Temporeggiare

Temporeggiare Temporeggiare Dalle 10 alle 20 si sono susseguite ieri a Parigi le riunioni dei ministri degli Esteri, della Difesa e delle Finanze ed infine dei capi di governo. I lavori del Consiglio atlantico sono praticamente conclusi. E' quasi ultimata anche la stesura del comunicato ufficiale, atteso nel pomeriggio di oggi; restano soltanto da chiarire alcuni particolari sul metodo migliore per, riprendere le trattative con la Russia. La terza giornata della conferenza era riservata soprattutto al problema dei missili e delle armi atomiche; su questo tema si è raggiunta un'intesa di massima, che in realtà significa un rinvio alla prossima primavera. L'avvertimento del ministro Taviahi : « Dalla discrim inazione alla neutralità il passo è breve, e da questa alla sovietizzazione ancora più breve », ha contribuito all'unanimità delle decisioni. Tutti i paesi europei accettano, in linea di principio, di essere dotati delle armi più moderne; gli accordi concreti saranno negoziati dalle singole nazioni in trattative dirette con l'America, secondo le direttive ed i piani dei Comandi atlantici. Il controllo delle terribili armi non spetterà solo agli Stati Uniti, ma sarà comune ed i missili non potranno essere utilizzati senza, l'intervento attivo delle due parti. Intanto i quindici Stati integreranno in un sistema concorde le forze terrestri e navali, la difesa anti-aerea, i servizi logistici e svilupperanno la cooperazione scientifica. Il comunicato di domani risponderà (non sappiamo ancora con quale formula) alle note di Bulganin: dopo il rafforzamento dell'unione fra gli alleati, l'intesa su questo punto è il risultato più notevole del convegno di Parigi. Pur continuando l'incertezza sul metodo scelto, è già noto che i quindici Stati sono concordi nello spingersi « fino ai limiti del possibile » ' per uscire dall' attuale ' punto morto nelle trattative con Mosca. Il limite è stato riassunto con molta esattezza dalle parole dell'on. Polla: « Noi dobbiamo chiedere soltanto che il disarmo sia controllato e non disgiunto dalla sicurezza». A queste conclusioni si è giunti attraverso incertezze, contrasti e difficoltà; alla fine il punto di vista delle nazioni europee ha prevalso su altre direttive di Dulles. Tutti hanno sottolineato il disaccordo tra il Segretario di Stato americano ed il Cancelliere federale tedesco. Vi è una severa logica nell'atteggiamento di Foster Dulles. Duro calvinista, uomo della Bibbia, crede fermamente che la Russia dei Soviet sia il regno del male e che sia vano discutere con un avversario in malafede. Talvolta egli dimentica che la politica è l'arte del possibile; molto più duttile, il vecchio Adenawer ha sorpreso il mondo interpretando la volontà di alcuni paesi europei, inclini a temporeggiare ed a cercar di riprendere le interrotte trattative sul disarmo. Certo il Cancelliere non ignorava quale reazione avrebbero suscitato le sue parole e le sue iniziative : a 82 anni, egli si è presentato quasi come il principale difensore di una politica finora implacabilmente combattuta. Anche ieri l'URSS ha alternato cauti moniti ed appelli di pace. Una nota di Radio Mosca afferma che, accettando l'offerta dei missili, il nostro Continente rischia di diventare un « mortale cuscinetto » tra Russia e America. Kruscev, in una lettera al settimanale inglese New Statesman, ripete di essere pronto ad una conferenza con gli Stati Uniti, perché i due paesi « hanno più ragioni d'accordo che punti di contrasto », od anche ad un convegno con l'intero blocco occidentale. L'esperienza insegna che cosa significa discutere con i rappresentanti sovietici. E' prudente non far nascere illusioni; ma anche un breve rinvio nella corsa sfrenata agli armamenti pu: essere una ragione di speranza.

Persone citate: Dulles, Foster Dulles, Kruscev, Polla