L'inventore del fucile modello '91 compirà 96 anni la notte di Natale

L'inventore del fucile modello '91 compirà 96 anni la notte di Natale Incontro con il generale Muricchio nella suo casa di Genova L'inventore del fucile modello '91 compirà 96 anni la notte di Natale Ha sofferto un attacco di asiatica.ed ora è in via di guarigione • La sua scoperta provocò una rivoluzione nel mondo militare - Eppure il suo modesto stipendio non subì aumenti (Nostro servizio, particolare) Genova, 20 dicembre. In un modesto appartamento di Salita Sant'Anna, una delle tanto'scalinate in mattoni rossi che salgono dal centro: di Genova alle sue colline, vive il < padre del fucile modello 91 >, , l'arma che accompagnò- fedelj TOeMte { nosiriiSOÌaati pcr ol. tre mezzo secolo in:tante guer- fe e in tante avversità. ■ Il generale Vincenzo Muricchio, ideatore del < fucile 91 >, è quasi centenario: }a-notte di Natale compirà 96 anni. Ma è vigoroso, lucidiss,impf ricoo di vitalità non mortificata neppure dall'influenza asiatica che lo costringe a letto in questi giorni. La sua salute aveva destato allarmi anche 'syi giornali: il yemera4ei,:4ecqnÒ-degli artiglieri d'Italia, è in via di guarfgióné.'TÒtfmin'à ta'siia s'.amza da letto, la sua casa e la sva famigliacon inalterato piglio di comandante, Il < fucile 91 >, come tutti sanno, fu un'arnia che contrassegnò un'.eppca. Porta nel mondo;<^iìarji^fiaptf\aM} campi di battaglia 'un'autèntica rivoluzione. Fino al 1889 i fantaccini erano armati di lunghi fucili di grosso caVbro di creazione svizzera, i « Wetterli », caricati con cartucce a polvere nera, scarsamente precisi, pericolosi e pesanti. Il solo munizionamento rappresentava un' pro7 blema: ogni soldato non poteva portare con sé che settanta cartucce, sempre a causa del peso. Il nuovo fucile, di piccolo calibro, si caricava con cartucce1 a balistite, era preciso, sparava a ripetizione. Un sol '.dato poteva portare con sé ben duecentoventi cartucce. La rivoluzione ridotta in termini semplici, a distanza di tanti anni sembra una cosa modesta.- Ebbe invece importanza tale che per mantenere il segreto sul nuovo fucile il governo italiano profuse somme eccezionali per quei tempi di austero controllo delle finanze pubbliche. Il- Ministero della Guerra stanziò SO mila lire per gli studi. Un professore di università, collaboratore del generale Muricchio, allora capitano, si vide aumentare nascostamente lo stipettàio alla somma favolosa di duemila lire mensili. Un tecnico tedesco guadagnò trecentomila lire (si pensi al valore della moneta in quel tempo) avendo perfezionato il < 91 » con un accessorio per il funz'onamento a ripetizione. Il capitano Muricchio restò fer- mo alle duecentoquaranta lire mensili dello stipendio e si bu-iscò dieci giorni di prigione di rigore per indisciplina <« meritati, meritati* dice il generale). . Egli racconta tutto questo dal letto in cui è steso controvoglia, animandosi in viso, scoprendo le braccia che agita per accompagnare il discorso sorprendentemente chiaro, colorito, ricco di considerazioni giovanili. Mentre mi parla un operaio prende a battere con un martello nel corridoio: il braccio del generale, vigoroso e sicuro, si leva verso la porta con gesto di minaccia, la voce si fa sentire severa ed altissima: < Silenzio! ». L'operaio smette immediatamente. Il gen eraie, senza occhiali, non ha il volto di un uòmo qua- si centenario; ascolta senza sforzo, parla con estrema facilità muovendo fittamente i baffi candidi e la barba a pizzo, irritandosi soltanto quando la memoria si inceppa per un nome o una data. Attorno a lui non cimeli, non fotografie, non documenti del passata: una modesta stanza da letto, una Madoìina, alcune immagini saore, le pantofole in un angolo, un orologio appeso al letto. La sua voce trema ed egli si commuove fino al pianto soltanto quando nomina personaggi del passato particolarmente cari: Diaz (< Era un corso avanti al mio all'Accademia*), il generale di artiglieria Cavalli, ideatore della rigatura dei cannoni e comandante dell'Accademia di Torino. Il generale Muricchio ne fu- allievo dal 1878 al 1881 € quando l'Accademia era in via della Zecca». Ed ancora, Corderò di Montezemolo, il maresciallo Caviglia, il marchese di San Giuliano, -ministro degli Esteri quando il Generale Muricchio ebbe una delicatissima missione in Macedonia alla vigilia della guerra mondiale. Asciuttamente, invece, e con ricchezza di dettagli tecnici e scientifici il padre del « fucile 91> fa la storia della sua invenzione, precisando che la grande novità non consistette nel funzionamento a ripetizione, ma nella rigatura parabolica della canna che censentf l'impiego del nuovo esplosivo, la balistite, con un'arma di piccolo calibro. L'idea venne nel 1889 al generale Muricchio, allora giovanissimo capitano di artiglieria, essendo nato nel 1861 a Portocannone, in provincia di Campobasso. Il capitano lavorava presso lo.stabilimento pirotecnico di Bologna per trasformare il munizionamento della fanteria. Si doveva passare appunto dalla polvere nera alla balistite, ma i fucili <Wetterli> scoppiavano. Il gio- vane capuano pensò anzitutto di studiare i bossoli. Nel labo- ratorio c'era scarsa luce, ed ideò i riflettori parabolici: i difetti dei bossoli furono scoperti ed eliminati. Le dosi di carica non erano esatte: inventò la bilancia idrostatica. Infine, impadronitosi di un vecchio fucile calibro 7 mm., lo esaminò e lo provò fino a capire-che soltanto una rigatura progressiva avrebbe reso sicuro l'impiego della balistite. Ideò un fucile con canna a rigatura parabolica anziché elicoidale; lo provò, fu ur. successo che pose l'Italia alla avanguardia di tutte le Nazioni europee. Forse una parte di quanto riferisce può essere scientificamente o storicamente inesatta; ma sembra preferibile cedere ai sentimento -quando si ascólta per ore, instancabile, il quasi centenario .generale. Egli narra con sorprendente facilità di parola, continuamente citando formule matematiche inaccessibili al profano. Quasi inutili tentativi di ascoltare da lui ricordi che non sono legati alla balistica, la grande passione del vegliardo superata soltanto dalVinfinito amore per il ricordo della sua dedizione all'Italia. Mario Fazio n gen. Vincenzo Muricchio

Persone citate: Cavalli, Caviglia, Diaz, Mario Fazio, Vincenzo Muricchio