di certo, di una, decina di miliardi quello dell'anno scorso, che fu esattamente di 119,miliardi di lire. Un ottavo dèi totale italiano di crediti inscritti al pubblico registro automobilistico riguarda Roma sicché sulle circa 150.000 autovetture che scorrono, come un fiume impetuoso, lungo le vie romane, gravano oggi crediti per quindici miliardi di lire. , Vittorio Staterà

Persone citate: Fantini, Gava